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I 5 libri più belli della settimana scelti per le donne

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GaudiLab | Shutterstock

Annalisa Teggi - pubblicato il 04/10/19

La guerra, la carità, lo studio, l'attualità e la preghiera. Scegliete voi in quale sentiero di lettura inoltrarvi...

“Può darmi un pezzo di pane prima di spararmi?”. Questa frase potente, pronunciata da un bimbo di soli 5 anni, compare in uno dei libri che vi suggeriamo questa settimana, Il bambino senza nome. Descrive benissimo lo scandalo che è una presenza di fronte a un’ideologia. Nel caso in questione è il nazifascismo sotto accusa, ma in ogni contesto quotidiano c’è questa frattura che può diventare l’inizio di uno sguardo nuovo: ciò che c’è porta subbuglio nel regno chiuso dei pensieri. E il pensiero non è affatto una cosa brutta, ne potrete vedere tutto il frutto luminoso nel grafic novel Le tre fughe di Hannah Arendt, che penetra la vita di una donna intensamente dedicata alla filosofia ma che sosteneva: “Io non credo che possa esistere qualche processo di pensiero senza esperienze personali”. L’ideologia, in fondo, è proprio un pensiero privato dell’innesto con il reale e perciò destinato a rattrappirsi e spegnersi.

L’ombra di questa forma di astrattismo che venera certe fissazioni esclusive, rifiutando di lasciarsi plasmare dalla fucina del vissuto,  arriva a oscurare le cose più semplici e fondamentali: i generi sessuali, ad esempio. Una propaganda sempre più capillare vorrebbe vietarci di usare distinzioni tra maschile e femminile (ad esempio: avete sentito della novità natalizia della Mattel? Un giocattolo che non sarà né maschio né femmina … e non avrà neppure un nome). Se vi interessa approfondire questo capitolo d’attualità, questa triste finestra sul nostro mondo, vi suggeriamo La fine del dominio maschile.

L’alternativa a un pensiero monco di battiti di vita è la via cristiana, “vieni e vedi”. Ce ne offre uno spaccato autentico il libro Mi faccia dire un’Ave Maria, che parla di un’attività caritativa iniziata nel più strano dei modi: un ragazzo che si divertiva a fare giochi violenti con i compagni si è trovato a fare i conti con una voce che gli diceva di mettere quell’energia a servizio di Dio. Le nostre specifiche qualità, la tempra unica che abbiamo, se lasciate al nostro esclusivo libero arbitrio possono perdersi in zone buie, e non dare frutto. Ma Dio ci ha voluto così, non vuole stravolgerci bensì compiere al meglio i connotati del nostro “io”. Da sempre c’è una strada privilegiata per ascoltarlo e per cominciare l’avventura di un’esistenza in cui il corpo e la mente sono alleati operosi: la preghiera. Gli Scritti spirituali di Bousset possono rinvigorire in noi la gioia della devozione.

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