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Spiritualità
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Come porre fine alle ingiustizie di fronte alle quali non posso far nulla?

PRAYING

P Deliss | GODONG

padre Carlos Padilla - pubblicato il 01/10/19

Non è facile, però posso farlo. Posso percorrere quell'infinita distanza che separa due cuori ponendo fine all'indifferenza

Non ho bisogno che un morto arrivi dall’aldilà per convincermi della verità. Io stesso so cos’è bene e cos’è male. So come bisogna affrontare le paure e le ingiustizie.

So che non serve a molto accelerare lo scorrere del tempo, perché devo solo essere paziente. Non posso cambiare le cose ingiuste, ma posso cambiare l’atteggiamento del mio cuore.

Non posso salvare tutti i poveri che hanno bisogno di tante cose, ma posso guardare il mendicante, il Lazzaro che sta accanto alla mia porta.

Basta che lo veda. Solo uno sguardo su un Lazzaro invisibile cambia la mia vita. Se potessi cambiare nel profondo…

Mi è chiaro che ho bisogno solo di ascoltare i profeti che con la loro vita mi insegnano un nuovo modo di vivere e di guardare.

Posso cambiare se capisco cosa devo fare? Non ne sono così sicuro. Spesso dubito delle mie forze. Non so se sono capace di fare le cose in modo diverso. Di cambiare il mio atteggiamento interiore. Di smettere di temere per le mie cose, per il mio tempo, per pensare solo a chi sta male e ha bisogno delle mie cure. Cambiare progetti, adattare la mia agenda, rinunciare al mio tempo.

Chi ha bisogno di me ora è Gesù in carne umana. Nella sua debolezza solo io posso dargli forza. Nella sua solitudine solo io posso vederlo e donargli il mio amore. Nella sua povertà solo io posso alleviare quell’ingiustizia.

Non è facile, ma posso farlo.

Posso percorrere la distanza infinita che esiste tra due cuori. Non è la distanza fisica. È una distanza profonda che mi separa. Un’indifferenza incisa nella mia anima. Un lungo cammino che va dalla mia necessità a quella del mio prossimo.

Un cammino che voglio percorrere con le mie forze ma non mi sento capace di farlo. Dubito delle mie forze. Dio potrà compiere il miracolo nel mio cuore egoista?

Uno sguardo più ampio, più profondo. Una capacità di vedere la verità delle cose e non fermarmi alle apparenze. Quel dono di guardare chi è accanto a me anziché pensare solo alle mie cose. Voglio raggiungere questo. Non so se potrò farlo.

Non so se Maria mi cambia tanto, per quanto io vada al santuario a offrirle la vita. Voglio una trasformazione profonda e vera. Un cambiamento che arrivi alle basi della mia anima. Dice padre Josef Kentenich:

“Nel suo santuario Maria ci concede la grazia del radicamento spirituale, ma anche della trasformazione spirituale. La ragione viene trasformata, riceve una nuova luce, diventa capace di vedere le cose sotto la luce divina. Si trasforma anche la volontà. A cosa si mira con questa trasformazione? Chi non lo vede chiaramente e non aspira a questa audacia resta a un livello superficiale. Forse è un buon oratore, ma alla lunga non si irradierà da lui alcuna forza di attrazione. Ma chi ha Dio come compagno, o meglio detto come Padre, vincerà sempre, perché Dio è appunto Dio. L’uomo ancorato nell’aldilà è in definitiva un uomo sicuro della vittoria”.

Voglio vivere ancorato nel mondo di Dio per poter irradiare una forza che viene da Lui. Una forza che trasforma utilizzando la mia carne. Una luce che irradia dal mio modo di vedere la vita.

Ci sono persone così. Che indipendentemente da quello che vivono hanno luce. Nella salute sono un’oasi di pace e speranza per chi ha bisogno di consolazione. Nella malattia hanno una pace di fronte alle avversità che si scontra con la loro fragilità.

Nella loro fiducia radicata in Dio si diluiscono tutte le paure. Nella loro integrità quando il mare è agitato sembra che si sostenga l’universo, tanto sembrano integri e di Dio. Come se stessero con Lui e al contempo con me.

Il loro modo di guardare è quello di Dio stesso. È una finestra aperta dal cielo. Con una forza che sembra impossibile. E supera le forze umane quando sono poche.

Questo modo di vivere la salute e la malattia, la paura e la fiducia, è quello che mi fa credere con più forza nel Dio della mia vita. Nei suoi occhi vedo gli occhi di Gesù. E allora confido. Non temo più. Sorrido.

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