E' un sacramentale che non va trascurato. Ecco perchè
“Il diavolo e l’acqua santa” è una espressione assai popolare nel nostro linguaggio quotidiano per indicare due realtà antitetiche ed infatti l’uso dell’acqua benedetta è un’efficace protezione contro l’influsso del diavolo: “Mi chiedi perché ti raccomando sempre – afferma il fondatore canonizzato dell’Opus Dei San Josemaria Escrivà – con tanto impegno, l’uso quotidiano dell’acqua benedetta. – Potrei darti molte ragioni. Ti basterà sicuramente questa della Santa di Avila: “Da nulla fuggono i demoni, e per non far ritorno, più che dell’acqua benedetta”.

I sacramentali
L’uso dell’acqua benedetta è molto presente nel rituale dell’esorcismo maggiore, come nelle preghiere di liberazione. È un sacramentale che sarebbe bene non trascurare!La parola “sacramentale”, ci ricorda l’esorcista romano mons. Proja, si usa sia in modo di sostantivo che come aggettivo.
Come oggettivo specifica tutto ciò che riguarda i sacramenti, segni efficaci della Grazia, istituiti da Gesù e custoditi e amministrati dalla Chiesa. Si dice allora “grazia sacramentale”, “liturgia sacramentale”, “teologia sacramentale”, ecc.
Come sostantivo indica invece varie realtà spirituali visibili, destinati anch’esse, come i sacramenti, al bene spirituale delle anime, al di fuori dei sacramenti, e chiamate “il sacramentali” (Il Codice di Diritto Canonico così definisce i sacramentali: “sono segni con cui, per qualche imitazione dei sacramenti, vengono significati ed ottenuti, per la impetrazione della Chiesa, effetti soprattutto spirituali” 1166).
Il Catechismo
Il Catechismo della Chiesa cattolica cosi definisce i sacramentali: “la santa madre Chiesa ha istituito i “sacramentali”. Questi sono segni sacri dai quali, per una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie condizioni della vita” ( N. 1667).
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Effetti “spirituali”
Circa gli effetti dei sacramentali il catechismo dice “soprattutto spirituali”, cioè riguardano il bene delle anime nell’ambito della grazia con la quale Dio guida gli uomini verso di Lui e quindi verso la loro eterna salvezza. Si dice “ soprattutto”, il che significa che vi possono essere degli effetti anche temporali, secondo la regola generale della preghiera di impetrazione. Tutti gli effetti, sia spirituali che temporali, per verificarsi esigono che il fedele nel ricevere i sacramentali, debba agire con fede, con fiducia nella bontà divina, con il desiderio di amare Dio e quindi con opposizione ai peccati, anche quelli veniali.Se le predette condizioni mancano del tutto, gli effetti sia spirituali che temporali non si verificano per niente (o quasi), se vi sono in parte, gli effetti saranno parziali.

Gli effetti temporali molte volte colpiscono di più per la lorovisibilità: guarigione da malattia dopo una benedizione, abbondante fruttificazione di terreni dopo una benedizione dei campi, la pioggia dopo una processione penitenziale, la riuscita insperata in un concorso, ecc. Occorre vigilare a che i vari effetti temporali non assumano un ruolo primario nella pietà dei fedeli. Deve risuonare netta la raccomandazione di Gesù: “ Cercate prima il regno di Dioe la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù” (Mt 6,33).

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3 punti
Alcune direttive pratiche secondo mons. Proja:
1) I sacramentali costituiscono culto a Dio, ma relativo, quindi vanno giudicati in relazione al culto assoluto, interiore, in spirito e verità. Qualora venissero usati senza questo riferimento (in modo più o meno esplicito), non avrebbero alcun valore nella vita soprannaturale.
2) I sacramentali vanno usati nel modo stabilito dalla liturgia e da altre norme pratiche prescritte dall’autorità ecclesiastica ( santo Padre e Congregazione pontificie, principalmente quella del Culto Divino e quella dei Vescovi); altrimenti sarebbero abusivi o spiritualmente disordinati.
3) Vanno preceduti ed accompagnati dallo sforzo do mettersi amantenersi nella grazia del Signore e perciò tenersi lontani da quelle circostanze ed occasioni di credere al peccato, che si incontrano nella vita. Nel caso della Indulgenza plenaria ( applicabile solo a se stessi o alle anime del Purgatorio), si esige un distacco di volontà da ogni peccato, anche da quelli veniali volontari.
“Santa”
L’acqua dopo la benedizione fatta da un vescovo da un sacerdote o da un diacono viene comunemente detta “santa”, cioè utilizzata per azioni legate allo sforzo di santità che ogni cristiano deve fare.