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La parola di Gesù è capace di stanare il male dal fondo della nostra vita!

sad girl in the street

By Antonio Guillem/Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 03/09/19

Per seguire Gesù bisogna lasciar crollare la nostra parte finta e invischiata con le logiche mortifere del male.

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. (Luca 4,31-37)

“Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità”. La forza della parola di Gesù non consiste nella persuasione ma nella credibilita’ che emana il suo insegnamento. Gesù mostra come la parola ha autorità quando chi la pronuncia crede davvero a quello che sta dicendo. In questo senso la parola di Gesù è diversa dalla parola di chiunque altro. Anche per noi cristiani dovrebbe valere lo stesso principio. La nostra parola è autorevole non perché noi siamo sempre dei buoni esempi, ma perché al di là di quanta fatica facciamo a vivere in prima persona ciò che annunciamo, non indietreggiamo nel credere davvero a quello che stiamo dicendo. È un po’ come dire: “So che è vero, e anche se io per primo faccio fatica a viverlo, credo comunque fermamente che quello che ci insegna il vangelo rimane assolutamente vero”. Offriamo così al mondo dei testimoni, non dei buoni esempi. I testimoni sono coloro che non nascondono la fatica che fanno nel vivere una cosa vera, e sono di estremo incoraggiamento perché umanizzano la proposta cristiana facendone trasparire la gradualità. I buoni esempi invece, mostrando solo la buona riuscita di qualcosa, fanno nascere sensi di colpa perché fanno percepire agli altri solo quanto sono distanti da ciò che è vero, mentre loro invece ci sono riusciti, come se fossero migliori ed eccezionali.La parola di Gesù è una parola autorevole, come dovrebbe essere la parola di ogni vero cristiano, e ciò lo si vede da quanto essa è capace di stanare il male dal fondo della nostra vita: “c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!»”. Quando incontri qualcosa di vero, ciò che è finto crolla. Per seguire Gesù bisogna lasciarsi rovinare nella nostra parte finta e invischiata con logiche mortifere del male. “Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male”.
Luca 4,31-37
#dalvangelodioggi

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA DON LUIGI MARIA EPICOCO

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