Nelle casse comunali ci sarebbe un ammanco di 130mila euro. La Delegazione Pontificia fa reclamo: ecco perché non dobbiamo pagare nulla
E’ diventato un caso la vicenda dei presunti mancati pagamenti dell’Imu della Santuario di Loreto al Comune marchigiano.
Gli accertamenti effettuati dalle autorità comunali hanno riscontrato un mancato pagamento di 130 mila euro, una cifra che era stata notificata alla Chiesa attraverso i canali amministrativi, anni addietro. La cartella esattoriale è finita al centro di una disputa diplomatica perchè la Santa Casa di fatto è una realtà di proprietà della Santa Sede e contemplata nel Trattato del Laterano.

Secondo il Comune la Chiesa è insolvente
Una questione un po’ vecchia che si trascina irrisolta. Tutto è nato nel 2013. Dalle carte la Chiesa risulterebbe insolvente. La somma dovuta riguarda il pagamento all’erario per l’Imu (su ostelli, terreni e fabbricati e altre strutture commerciali). Il denaro era previsto nei bilanci comunali ma non è mai stato incassato perchè non è chiara la cornice normativa. Il santuario ha presentato una dichiarazione come ente non commerciale, rammentando che la struttura è una realtà che dipende dal Vaticano. Al momento il contenzioso resta aperto in attesa di soluzioni.
Secondo la Chiesa l’attività non è commerciale
Nel frattempo la Delegazione Pontificia per la Santa Casa di Loreto ha fatto presente, in una dichiarazione, che non si è mai sottratta alle tasse dovute. Il fatto è che stavolta la questione è ben altra, «se in virtù della sua appartenenza alla Santa Sede e del suo governo per il tramite della Segreteria di Stato, la Delegazione Pontificia debba subire da parte di un soggetto pubblico le valutazioni di merito riguardanti la strumentalità e l’accessorietà delle sue diverse attività rispetto ai fini di carità e di culto da essa perseguiti, fini che nessuno ha mai messo in dubbio» (Il Messaggero,30 agosto).
“Tasse pagate regolarmente”
Nel reclamo, dunque, la Delegazione Pontificia ha ricordato che la Santa Casa non è una semplice parrocchia, ma è un Ufficio della Segreteria di Stato del Vaticano. Una parte di uno stato estero che gode della extraterritorialità riconosciuta dai Patti Lateranensi del 1929 e le cui attività di culto sarebbero direttamente connesse alla gestione dei suoi beni. Le tasse, dunque, sarebbero state pagate regolarmente e la normativa richiamata dal Comune non sarebbe applicabile (Cronache Maceratesi, 31 agosto).