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Ci si può separare restando amici dell’ex?

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Orfa Astorga - pubblicato il 02/10/19

Cosa succede quando una coppia pensa di separarsi e cerca di mantenere l'amicizia per il bene dei figli?

Dei giovani sposi mi hanno consultato sui problemi che affrontavano continuamente e rovinavano il loro rapporto. Avevano a che vedere soprattutto con il fatto che lei si sentiva insoddisfatta nella sua necessità di sentirsi amata, lui in quella di sentirsi rispettato.

“Sono problemi risolvibili”, ho detto.

“Stiamo pensando che, se non riusciremo a risolvere le nostre problematiche, e anche se ci amiamo, forse la cosa migliore è separarsi definitivamente, e con la buona volontà rimanere amici per il bene dei nostri figli”.

“Prima di iniziare una terapia”, ho proposto, “bisogna chiarire certi errori di applicazione dei termini che indicano una visione errata della soluzione ai vostri problemi: amore coniugale, buona volontà, amicizia”.

Sulla buona volontà

Non si tratta della buona volontà che si può avere nei confronti di chi si conosce appena, o di qualcuno di cui si ha solo una percezione positiva. Evidentemente non si può rimanere alla condizione di estranei. Si tratta della volontà di amare chi si può sempre conoscere di più sul piano dell’intimità, per conquistare nuove vette nell’unione, con la volontà di amare come l’altro vuole essere amato.

Sull’amicizia

Non si tratta neanche di quel rapporto di affetto, simpatia e fiducia che si stabilisce tra persone che possono essere o meno dello stesso sangue, e tra cui esiste una certa affinità e un legame affettivo. Si tratta invece dell’amicizia nella consapevolezza che si condivide tra coniugi e per cui si è fedeli a un progetto e a un impegno, le cui proprietà essenziali sono l’unità e l’indissolubilità.

Sull’amore coniugale

Non ha nulla a che vedere con la buona volontà nei confronti degli estranei, o con l’amicizia che non implica l’unione di intimità in una sola carne e un solo spirito. L’amore coniugale percorre un’altra strada, facendo sì che due anime non si assistano solo in quello che identifica o incoraggia, ma in quello che si ama e dispone alla ricerca del bene dell’altro, fino all’abnegazione e al sacrificio, come affermazione gioiosa della dedizione. L’amore coniugale è innanzitutto un amore personale, che si ha nei confronti di una certa persona come uomo o donna, al margine delle sue caratteristiche positive o negative.




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Separarsi senza lottare per il matrimonio o cercare di essere solo amici è quindi un tentativo di salvare la consapevolezza in cui si è snaturato l’amore personale.

  • L’amore coniugale non può dipendere da virtù o qualità, da desideri sessuali, emozioni o sentimenti, né dalla coincidenza di gusti, affetti e modi di pensare o di sentire.
  • Non può dipendere neanche dal non affrontare difficoltà, differenze e prove.
  • È innanzitutto l’amore di una volontà accompagnata da sentimenti, per cui si stabilisce un vero impegno.
  • Un impegno che può essere una fonte inesauribile di capacità per superare gli ostacoli.

Quando l’amore coniugale viene trascurato o si smette di lottare per lui, si aprono le porte alle giustificazioni, non cercando più la soluzione alle disfunzioni del matrimonio.

È allora che una o entrambe le parti cercano alternative false, provando a basarle sul malinteso di un’amicizia o della buona volontà come sostituto dell’amore coniugale con atteggiamenti come:

  • Separarsi e cercare di essere amici, come una sorta di lieto fine, nel tentativo di salvare la consapevolezza del tradimento e di cercare di risarcire il danno, soprattutto quello nei confronti dei figli.
  • Separarsi e trattarsi amichevolmente per portare avanti gli accordi presi nel modo più conveniente e curare l’immagine che gli altri hanno nei propri confronti.
  • Cercare di far sì che il tempo e i modi amichevoli cancellino le ferite dell’amore.

Nel nostro studio realizziamo una terapia che mira a recuperare il senso con cui si applicano al matrimonio i termini usati da questi coniugi, ma stavolta come amore coniugale, amicizia nella consapevolezza e volontà di amare.

Ho suggerito alla coppia di meditare profondamente su queste verità e di tornare per ricevere aiuto, ma ora con la certezza che “Non è che non si possa fare altro”, ma “Non potete, né dovete, fare di meno per salvare il vostro matrimonio”.

Marito e moglie hanno deciso di ricominciare.

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