Aiuto alla Chiesa che Soffre invita i cristiani ad andare a messa, questo 22 agosto, per tutti quelli che non possono. Quest’invito s’iscrive nel quadro della prima “Giornata internazionale di commemorazione delle persone vittime di violenze in ragione della loro religione o delle loro convinzioni”, istituita dall’Onu nello scorso maggio.
Pregare per gli altri – per i non credenti come per quelli che non possono partecipare liberamente alla messa – è una tradizione biblica. Oggi nel mondo circa 200 milioni di cristiani non possono vivere liberamente la loro fede. Alcuni abitano in regioni molto isolate, senza sacerdoti oppure – ove ce ne siano – essi sono sovente imprigionati, subiscono persecuzioni, violenze o vivono in un paese in cui la fede cattolica è proibita. Oggi molti cristiani non hanno la possibilità di andare a messa. Di fronte a questa realtà, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) invita tutti i cristiani a recarsi a messa, il 22 agosto, per quelli che non possono.

Si tratta di un appello inedito che s’iscrive nel quadro della prima “Giornata internazionale di commemorazione delle persone vittime di violenze in ragione della loro religione o delle loro convinzioni”, istituita dall’Onu nel maggio 2019. È a fronte di una significativa moltiplicazione degli atti di violenza verso le minoranze religiose che l’Assemblea Generale dell’Onu ha deciso di scegliere il 22 agosto come giornata commemorante persone in questa condizione. Andare a messa in quel giorno è un’occasione per «porre un atto di solidarietà riguardo ai cristiani perseguitati che non possono andare a messa», sottolinea ACS.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]