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Il battesimo di Gesù: perché?

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 12/09/19

Un libro agile edito dalle Dehoniane per affrontare il tema, ineludibile, della figura storica del Signore e come la conoscenza storiografica impatti sulla fede

Chi è Gesù? Lo conosciamo davvero? Sappiamo chi è la figura storica del Signore? Un libricino firmato dal giovane Piotr Zygulski, dottorando di teologia presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano e animatore della rivista di dibattito ecclesiale Nipoti di Maritain, guida il lettore non specializzato nel terreno difficile della critica storica, accompagnandolo con un testo agile (circa un centinaio di pagine), un tono colloquiale, e soprattutto un’ampia bibliografia che non viene mai imposta al lettore, ma solo suggerita come per dare indicazioni per future letture. In questo testo “Il battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei vangeli” (edizioni Dehoniane, 11 euro) si analizza appunto uno degli eventi più importanti narrato dai vangeli, ciascuno con le sue peculiarità, perfino con le sue contraddizioni che, senza timore e senza pruderie, l’autore annota e sottolinea ma solo per farne una sintesi più alta. Il suo scopo è quello di purificare il lettore dai suoi pre-giudizi, da quello che pensa di sapere di e su Gesù e aiutarlo a capire cosa sappiamo davvero, cosa la storiografia, la filologia, l’archeologia, hanno da dire e da mostrare e di come la teologia – che non è una cosa fumosa, ma la fede che si fa domande – possa integrarle per comprendere meglio la Seconda Persona della Trinità. Non per metterla in discussione, ma per capirla meglio.

Ecco che l’episodio del battesimo è un esempio di questa indagine sul Gesù uomo che, in carne e ossa, per oltre trent’anni ha vissuto e poi predicato tra la Galilea e la Palestina, da Nazareth a Gerusalemme. Torniamo così alle domande iniziali:

Chi è per te Gesù? Cosa sai del battesimo? Se pensi di avere fede, su cosa la fondi? […] Come già presagivano alcuni profeti dello scorso secolo, è sotto gli occhi di tutti che siamo circondati da donne e uomini buoni che vivono un cristianesimo convenzionale. Essi cercano di rifugiarsi nelle «sicurezze» della pratica di devozioni […] lì manca la convivialità, […] la gioiosa relazione con Lui. In altri casi assistiamo a letture troppo «spiritualistiche» non autenticamente spirituali in senso cristiano, poiché di fatto sono disincarnate. Oppure Gesù viene visto come l’«amicone», ma forse non si conosce bene la sua storia. Si tratta di tentazioni alle quali siamo continuamente esposti (ivi pp 14-15)

Ma di cosa si preoccupava Gesù? Rispondendo a questa domanda ci avvicineremo a comprenderne le motivazioni e dunque il suo agire e i suoi sentimenti. Lui, alla domanda, rispondeva così: «Il Regno di Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33). La sua preoccupazione, il suo stile era, in una parola, la misericordia. Ecco allora che un cristiano che voglia approfondire la sua fede si deve confrontare anche con ciò che sembra strano o scandaloso. Del resto per la stessa comunità dei giudei e per il mondo antico che ricevette la prima evangelizzazione la Croce stessa è motivo di scandalo. L’episodio del battesimo di Gesù è uno di quei passaggi scandalosi: perché si fatto battezzare se non aveva peccato? Qui il libricino di Zygulski vira fortemente verso le scienze storiche invitando il lettore a spogliarsi della propria fede e cercare di capire profondamente le motivazioni di quel Gesù, ebreo e profeta, uomo del suo tempo. Del resto lo stesso Joseph Ratzinger – ci ricorda l’autore – invitava a meditare in profondità e senza paura su queste pagine del Vangelo. Come dice Federico Ferrari sull’Osservatore Romano a proposito di questo libro:

Troppo spesso infatti i fedeli cattolici, per disinteresse dei parroci o per una loro deliberata scelta di omettere questi temi nella propria pastorale, non hanno alcuna familiarità con le ricerche sulla genesi del cristianesimo e delle Sacre Scritture. Per la loro religiosità si lasciano irretire da interpretazioni che non sono genuinamente spirituali, ma spiritualistiche, nel senso che trattano Gesù come un ente disincarnato, e ignorano quali meraviglie potrebbero dischiudersi loro da una lettura dei Vangeli situati nel loro contesto storico.

Sulla stessa lunghezza d’onda Federico Adinolfi su Settimana News dice alcune parole benevole che vale la pena riprendere:

[…]  non si tratta certo di suscitare nel lettore reazioni di shock e di straniamento fini a se stesse (ancorché salutari). Al contrario: al rigore dell’indagine storica in Zygulski s’accompagna costantemente una fraterna attenzione alla sensibilità e ai dubbi del credente, percorrendo in tal modo una felice via mediana tra la Scilla della confusione tra storia e fede e la Cariddi di una loro ermetica separazione. Non che quest’ultima sia in linea di principio errata, essendo evidente che lo storico non necessita di alcun tipo di fede per poter svolgere adeguatamente il proprio lavoro […] E tuttavia il dialogo tra le due prospettive, pur nel rispetto rigoroso della reciproca autonomia, è senz’altro un’opzione preferibile in rapporto ai destinatari principali del libro, ossia lettori credenti non abituati ad accostarsi ai fondamenti della loro fede da un punto di vista storico (per quanto l’autore ci tenga giustamente a sottolineare di rivolgersi anche ai lettori non credenti).

Il lavoro di Piotr dunque è interessante, smuove l’intelletto e il cuore del lettore, che sia un esperto o meno di storia del cristianesimo o di esegesi biblica, sarà dunque utile confrontarsi con questo libricino e magari con le presentazioni che via via verranno fatte certamente dall’autore in giro per l’Italia.

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