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Laura Montoya: prima insegnante, poi santa e protagonista di una miniserie tv

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/08/19

Ha rivoluzionato la pedagogia in Colombia. Papa Francesco ha voluto la sua canonizzazione. Ascesa di una donna che ha cambiato la storia del suo Paese

Il 12 maggio 2013, Papa Francesco pronuncia davanti a una moltitudine di persone a Roma il nome di Laura Montoya. In quel momento per la Colombia è nata la sua prima Santa. Poco si conosce della sua vita e del suo lavoro; molti la percepiscono come una donna al servizio di Dio, ma Laura era molto di più, era una donna, un’insegnante, che ha combattuto instancabilmente per cambiare la concezione di un paese profondamente egoista e sessista.

È stata riproposta nelle scorse sere, “Laura, una vita straordinaria”, miniserie incentrata sulla figura dell’educatrice e religiosa colombiana girata nel 2015. La sua storia si staglia tra ‘800 e ‘900, iniziando da un paesino dello stato sudamericano. Dopo un’infanzia trascorsa nella devozione e nel timore di Dio, Laura si ritrova orfana di padre. Ucciso, come tanti, nel corso della guerra civile che infiamma il paese.




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Insegnante

Ciononostante riesce a frequentare il collegio Normale de Institutoras di Medellín e per mantenersi si occupa dei malati del vicino manicomio. Nonostante la situazione ostile, riesce a superare gli esami d’ammissione e grazie alla sua caparbietà e ai sussidi statali allo studio ottiene il diploma di maestra.

L’insegnamento è la sua passione, ma la vita per una donna nella Colombia di inizio secolo è tutt’altro che facile (www.oggiscuola.com).

LAURA MONTOYA
Nancy Lopez Peña editora

La vocazione

Laura sente la vocazione per la vita consacrata ma non viene ritenuta idonea. Dopo un viaggio nella foresta dove incontra delle tribù indios, scopre la sua vocazione definitiva: evangelizzare gli indigeni della Colombia, che fino a quel momento avevano conosciuto solo bianchi avidi di conquiste.


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La congregazione

Dopo lunghi anni spesi a superare i molti ostacoli che trova davanti sia da parte della Chiesa (che considera l’attività missionaria un compito solo per uomini) che dalla società del tempo che vede la donna destinata al matrimonio oppure alla vita di clausura) trova la comprensione di monsignor Maximiliano Crespo, vescovo di Santa Fe de Antioquia e dello stesso Papa.

Nel 1914 viene fondata la famiglia religiosa Hermanas Misioneras de María Inmaculada y Santa Catalina de Sena (Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena). Quello stesso anno Laura parte per una missione presso gli indios catios. Insieme a Laura partono la sua mamma, ormai settantenne e alcune amiche (familycinematv.it).

I numeri

Madre Laura, dopo aver rivoluzionato il concetto di missione con nuovi mezzi pedagogici e nuovi metodi di evangelizzazione, trascorre i suoi ultimi nove anni sulla sedia a rotelle, sempre missionaria con il cuore e, comunque, anima della sua congregazione. Muore il 21 ottobre 1949, quando le sue suore sono ormai quasi 500 e le novizie un centinaio, a servizio di 22 popoli indigeni. Negli anni questi numeri sono più che raddoppiati e la loro presenza è segnalata in 19 stati (www.santiebeati.it).




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