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Spiritualità
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In caso di crisi spirituale, queste 4 parole delineano un cammino per riprendersi

WOMAN PRAYING,CHURCH PEWS

No-Te Eksarunchai | Shutterstock

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 02/10/19

Quattro abitudini per mantenersi spiritualmente sani e salvi

Quanto è buona la vostra memoria? Invecchiando, le persone possono ricordare la canzone preferita di quando andavano al liceo e il motivetto di una pubblicità che sentivano alla radio decenni fa, e magari non ricordano quello che hanno mangiato a colazione il giorno prima.

Ora facciamo una domanda più difficile: quanto è buona la vostra memoria quando siete sotto stress? Può essere una questione di vita o di morte. Chi lavora in campi in cui un errore significa disastro (o peggio) – ad esempio piloti, soldati, pompieri, medici… – concorda nel dire che nei momenti di crisi le persone fanno ciò che hanno già sperimentato ripetutamente.

Come si può mettere a frutto questo fatto quando ci troviamo in momenti di disperazione, tentazione o anche aridità spirituale?

Vorrei raccomandarvi quattro parole da mettere in pratica, che possono essere facilmente imparate a memoria, comprese e messe in pratica. Possono diventare una parte di noi così abituale da guidarci quando ci troviamo in momenti di difficoltà spirituale.

Ecco le quattro parole: alacrità, docilità, umiltà, generosità.

ALACRITÀ: William Shakespeare, nel suo Riccardo III, parlava di “alacrità di spirito”, ovvero gioiosa prontezza. A differenza della cautela o della prudenza, legate alla preservazione di sé, l’alacrità è una vigilanza volta a far fronte alle necessità altrui o a rispondere alla chiamata del dovere del momento. Questa vigilanza viene mantenuta in modo gioioso, piuttosto che a malincuore o con risentimento.

UMILTÀ: L’alacrità ha un complemento nell’umiltà, che è davvero una sorta di veracità, un’abitudine di dire la verità sulla sovrabbondanza di Dio e la nostra povertà. Dio è sommamente buono, santo, saggio e amorevole – e noi no. Dio è pienamente autosufficiente – e noi no. Dio è sempre gioioso – e noi no. Il secolarismo ci dice che non abbiamo bisogno di Dio, e Satana che possiamo diventare come Dio. L’umiltà ci dice la verità, una verità dolorosa che può risparmiarci molte ferite e prepararci per un bene maggiore.

DOCILITÀ: I due aspetti dell’umiltà ci preparano alla docilità, cioè a poter essere istruiti. Alla luce della pienezza di Dio e del nostro vuoto, come possiamo non voler ricevere? Se ci troviamo in catene, come possiamo non accogliere la verità che ci renderà liberi?

GENEROSITÀ: La franchezza e l’apertura che derivano dalla docilità dovrebbero portarci alla gioiosa generosità, espressa bene nell’espressione latina “Do ut des”, “Do perché tu dia”. Un’immagine può chiarire meglio questa frase: quando avevo circa quattro anni, mio padre aveva piantato un giardino nel cortile di casa. I fiori più belli erano i gigli tigrati. Mi affascinavano. Un giorno mio padre ne ha colto uno, me lo ha messo in mano e mi ha detto: “Vai a portarlo alla mamma”. Sono entrato in cucina correndo e gridando: “MAMMA! GUARDA COS’HO PER TE!” Ero felice come se il fiore lo avessi fabbricato io.

Cos’ha fatto mio padre per me? Non ha semplicemente ucciso un fiore dandomi il compito di portarne il cadavere a mia madre. No, mi ha permesso di poter fare un regalo a mia madre. In quel gesto c’era una grande saggezza.

Sant’Ignazio di Loyola ci ha insegnato che a chi ama piace scambiare doni, dare ciò che ha alle persone a cui vuole bene.

Quando Dio ci offre un dono, ci dà anche il dono di essere in grado di fare un regalo. Ci offre il dono di diventare datori di doni, a imitazione di Lui. Intesa in questo modo, la generosità è un’opportunità privilegiata di condividere la gioia di amare come ama Dio.

Qual è la morale di questa storia? Semplicemente questa: con la grazia di Dio, possiamo allenarci ad essere provvidi, veri, saggi e generosi, a imitazione di Dio. Quando siamo aridi, disperiamo o siamo tentati, richiamare queste quattro parole – alacrità, umiltà, docilità, generosità – può aiutarci a trovare grazia e luce in momenti o anche in periodi di oscurità. Decidete di iniziare oggi, e col tempo potranno diventare abitudini da avere a portata di mano quando il vento di tempesta inizierà a soffiare.

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