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Senzatetto incanta Los Angeles cantando in italiano un’aria di Puccini

EMILY ZAMOURKA

Inside Edition | Youtube

Annalisa Teggi - pubblicato il 03/10/19

52 anni e musicista, Emily Zamourka è stata costretta a vivere in strada dopo gravi problemi di salute, a causa del costo insostenibile della sanità americana. La polizia di Los Angeles ha diffuso un video in cui canta un'aria di Puccini, le è rimasta solo la voce dopo che un vandalo le ha distrutto il violino.
“Quattro milioni di persone chiamano Los Angeles casa. Quattro milioni di storie. Quattro milioni di voci … a volte basta solo fermarsi ad ascoltarne una per sentire qualcosa di bello”.

Accompagnando un video con queste parole, la polizia di LA ha catapultato Emily Zamourka nell’olimpo dei personaggi resi celebri da video virali. Oggi esiste pure questa categoria umana. Che vuol dire poi “virale”? Nei casi come questo significa che qualcosa di quotidiano diventa strepitoso; un frammento di umanità invisibile diventa molto visualizzato e perciò celebre. Allora si può dire che “virale” sia uno sbiadito succedaneo dell’idea cristiana di preferenza. I video con migliaia di like ci restituiscono un piccolissimo barlume di quale percezione Dio abbia della unicità. Tra 4 milioni di persone a Los Angeles o tra quasi 8 miliardi di esseri viventi sul pianeta Lui vede ciascuno con uno sbalordimento di portata ben maggiore della celebrità che offre al Signor Nessuno il titolo di “essere diventato virale”. La verità è che siamo amati immensamente dal principio. Vorrebbero che ci accontentassimo del mito di diventare famosi per 15 minuti.

Ma partiamo da quel che è successo a Emily, per poi augurarle di congedarsi con un garbato sorriso dalle grinfie delle lusinghe mediatiche.




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Subway soprano

Con l’invidiabile efficacia sintetica dell’inglese, Emily Zamourka è stata soprannominata subway soprano. Lo scorso 27 settembre sulla pagina Facebook della Polizia di Los Angeles è comparso un video amatoriale di circa un minuto che immortala la performance di una bionda senzatetto che canta l’aria O mio babbino caro dal Gianni Schicchi di Puccini accanto a un binario della Purple Line della metro. La signora ha una voce impeccabile, bellissima per quanto le mie competenze liriche rasentino l’insufficienza grave; s’intuisce che il luogo sia stato scelto per le possibilità acustiche che offre, e non solo per le stringenti necessità della protagonista.

Lei, in compagnia dei suoi averi accatastati in un carrello e raccolti in tre borse, è una homeless, ma molto aggraziata e dignitosa. I capelli sono raccolti senza pretese, ma non in disordine; gli abiti sono dimessi, ma abbinati secondo l’accostamento classico del denim col bianco. Si evince un’indigenza patita, ma non una rassegnazione disperata. Verrebbe da scomodare Manzoni, rubandogli le parole che scelse per la madre di Cecilia «una donna, il cui aspetto annunciava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta». Proprio così. Le doti canore, l’evidente familiarità con il repertorio lirico aggiungono curiosità alla storia di questa signora, lasciando trasparire l’ipotesi che qualcosa sia accaduto (… e così ho scomodato pure Buzzati). In breve, l’intera attenzione mediatica americana si è ingegnata a scoprire chi fosse la subway soprano, dopo che centinaia di migliaia di persone avevano condiviso il suo video. Chi è?

La musica rubata

Giunta dalla Russia negli USA circa 28 anni fa, Emily Zamourka è una violinista e pianista che ha sempre suonato e impartito lezioni di musica. Sfortunatamente, a causa di gravi problemi di salute e per via del costo della sanità americana, non è più riuscita a sostenere le spese per poter vivere ed è, di conseguenza, diventata una senzatetto, perdendo quasi tutto ciò che aveva. (da FoxLife)

La Zamourka dunque ha alle spalle prestigiosi studi di musica classica, l’approdo negli USA però non l’ha catapultata nel sogno americano bensì nei contorni ben più cupi di un incubo. Inizialmente suonare per strada col violino era un modo per arrotondare ciò che guadagnava con le lezioni private di musica, poi è stata la malattia a stravolgerle la vita: in un cartello esposto durante le sue esibizioni si legge di sfuggita la parola “cancro”, il riferimento alle costose cure mediche può permetterci di chiudere il cerchio triste delle ipotesi.


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Siamo abituati alle serie televisive stile Grey’s anatomy che spingono sull’acceleratore delle emozioni, ma sono stranamente parchi di indizi su quanto la sanità made in USA sia un bene di extra-lusso. Per qualcuno come Emily entrare d’urgenza in un ospedale può essere l’anticamera del fallimento.

Infatti, dopo le cure si ritrova senza nulla, diventa una senzatetto. Continua a esibirsi con un buon violino (del valore di circa 10 mila dollari) e nel quartiere che frequenta è conosciuta e amata, ha degli amici sinceri. Quel violino, che è il suo lasciapassare per la sopravvivenza, le viene improvvisamente strappato di mano e rotto da un vandalo due anni fa. Non si può riparare, la parabola di Emily precipita ulteriormente e rasenta la disperazione. «È stato il mio tesoro per anni, ero perduta» racconta

come fosse una star, intanto s’intravede sulla sua felpa nera il ricamo della Madonna di Guadalupe. Forse è solo un dettaglio neppure consapevolmente scelto (immagino non abbia il privilegio di indugiare nello shopping). Eppure c’è questa presenza buona cucita addosso. Quasi, sommessamente, a ricordare che nella trama nera della vita, i fili che ci legano al Cielo restano.

Ebbene, in seguito a quell’atto vandalico la Zamourka si sarà trovata costretta a sbarcare il lunario con difficoltà ancora maggiori, la voce non le è stata tolta e si è messa a cantare. Pochi giorni fa la sua storia da persona ai margini, è stata sottratta all’invisibilità per approdare al regno del celebrità strepitosa e istantanea. Giornali, radio e TV americani hanno cominciato a contendersi l’ultima parola su Emily Zamourka. Una storia a lieto fine? Forse sì, ma non sul sentiero della popolarità.


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C’è chi dice no

Puntuale come i tormentoni estivi, è arrivata la proposta di un contratto musicale per Emily Zamourka.

In base alle dichiarazioni rilasciate, il produttore candidato ai Grammy Joel Diamond vorrebbe offrire alla cantante un contratto discografico con l’idea di creare una canzone ibrida tra la musica classica e il pop. Da un sito di intrattenimento si apprende che il progetto sarebbe un album intitolato Paradise, da realizzare con l’etichetta di Diamond, la Silver Blue Records. Non è ancora chiaro se la signora Zamourka accetterà. (da Sky news)

La prima cosa che mi viene in mente sono i pellicani del film Nemo che urlano “mio, mio” appena s’intravede un pesce a pelo d’acqua. Magari sono cinica io. Ma l’esitazione di Emily mi fa ben sperare. Quante voci ci promettono il paradiso! Quante voci, in realtà, vorrebbero insinuare che il paradiso è solo quello che passa dalle loro mani. Il sogno americano ha questa frattura interna, è schiavo dell’idea che l’indigente debba diventare milionario e famoso per essere felice. Ritornare a essere un’insegnante di musica rispettata e dignitosa non è un’ipotesi che può lasciar presagire una vita felice?


Gemma Pedrini,

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Ci sono persone che desiderano poco, per loro fortuna. Non hanno il cuore piccolo, ma una speranza grande: hanno fiducia che in ogni giornata spesa a fondo, faticosamente e onestamente, ci sia un compenso di soddisfazione incomparabile alla logica dei milioni. Lo sappiamo tutti, in fondo, eppure ci tocca sorbirci uno stillicidio di suggestioni che vanno in direzione contraria. Per ora Emily Zamourka ha accettato con gioia il regalo fattole dalla Polizia di Los Angeles: un nuovo violino.

Il marinaio per vivere e godersi il mare ha certo bisogno di un remo, sul transatlantico con discoteca e ristoranti forse si deprime.

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