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Perchè San Giustino definisce Gesù un “angelo”?

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 27/08/19

Nei suoi scritti, il santo attribuisce gli angeli, nonostante la loro dimora nei cieli e la loro spiritualità, un corpo analogo a un corpo umano

Nato a Flavia Neapolis (Nablus), in Siria di Palestina, dai genitori pagani, dopo aver vagato fra le varie scuole filosofiche in cerca della verità, si convertì al cristianesimo, probabilmente ad Efeso, verso il 130. Intorno al 140, sotto il regno di Antonino Pio, Giustino si trasferì a Roma e qui tenne lezioni di dottrina cristiana nella sua casa. La scuola ebbe successo e diversi discepoli, fra i quali il futuro apologeta Taziano, lo seguirono. Ciò gli procurò dei nemici , fra i quali il futuro apologeta Taziano, lo seguirono. Ciò gli procurò dei nemici fra i quali il filosofo cinico Crescente, il quale lo denunciò alle autorità imperiali come cristiano, procurandogli così, con la condanna morte, la corona del martirio.

Di questo avvenimento possediamo un resoconto fededegno, in quanto redatto, sulla base d’un rapporto ufficiale del tribunale, poco dopo gli avvenimenti descritti. Il documento ci informa che Giustino fu decapitato, con latri sei compagni, probabilmente nel 165, per ordine del prefetto di Roma Giunio Rustico. Fra gli scritti di Giustino sono giunti a noi due Apologie e il Dialogo con il giudeo Trifone. Queste opere, scritti in uno stile che non può dirsi fra i più felici, non sembrano seguire uno schema rigoroso; in esse l’autore mostra talvolta di lasciarsi trascinare dall’ ispirazione del momento, abbandonandosi a frequenti digressioni.




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La concatenazione logica del pensiero risente così, in taluni, della frammentarietà dell’esposizione, perdendo in vigore e forza persuasiva. Tuttavia dalla scrittura di Giustino promana il fascino d’uno spirito schietto, che ricerca con ansia e passione la verità, facendo un sincero sforzo per comprendere le ragioni dell’altro. Con gli apologisti del II sec. si accentua la speculazione sul diavolo. Infatti questi autori in particolare Giustino, dovevano spiegare l’idolatria e trovare una motivazione delle persecuzioni subite ingiustamente dai cristiani, affermano che i demoni, considerati angeli apostati dalla tradizione giudaica, sono aggetto del culto idolatrico e causano le sofferenze dei giusti.

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Per quando riguarda la funzione degli angeli buoni, la loro concezione non si differenzia da quella dei padri apostolici. Gli angeli hanno un rapporto speciale con Cristo e ricevano anch’essi un culto, dopo quello reso al padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Dal cielo essi si prendono cura degli uomini e degli altri esseri terrestri: “Ha affidato la cura di vegliare sugli uomini e sulle creature che sono sotto il cielo agli angeli che mise loro a capo”.


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Giustino attribuisce gli angeli, nonostante la loro dimora nei cieli e la loro spiritualità, un corpo analogo a un corpo umano, poiché si nutrano dello stesso cibo di cui si nutrano gli uomini. Ciò è dovuto al fatto che egli concepisce la caduta degli angeli come un peccato carnale, cioè il rapporto sessuale con donne di razza umana, da cui sono nati dei figli che vengono chiamati demoni. L’ “angelo di Jhwh” dell’Antico Testamento e visto come una manifestazione di Cristo prima della sua incarnazione. L’angelo che si manifestò a Giuseppe si chiama Israele, che è semplicemente un nome del Logos, come dimostra l’interpretazione del Sal. 71,18: dio Israele. Il pensiero è ripreso da Filone, secondo il quale il Logos è il primogenito degli angeli, di cui Israele è un nome. Giustino riferisce frequentemente a Cristo il titolo di “angelo del gran consiglio”.

Anche lo Spirito Santo o la grazia divina può essere indicato come “l’angelo del Signore”: “Il diavolo ci assale come avversario e vuole portare tutti verso di lui; però l’angelo del Signore, cioè la forza di Dio che ci è stata inviata per mezzo di Gesù Cristo, gli si oppone e lo allontana da noi”.


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Tuttavia Giustino fa notare che se Cristo viene chiamato angelo, ciò è dovuto alla funzione d’inviato dal Padre, non certamente al suo essere inferiore o creaturale. Infatti la potenza del Figlio e inseparabile da quella del Padre, similmente alla luce del sole, che illumina la terra, è inseparabile e indivisibile dal sole che sta in cielo. Quando il Padre vuole, manda fuori da sé questa potenza e, quando vuole, di nuovo la unisce a sé.. con questa medesima potenza Dio crea gli angeli, che sono esseri distinti dal principio creante e non possono in alcun modo esseri ricondotti a esso.

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William Adolphe Bouguereau 1881/Public Domain via Wikipedia

Per cui il Figlio, chiamato anche angelo, è Dio e non e distinto da Dio, poiché è generato da Padre con la sua potenza e volontà, non per scissione o delimitazione di essere, come se fosse diviso dalla sostanza del Padre, mentre tutte le altre cose create non fanno parte della sostanza divina. E’ chiaro perciò che Giustino distingue il Cristo come angelo dagli angeli quali creature e messaggeri di Dio.  




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