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Cos’ha a che vedere “Il Signore degli Anelli” con la mia lotta contro la pornografia?

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Catholic Link - pubblicato il 20/09/19

di Matías Conocchiari

È stato il primo romanzo che mi è capitato tra le mani. L’ho detto dalla prima all’ultima pagina in meno di sei mesi. Mi meravigliavano i dettagli, le avventure e i dialoghi. L’inizio di ogni capitolo era come cominciare una nuova ricerca e trovare un grande tesoro. Col passare degli anni, come accade a un buon vino, il romanzo è diventato più gustoso. O sono stato io ad averlo capito meglio?

A che romanzo mi riferisco? Il Signore degli Anelli, una fantastica opera letteraria di un uomo nobile e patito, sognatore e audace: Tolkien. Qualche giorno fa ho visto un film su di lui, intitolato proprio Tolkien, e mi ha spinto a scrivere.

Lo scrittore ha inventato un mondo, un universo, una lingua, una cultura. Incredibile, vero? Quanto è bello quando uno spirito umano scopre la sua passione ed è capace di farla crescere per il diletto di tutti! Questo grande uomo ha dato alla luce un mondo nuovo. Ha trascritto con carta e penna il suo mondo interiore.

Battaglie, avventure, comunità di amici, tradimenti, odio, amore, trionfi, perdite, pianti, tesori, sogni, destino, eternità. La penna di un uomo ci insegna che nella vita ci saranno delle lotte. Come per voi che come me lottate con la pornografia.

La trappola e l’inganno della pornografia

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New Line

Questo incantesimo che crediamo ci darà la felicità o un rifugio. Quell’“Unico Anello” che ci rende apparentemente invisibili e ci dà un istante di gioia a costo della nostra morte o del rimanere alla mercè di quel signore oscuro che vede tutto. Perché quando ti menti con l’unico anello della pornografia, all’inizio non te ne rendi conto, ma col passare del tempo vuoi trascorrerci più ore, come se fosse l’unica cosa che esiste nella “terra di mezzo” della propria vita.

Si può arrivare a sacrificare amici, fratelli, lavoro, la propria vita, com’è accaduto al buon Smeagol. Convertito, trasformato e oltraggiato dall’anello, fino a diventare un essere irriconoscibile: Gollum. Un essere egoista, solitario, il cui destino è stato una prosecuzione della sua vita: vagare senza una direzione, ipnotizzato dall’anello.

Sono tante le analogie che potremmo trovare tra questa saga e la pornografia. Ne elenco solo due: la prima è l’amicizia, la seconda l’umiltà dei piccoli.

1. L’amicizia

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New Line Cinema

Immagine tratta dal trailer de Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell’Anello

Lo so bene per esperienza personale. Disfarci dell’“Unico Anello” della pornografia è un’avventura impossibile quasi quanto arrivare alle porte di Mordor. L’anello ti reclama e non vuole che lo lasci andare, che lo abbandoni. Si rifiuta.

Vuole che tu lo possegga, per finire per essere posseduto da lui. L’avventura in solitaria è impossibile. L’anello viene distrutto nel fuoco di Mordor grazie all’amicizia. Grazie alla cooperazione eroica di molti.

Non è stato solo lo sforzo instancabile di Frodo e Sam, ma anche la saggezza di Gandalf, la magia degli elfi, la tenacia dei nani e il coraggio di Aragorn. Pensate di poter vincere la pornografia da soli? Avete bisogno di una “Compagnia dell’Anello”.

2. L’umiltà

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New Line Cinema

Immagine tratta dal trailer de Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re

Il secondo grande insegnamento di quest’opera è l’umiltà dei piccoli. Ricordate una delle scene più grandiose del film? È quasi alla fine dell’episodio Il Ritorno del Re. È il momento in cui tutti, inclusi il neoincoronato re di Gondor, si inginocchiano e rendono onore agli eroi, gli hobbit. I piccoli, gli umili. Nessuno avrebbe scommesso su di loro, eppure alla fine sono decisivi per la salvezza del mondo.

Per vincere la pornografia dobbiamo diventare piccoli, umili. Sapere che da soli non ce la facciamo, che non abbiamo la forza sufficiente per vincere quel “Sauron” che vede tutto. Abbiamo bisogno dell’umiltà per riconoscere che siamo fragili. Umiltà per chiedere aiuto, in primo luogo a Dio, che ci cura e ci accoglie con amore di Padre misericordioso. Umiltà per fuggire davanti al pericolo o per chiedere perdono davanti a una ricaduta.

Servono perdono e pazienza, sapendo che Sauron non si vince da un giorno all’altro né con la forza, ma con saggezza e umiltà. Alla fine, chi è semplice trionferà. E voi, cosa farete con quell’Anello?

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