Un governo molto politico che sembra puntare a durare per tutta la legislatura e a cui bisognerà guardare con attenzione su certi temi. Ecco quali. Il Presidente Giuseppe Conte ha superato lo scoglio del voto sulla piattaforma Rousseau e quello della trattativa tra i partiti che ne sostengono il nuovo esecutivo, forte di questo iniziale successo e di una congiuntura favorevole dal punto di vista dei mercati, è andato al Colle a ricevere la “benedizione” da Sergio Mattarella e presentare una lista di ministri molto complessa. Ecco alcune cose che possiamo annotare:
Viminale, cioè il Ministero degli Interni, è stato “spoliticizzato” pare per volere proprio del Quirinale, dopo la presenza molto “forte” del predecessore Salvini. E’ stata scelta Luciana Lamorgiese, prefetto di Milano.
Per un gioco di equilibri all’Economia torna dopo decenni un politico, dopo una lunga teoria di tecnici, è il già tre volte europarlamentare Roberto Gualtieri, vicino a Matteo Orfini e a Renzi e di tradizione “PCI”. Professore associato di Storia alla Sapienza, è da tempo considerato un esperto di questioni economiche e di Europa. Può contare sull’appoggio di Christine Lagarde, ex Presidente del FMI e prossimo Presidente della BCE (HuffPost).
Sarà un governo molto politico
Al PD vanno molti ministeri di “spesa” come il Ministero dei Trasporti, la Difesa e ovviamente l’Economia (con tutte le partecipate e gli enti in cui ha potere di nomina). Ecco gli altri esponenti PD al Governo: titolare del dicastero dedicato al Mezzogiorno Giuseppe Provenzano, mentre Vincenzo Amendola dovrebbe andare agli Affari europei, Francesco Boccia agli Affari regionali, Dario Franceschini alla Cultura e al Turismo, Paola De Micheli alle Infrastrutture, Teresa Bellanova all’Agricoltura ed Elena Bonetti alle Pari opportunità e famiglia.
Nella compagine dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio sarà titolare del ministero degli Esteri, mentre Alfonso Bonafede sarà confermato alla Giustizia. Stefano Patuanelli, invece, andrà allo Sviluppo economico e Lorenzo Fioramonti all’Istruzione e Nunzia Catalfo al Lavoro e alle Politiche sociali, Fabiana Dadone alla Pubblica amministrazione, Federico d’Incà ai rapporti con il Parlamento, Vincenzo Spadafora invece alle Politiche giovanili e allo Sport. All’Ambiente confermato Sergio Costa. Barbara Lezzi non sarà nel governo. Infine Riccardo Fraccaro sarà Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
A LeU, che ha 4 voti essenziali al Senato, ha ottenuto Roberto Speranza ministro della Salute.
Cosa può aspettarsi il mondo cattolico da questo Governo?
Domani il Governo giurerà nelle mani del Capo dello Stato alle 10, al Quirinale e dovrà farsi confermare in Parlamento per entrare a pieno regime e naturalmente è decisamente presto per sapere cosa farà, innanzi tutto per rilanciare il lavoro e l’economia (che continua ad essere stagnante). Ma ci sono ovviamente dei temi – che sulla carta – possono essere affrontati in maniera critica da questo governo e che afferiscono idealmente (a meno di iniziative parlamentari) a tre ministeri in particolare: Salute (eutanasia), Famiglia (matrimoni e adozioni alle cosiddette “famiglie arcobaleno”) e Scuola (fondi alle paritarie). Sono questi i nodi ed è prematuro dare giudizi, ma Mario Adinolfi – commentatore acuto e lucido, oltre che Presidente del Popolo della Famiglia – commentava come “scampato pericolo” il fatto che non fosse Spadafora ad occupare la casella della Famiglia, ed è probabilmente vero, tuttavia Elena Bonetti – 45 anni, sposata, due figli e professore associato di matematica alla Statale di Milano – viene dal mondo dello scoutismo ed era nei vertici nazionali dell’AGESCI quando confermò la “Carta del Coraggio” scritta dalla base associativa dei ragazzi nel 2014
Elena #Bonetti ministra alle Pari Opportunità e Famiglia.
Renziana, cattolica. Ai vertici nazionali dell’Agesci nel 2016 ratificò “La Carta del Coraggio”, in cui si chiedeva allo Stato di riconoscere le #unionicivili e alla Chiesa di aprirsi alle persone #Lgbt.#ConteBis— Simone Alliva (@SimoneAlliva) September 4, 2019
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Il testo chiedeva:
all’Agesci di allargare i propri orizzonti affinché tutte le persone – indipendentemente
dall’orientamento sessuale – possano vivere l’esperienza scout e il ruolo educativo con
serenità senza sentirsi emarginati. Chiediamo inoltre all’Agesci che dimostri maggiore
apertura riguardo a temi quali omosessualità, divorzio, convivenza, attraverso occasioni di confronto e di dialogo, diventando così portavoce presso le Istituzioni civili ed
ecclesiastiche di una generazione che vuole essere protagonista di un cambiamento
nella società. A questo proposito, chiediamo alla Chiesa di accogliere e non solo tollerare qualsiasi scelta di vita guidata dall’amore;
• che l’Agesci non consideri esperienze di divorzio, convivenza o omosessualità invalidanti la partecipazione alla vita associativa e al ruolo educativo, fintanto che l’educatore mantenga i valori dell’integrità morale;
• alla Chiesa di mettersi in discussione e di rivalutare i temi dell’omosessualità, convivenza e divorzio, aiutandoci a prendere una posizione chiara;
• che lo Stato porti avanti politiche di non discriminazione e accoglienza nei confronti
di persone di qualunque orientamento sessuale, perché tutti abbiamo lo stesso diritto ad amare ed essere amati e che questo amore sia riconosciuto giuridicamente affinché possa diventare un valore condiviso.
• allo Stato di agevolare sia dal punto di vista economico che burocratico le pratiche di adozione nazionale.
Un ministro mantovano nel governo giallo-rosso: Elena Bonetti alle Pari opportunità e alla Famiglia https://t.co/DVruDIjzDZ pic.twitter.com/KPjWhHQyVv
— Gazzetta di Mantova (@gazzettamantova) September 4, 2019
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Per quanto riguarda il tema dell’eutanasia l’unico pronunciamento di Roberto Speranza è relativo al 2018 e ribadiva che quello era un tema da trattare in Parlamento, definendolo – giustamente – “delicato”.
È giusto che il Parlamento abbia il coraggio di discutere e legiferare su una materia delicata come l’ #eutanasia Condivido le parole di @Roberto_Fico
— Roberto Speranza (@robersperanza) October 25, 2018
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Per quanto riguarda la Scuola, l’onorevole Fioramonti – già viceministro al MIUR – non si è particolarmente speso per allargare anche alle paritarie l’accesso ai fondi PON, ma l’insieme dei provvedimenti fino ad Agosto in qualche modo sbloccò la situazione. Sebbene non un fan sembrerebbe tuttavia “non pregiudizialmente ostile” nei confronti di questo tema caro al mondo cattolico, ma – ovviamente – tutto (compresi i rilievi sui precedenti capitoli) sono solo ipotesi e punti di partenza, non sono una certezza né in un senso, né nell’altro.
aggiornamento 05/09/2019 ore 9:50