Nel 160° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vienney, il santo Curato d’Ars, proposto da Pio XI come patrono di tutti i parroci del mondo, Papa Francesco ha scritto una lettera ai preti di tutto il mondo.
«Negli ultimi tempi – premette il Papa – abbiamo potuto sentire più chiaramente il grido, spesso silenzioso e costretto al silenzio, dei nostri fratelli,vittime di abusi di potere, di coscienza e sessuali da parte di ministri ordinati. Indubbiamente, è un tempo di sofferenza nella vita delle vittime che hanno subìto diverse forme di abuso; anche per le loro famiglie e per tutto il Popolo di Dio».
Omissioni? Mai più
Francesco ricorda che qualcosa sta cambiando nella Chiesa. «Come sapete – dice sempre ai preti di tutto il mondo – siamo fortemente impegnati nell’attuazione delle riforme necessarie per dare impulso, dalla radice, ad una cultura basata sulla cura pastorale in modo che la cultura dell’abuso non riesca a trovare lo spazio per svilupparsi e, ancor meno, perpetuarsi».
“Non è un compito facile”
«Non è un compito facile e, a breve termine, richiede l’impegno di tutti – avverte Francesco – Se in passato l’omissione ha potuto trasformarsi in una forma di risposta, oggi vogliamo che la conversione, la trasparenza, la sincerità e la solidarietà con le vittime diventino il nostro modo di fare la storia e ci aiutino ad essere più attenti davanti a tutte le sofferenze umane».
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Tanti ottimi sacerdoti
Il Papa però non nega «il danno causato da alcuni dei nostri fratelli, sarebbe ingiusto non riconoscere tanti sacerdoti che, in maniera costante e integra, offrono tutto ciò che sono e hanno per il bene degli altri (cfr 2 Cor 12,15) e portano avanti una paternità spirituale che sa piangere con coloro che piangono; sono innumerevoli i sacerdoti che fanno della loro vita un’opera di misericordia in regioni o situazioni spesso inospitali, lontane o abbandonate anche a rischio della propria vita. Riconosco e vi ringrazio per il vostro coraggioso e costante esempio che, nei momenti di turbolenza, vergogna e dolore, ci mostra come voi continuate a mettervi in gioco con gioia per il Vangelo».