di María Belén Andrada
Il video che condivido oggi ci dice molto dell’atteggiamento positivo che possiamo assumere di fronte a situazioni poco favorevoli. Mi ha ricordato la frase di San Francesco di Sales: “Nulla chiedere, nulla rifiutare”. Ringraziare per tutto, prendere tutto come un dono di un Padre che sa ciò che fa. E allora, come dicono i protagonisti dello spot, “se deve piovere piova”.
Credo che sia uno di quei video che servono per motivarsi quando si è un po’ giù. Le signore fanno un bel discorso, ci scuotono un po’, e siamo pronti ad affrontare le difficoltà che ci toccano. Ma se non diamo un senso soprannaturale a questo impulso, a questa motivazione, non credo che duri. Abbiamo bisogno di qualcosa di più di animi umani, perché a volte sono proprio questi che umanamente non riusciamo a ottenere o a mantenere.
Per questo vorrei parlare della parte meno romantica del ballare sotto la pioggia, delle cose che avrei voluto che mi dicessero su quello che implicava, per imparare a farlo meglio.
Ballare sotto la pioggia è anche una tragedia di cui dobbiamo approfittare
Non è facile avere un atteggiamento tale da dire “Se deve piovere piova”. Anche la scena finale, di grande gioia, a molte donne non sembrerà reale. Chi è contenta di vedere che piove quando esce dal parrucchiere? Ha appena speso dei soldi per farsi asciugare i capelli e in un attimo si ritrova a ballare sotto il diluvio. Almeno è stata questa la prima cosa che ho visto vedendo la pubblicità.
Può sembrare una sciocchezza, ma non è piacevole, come non ci sono “piccole tragedie”. Anche quelle che sembrano cose di poco conto sono opportunità per negare noi stessi, per esercitarci nella virtù dell’abbandono.
E meno male! Perché alla fine dei conti abbiamo più piccoli dispiaceri che possiamo trasformare in gioie soprannaturali e offerte a Dio che grandi contraddizioni, ed è l’esercizio nelle piccole cose che ci prepara per quando ci troviamo ad affrontare le grandi sfide.
E allora, quando si brucia il riso, quando all’esame ci viene chiesto proprio il capitolo che non siamo riusciti a studiare, quando l’autobus è in ritardo, quando il capo è particolarmente esigente…, ricordiamo che stiamo imparando a sorridere sotto la pioggia. Possiamo ripetere la giaculatoria “Omnia in bonum”, “Tutto per il bene”. Perché, come direbbe San Paolo, tutto ridonda nel bene di chi accetta la volontà di Dio, che è lo stesso che amare Lui.
I santi, anche quelli che hanno sofferto di più, hanno concordato nel fatto che accettando le pene come giunte per amore di Dio sono stati davvero felici. Ma attenzione! Una felicità con radici soprannaturali. Come diceva San Josemaría Escrivá, “la gioia cristiana non è fisiologica: la sua base è al di sopra della malattia e della contraddizione. La gioia non è un tripudio di campane o di balli popolari. La vera gioia è qualcosa di più intimo: qualcosa che ci fa sentire sereni, traboccanti di allegria, anche se a volte il volto resta severo”.