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Una suora è guarita dopo la visione di San Benedetto Labre

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 12/09/19

“In nome di Dio e della SS. Trinità alzati! Sei guarita! Domani devi essere con le altre nel coro all’esposizione del Santissimo Sacramento, per cantare il Santo Ufficio!"

San Benedetto Giuseppe Labre, detto il vagabondo di Dio nacque ad Amettes, in Francia, il 26 marzo 1748 e morì a Roma il 16 aprile 1783.

Nel 1770, mentre si trovava a Chieri, capì che la sua reale vocazione era di essere come vagabondo di Dio, predicando il Vangelo con l’esempio di un’umiltà e povertà estreme. Cominciò così a viaggiare per visitare i più famosi santuari europei, e fece pellegrinaggi in Germania, Francia, Spagna e Italia: si calcola che in poco meno di 14 anni abbia percorso circa 30.000 chilometri.

Dormiva per strada, vivendo di offerte anche se non chiedeva l’elemosina, e donava ad altri tutto quello che considerava superfluo. Si vestiva in maniera semplice, sulle spalle portava un sacco in cui aveva qualcosa da mangiare e le uniche cose che possedeva erano: un Vangelo, un breviario, il libro Imitazione di Cristo, alcuni libri di devozione spirituale e il rosario che portava al collo.

Tra i miracoli presi in visione durante il processo per la beatificazione di Benedetto, si trova anche il seguente fatto, che avvenne due anni dopo la morte del Santo, il 6 luglio 1785: La suora benedettina Maria Melchiora Crocifissa Testasecca, era mortalmente malata, nel convento di San Paolo di Bivona (diocesi di Girgenti). Tre medici l’avevano curata per sei mesi ed ora avevano dato per persa ogni speranza.




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Una consorella, molto addolorata all’idea della perdita di suor Maria, si rivolse al Cuore di Gesù, pregandolo che salvasse la malata per i meriti di Benedetto Labre. Durante un breve sonno in cui suor Maria Melchiora cadde la notte seguente, le parve di vedere nella stanza, ad una certa distanza dal letto, un pellegrino, così splendente e bello che i raggi che ne partivano illuminavano tutto come un sole. Quando le si fu avvicinato, egli disse in modo gioioso e gentile:

Sai chi sono? Sono Benedetto Giuseppe Labre, morto a Roma. Sappi che sono mandato da Dio per ridarti la salute. Dio te la dà per il nobile atto ch’Egli tanto gradì e che tu compisti nel preferire di morire nella Sua casa piuttosto che cercar la salute in casa tua. Per ricompensa Dio ti concede la guarigione per mezzo mio, affinché tu possa cantare nel coro le Sue Lodi”. Poi intinse un dito in un vasetto che aveva in mano e che conteneva un liquido molto profumato e le fece il segno della croce dicendo:In nome di Dio e della SS. Trinità alzati! Sei guarita! Domani devi essere con le altre nel coro all’esposizione del SS. Sacramento, per cantare il S. Ufficio; e devi intonare con le altre suore l’inno “Te Deum laudamus”, in ringraziamento della grazia ottenuta”.



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