La clausura raccontata dall’erede di madre Anna Maria Canopi.
Madre Maria Grazia Girolimetto, nata 56 anni fa in un paese della Brianza, lo scorso novembre è stata eletta badessa dalle più di cento consorelle (settanta sull’ isola, più di trenta in altri luoghi del Nord Italia), nel monastero benedettino Mater Ecclesiae dell’isola di San Giulio, sul lago d’ Orta.
Madre Canopi, nel 1973 – chiamata dall’allora vescovo di Novara, Aldo Del Monte – aveva strappato ai rovi l’ex seminario abbandonato per farlo diventare ben presto un monastero, diventato faro per la spiritualità cristiana. Il 21 marzo, quando “la Madre” è mancata a 87 anni, anche madre Maria Grazia era lì, insieme alle consorelle. «È morta proprio come desiderava, circondata da tutte noi in preghiera», ricorda. «È come se l’avessimo dolcemente consegnata nelle mani del Signore, il che ci ha dato una grande pace: non ci siamo mai sentite orfane».
“Mi colpivano mitezza e silenzio interiore”
«“Coraggio e pazienza” mi diceva sempre – sottolinea Madre Maria Grazia – soprattutto quando io ero già badessa. Sono stati mesi molto preziosi per me: pur essendo lei in disparte, era per me il bastone cui appoggiarmi, la mano del Signore sicura che con lungimiranza sapeva indirizzarmi. Era una donna molto forte e molto dolce, all’apparenza esile, ma tanto robusta nella fede. Mi colpivano la mitezza e il silenzio interiore ed esteriore con cui accoglieva il bene e si lasciava ferire dal male, senza mai avere un moto d’ impazienza. (…) Tuttora la sento molto presente».
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In principio fu il cardinale Martini
L’erede di Madre Canopi, racconta di essere arrivata alla clausura perché «respirando la fede in famiglia e in parrocchia. Ero molto impegnata in oratorio e ho vissuto esperienze molto forti nella diocesi di Milano. Accostandomi alla Parola di Dio attraverso le lectio del cardinal Martini è nato in me un profondo anelito interiore. Avevo studiato Pedagogia all’ Università Cattolica, insegnavo alla scuola secondaria. Un’ esperienza molto arricchente. All’inizio pensavo di sposarmi, poi – attraverso un lungo discernimento – mi sono resa conto che non mi bastava un amore circoscritto a una famiglia».
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La scelta
Madre Maria Grazia «desiderava qualcosa in più: arrivare a tutti. Allora non ho potuto far altro che mettermi nel cuore di Dio, per essere attraverso di lui il cuore materno per ogni uomo. È stata una scelta combattuta: all’ inizio ho lottato con il Signore. Ma quando lui dà un’ intuizione, dà anche la forza e i segni per proseguire. A 26 anni sono entrata in questo monastero».