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Spiritualità
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Perché abbiamo la tentazione di separare lo spirituale dal materiale?

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 05/08/19

Perché crediamo che lo spirituale sia una forma astratta che si arresta non appena inizia concretamente un bisogno materiale, mentre invece lo spirituale consiste anche nel prendere sul serio i bisogni materiali delle persone. Come accade nel Vangelo di oggi.

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. (Matteo 14,13-21)

“Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati”. Prima del miracolo la cosa che impressiona di più di questa pagina del vangelo è il bisogno che la gente ha di Gesù tanto da mettersi a cercalo in tutti i modi e di seguirlo a piedi. È un bisogno che non è mai venuto meno lungo tutta la storia. Anche in un mondo come il nostro che sembra così distante dalla religione o dalla fede, c’è una così grande sete di Cristo che basta anche solo una piccola esperienza in cui Lui è realmente presente a creare immediatamente una folla. Il popolo ha naso nel capire se quello che stiamo dicendo è davvero di Cristo oppure no. Sente subito se una cosa è vera oppure è una delle tante fake vendute dal mercato del mondo. Ecco perché Gesù nel vedere tutto questo bisogno di senso e di amore da parte della gente, prova per loro una immensa compassione e si mette subito all’opera per guarire ciò che più li fa star male. Ma non si limita solo a far questo, si preoccupa anche concretamente di loro: “Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare»”. È sempre grande la tentazione di separare lo spirituale dal materiale. È credere che lo spirituale è una forma astratta che si arresta non appena inizia concretamente un bisogno materiale, mentre invece lo spirituale consiste anche nel prendere sul serio i bisogni materiali delle persone. L’ho capito una mattina a Roma. Faceva freddo ed entrò un barbone in chiesa. Io stavo per iniziare l’eucarestia e si avvicinò domandandomi dei soldi, ma erano le 7,30 del mattino ed era già ubriaco. Gli dissi di no e gli promisi però che avrei pregato per lui. Lui mi guardò e mi disse: “grazie! ma siccome la preghiera non la sento mi dai almeno un abbraccio?”.
(Matteo 14,13-21)
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