Ci sono peccati più gravi e peccati meno gravi. Lo afferma Papa Francesco nel colloquio con i gesuiti del Mozambico che ha incontrato nel recente viaggio in Africa, riportato dal direttore de “La Civiltà Cattolica” Antonio Spadaro e anticipato da Repubblica (24 settembre).
Il sesto comandamento
Prima di arrivare a distinguere i peccati, Francesco alza l’indice ancora una volta contro il clericalismo, uno dei peggiori mali, secondo il Papa, che attanagliano oggi la Chiesa.
Il clericalismo «ha come diretta conseguenza la rigidità. Non avete mai visto giovani sacerdoti tutti rigidi in tonaca nera e cappello a forma del pianeta Saturno in testa? Dietro a tutto il rigido clericalismo ci sono seri problemi. Una delle dimensioni del clericalismo è la fissazione morale esclusiva sul sesto comandamento» (Non commettere atti impuri, ndr).
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Il gesuita e i peccati
Una volta un gesuita «mi disse di stare attento nel dare l’assoluzione, perché i peccati più gravi sono quelli che hanno una maggiore ‘angelicità’: orgoglio, arroganza, dominio. E i meno gravi sono quelli che hanno minore angelicità, quali la gola e la lussuria. Ci si concentra sul sesso e poi non si dà peso all’ingiustizia sociale, alla calunnia, ai pettegolezzi, alle menzogne».