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Il latte materno è anticorpi, endorfine, felicità

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Silvana De Mari - pubblicato il 28/08/19

L’allattamento al seno è uno dei diritti del bambino e uno dei diritti della madre. Quindi almeno un anno di aspettativa pagata al 100% deve essere chiesto per le mamme che lavorano.

Nascere non è uno scherzo, in effetti, è una specie di castigo di Dio. Il piccolo viene sputato fuori dalle pareti dell’utero che si abbattono su di lui e lo spingono a passare attraverso la vagina che in condizioni di base ha una circonferenza minore della sua testa. La vagina fortunatamente è elastica, e finalmente questa testolina riesce a superarla, ma non è divertente. Il piccolo passa da una temperatura di trentasette gradi a una di ventiquattro se va tutto bene, oppure dodici se è nato in Mongolia e siamo in inverno, oppure direttamente a zero se è un piccolo eschimese ed è nato in un igloo. Poi c’è l’altro problema che l’ossigeno: dentro la mamma, l’ossigeno arrivava con l’arteria ombelicale. Ora il bimbo deve respirare con i suoi polmoni, i primi respiri sono faticosi e pieni di dolore. Come se tutto questo non bastasse c’è poi la gravità: è stato nove mesi a galleggiare e ora scopre il peso che lo inchioda in basso. Tutto questo genera la più assoluta e totale disperazione, un picco di disperazione che improvvisamente, in pochi istanti scompare.




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Il latte della mamma gli riempie la bocca, e riempie anche la sua anima e il suo cuoricino della felicità più completa e perfetta, una felicità così grande che fa scomparire i nove mesi di minuscolo paradiso nel liquido amniotico come una robetta, niente di paragonabile alla felicità totale, il latte.
Il latte materno è felicità, gioia, anticorpi, endorfine, protegge dal dolore, protegge dalla malattia. È pappa e protegge sia dalla fame che dalla sete. È caldo, protegge dal freddo. Come la cotta di mitril di Bilbo, infonde il coraggio. Come gli scapolari, protegge dal Male. La sua composizione assolutamente perfetta e si modifica di giorno in giorno a mano a mano che cresce il bimbo per adeguarsi alle sue molte modificate necessità. Per allattarlo la mamma lo prende in braccio. Insieme al sapore, insieme al pancino che si riempie, c’è anche l’odore della mamma, c’è la sua voce, c’è il suo viso, ci sono i suoi capelli in cui le manine si perdono. C’è l’innamoramento. Il bimbo si innamora della mamma.




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Se non avete potuto allattare il vostro bambino, non prendetevela troppo: è andata così. L’allattamento è una condizione né necessaria né sufficiente per essere una buona mamma. Ci sono mamme che hanno allattato moltissimo e poi hanno venduto i loro bambini a sei anni alla fabbrica o alla miniera oppure le loro bambine a 10 anni a qualcosa di peggio della fabbrica. Ci sono mamme che non hanno allattato, ma che hanno raccontato fiabe straordinarie grazie alle quali hanno insegnato ad affrontare il dolore e a creare coraggio.




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Ma l’allattamento al seno è uno dei diritti del bambino e uno dei diritti della madre: entrambi aumentano il loro livello di salute, lui diminuisce il suo rischio di infezioni, lei di cancro al seno.
Quindi almeno un anno di aspettativa pagata al 100% deve essere chiesto per le mamme che lavorano.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA SILVANA DE MARI

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