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Da musicista di cabaret a Parigi a sacerdote missionario in Iraq grazie a Padre Pio

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Aleteia - pubblicato il 26/09/19

L'incredibile percorso del giovane francese che ha iniziato a scoprire la sua vocazione missionaria vedendo il volto di un frate stampato su un libro

1968: il giovane francese Jean Marie Benjamin conduceva una vita mondana a Parigi, aveva inciso due dischi, stava componendo la sua prima sinfonia e lavorava come musicista in uno dei cabaret della capitale francese. Coltivava anche un certo interesse per la vita spirituale e leggeva libri sul tema. Di tanto in tanto entrava in una chiesa, ma non si spingeva molto oltre.

La fotografia di Padre Pio

Una sera stava cenando a casa di un amico e vide un libro su Padre Pio. Nella fotografia di copertina del testo, che riportava il volto del santo frate cappuccino, intravide qualcosa che lo attirò al punto da chiedere in prestito quel libro, leggerlo in una sola notte e decidere di recarsi a San Giovanni Rotondo per conoscere personalmente quel sacerdote così accattivante.

L’incontro personale

A San Giovanni Rotondo, Jean Marie conobbe un italiano, Marco, professore di Letteratura, che gli raccomandò di andare alla Messa delle cinque del mattino se voleva cercare di confessarsi con Padre Pio, cosa che non sarebbe stata facile, sia per l’affluenza di centinaia di fedeli che perché il frate non ascoltava più Confessioni di stranieri.

Jean Marie seguì il consiglio, e la mattina dopo vide dal vivo un Padre Pio già molto anziano, sulla sedia a rotelle, piegato dal dolore delle stigmate della Passione di Cristo e che tuttavia veniva contemplato da tutti con un grado di ammirazione al di là di quello che si può descrivere.

“L’emozione è grande”, ha testimoniato Jean Marie all’agenzia ACI Stampa. “Mancano i termini, le espressioni, il modo giusto per raccontare cosa sta accadendo”.

Anche gli uccelli alle finestre della chiesa sono rimasti in silenzio in quell’istante.

Finalmente, la Confessione

Quel giorno Jean Marie non riuscì a confessarsi. Nei tre giorni successivi Padre Pio era molto stanco e la sua salute era fortemente indebolita. Avrebbe lasciato questo mondo quello stesso anno, pochi mesi dopo.

Domenica 8 marzo, però, non appena la porta della chiesa venne aperta Jean Marie corse per sedersi in prima fila tra coloro che aspettavano per ricevere il sacramento della Riconciliazione.

Quando arrivò il suo turno, Jean Marie sentì da Padre Pio una domanda posta lentamente, come se sapesse che il ragazzo non parlava italiano:

“Da quanto tempo non ti si confessato?”

Il musicista gli parlò un po’ in francese, e il frate ripeté la domanda. Jean Marie rispose che non si ricordava da quanto non si confessava.

“Padre Pio alza la mano agitandola da destra a sinistra tre, quattro volte, fa un rumore che sembra essere un lungo no. Poi Padre Pio mi dice il giorno, il mese, l’anno della mia ultima confessione. Era un 13 luglio. E allora ricordo: mi ero confessato in Costa d’Avorio, durante un viaggio in Africa con i miei genitori”.

Dopo un lungo silenzio, il giovane chiese la benedizione di Padre Pio, che guardandolo profondamente negli occhi gli disse: “Va’ a vedere un prete francese”.

Jean Marie toccò le sue stigmate e sentì “un calore” impressionante e la forte presenza di Dio. Tornò a Parigi rinnovato da quello che descrisse come “una forza nuova”.

… e un’altra Confessione

Quando, il 23 settembre di quell’anno, giunse la notizia della morte di Padre Pio, Jean Marie pianse, e ricordò che il frate gli aveva detto di confessarsi con un sacerdote francese. Non lo aveva ancora fatto, non ci aveva neanche più pensato.

“Decisi di prendere una metropolitana e di fermarmi ad una stazione qualsiasi, uscire, camminare, entrare nella prima chiesa che avrei trovato sulla mia strada”.

Scese a Notre Dame des Victoires, vide una chiesa, trovò due confessionali liberi, entrò in uno di questi e disse al sacerdote: “Padre, le dico la verità, non so come confessarmi, ma vengo da parte di padre Pio”.

Il sacerdote ascoltò il suo racconto e gli disse: “È molto bello questo che ti è accaduto. Se ho capito bene, nessuno ti aveva dato il mio nome per venirmi a trovarmi. Ti avrà guidato padre Pio. Sai perché ne sono convinto. Sono padre Reveilhac, e sono responsabile della raccolta dei fondi in Francia per la Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale di Padre Pio. Vado due volte l’anno a San Giovanni Rotondo, e ogni volta vedo padre Pio. Questo da circa 30 anni”.

La vocazione matura

Padre Reveilhac divenne direttore spirituale di Jean Marie Benjamin. Man mano che cresceva nella fede e nella vita spirituale, il ragazzo si sentiva chiamato al sacerdozio, ma il suo direttore gli chiese di aspettare, perché la sua vocazione non era ancora matura.

“Con il tempo ho capito che padre Reveilhac aveva ragione: non so se avrei potuto cambiare stile di vita, così all’istante, lasciare la musica, le composizioni, gli studi di registrazione, i concerti”.

A poco a poco, Jean Marie ha scoperto e intraprese nuove attività. Dal 1983 al 1988 ha lavorato nello studio delle Nazioni Unite a Genova, dove una delle sue responsabilità era organizzare eventi del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF).

Nel marzo 1988, dopo un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, ha deciso di diventare sacerdote.

Un percorso mai immaginato

Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 26 ottobre 1991, e fino al 1994 è stato assistente del cardinale Casaroli, inviato speciale del Vaticano per le missioni diplomatiche e segretario emerito dello Stato vaticano.

Nel 1995 ha prodotto il suo primo film su Padre Pio, trasmesso dalla RAI.

Nel 1998 ha prodotto in Iraq un documentario sulle culture ancestrali e ha testimoniato la tragedia degli iracheni vittime delle radiazioni di uranio delle armi statunitensi e britanniche, il che lo ha portato a concentrarsi sul lavoro umanitario e sulla denuncia di quella situazione drammatica ai mezzi di comunicazione.

Da allora al 2003 è tornato varie volte nel Paese. Tre libri e due documentari riferiscono ciò che ha visto e vissuto in quei viaggi.

Nel 2003 ha organizzato l’incontro tra Papa San Giovanni Paolo II e il Primo Ministro iracheno Tareq Aziz in Italia.

Ancora oggi padre Jean Marie Benjamin si dedica al lavoro umanitario in Iraq.

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