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Chi custodisce la chiave del Santo Sepolcro? Un video mostra questo rituale significativo

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Catholic Link

Catholic Link - pubblicato il 31/07/19

di Myriam Ponce

Di recente, Dio ci ha donato la benedizione di visitare Israele e la basilica del Santo Sepolcro. Eravamo profondamente emozionati. La storia del luogo è incredibile, e suscita mille domande su come sia riuscito a sopravvivere a un’infinità di invasioni nel corso del tempo.

La basilica del Santo Sepolcro si trova nella cosiddetta “Gerusalemme vecchia”, cioè la parte della città all’interno delle mura che anticamente la difesero da molteplici battaglie. Nello specifico, il luogo santo è situato sul Golgota, dove secondo i Vangeli si verificarono la crocifissione e la resurrezione di Gesù.

In sé è uno dei centri cristiani più importanti, ed è considerato anche quello più sacro della cristianità. In questa occasione abbiamo avuto la fortuna di contare su un’ottima guida: padre Jaime, un sacerdote spagnolo con una profonda formazione sul tema, che prima di entrare ci ha raccontato come il luogo sia stato diviso, per la sua amministrazione, tra varie denominazioni cristiane, tra cui armeni, ortodossi, copti e cattolici.

1. Diviso per secoli!

Colpisce l’eccesso di ornamenti e ceri ortodossi, che contrastano con l’austerità francescana e le influenze orientali. Tutti questi elementi convivono ma non si mescolano, anche se fanno dei turni per i vari compiti richiesti dal luogo e per i momenti di preghiera.

La storia del luogo è impressionante. Dal IV secolo, su incarico dell’imperatore Costantino, il vescovo di Gerusalemme, Macario, iniziò la distruzione degli edifici pagani costruiti sul Golgota per cercare la tomba vuota di Cristo.

Quando la trovò, ordinò di costruire intorno ad essa un imponente complesso, che venne inaugurato nel 335. Nel VII secolo, però, il luogo subì un’invasione, seguita dalla conquista araba, accompagnata da saccheggi e distruzioni di massa. Questo cambiò la sua storia per secoli.

Con le Crociate il luogo venne recuperato dai cristiani, che conquistarono la Città Santa. Nonostante altri tentativi di conquista, nel 1342, con l’approvazione di Papa Clemente VI, l’onore di custodire i Luoghi Santi venne concesso all’Ordine francescano, anche se la custodia dovette essere condivisa con le altre denominazioni cristiane, cercando la comunione.

2. Cambiamenti nella storia e una grande sorpresa

È interessante sapere che questo luogo ha risentito dei tanti cambiamenti politici, sociali e religiosi nella regione, ma la sua essenza non si è mai perduta. La sua importanza storica è stata tale che si può dire che proprio lì si sia verificato il racconto più inaudito del Vangelo.

L’aspetto più curioso è che anche se il luogo è diviso tra le denominazioni cristiane, le chiavi della porta principale non le hanno loro, ma… due famiglie musulmane!

Ogni giorno, alle 4.00, il padre di una delle famiglie esce di casa e si dirige alla porta della basilica per consegnare la chiave al secondo, incaricato di aprire il luogo. Lo hanno già fatto i loro padri, nonni e altri antenati, dal lontano 1187.

Qualcosa di simile avviene la sera. Verso le 21.00, uno dei rappresentanti, la cui casa si trova letteralmente a lato della basilica, si avvicina alla porta principale e la tocca varie volte, aspettando di iniziare il rito della chiusura. Dopo aver aspettato che i pellegrini escano, un gran numero di rappresentanti religiosi si prostra all’interno in attesa della chiusura, davanti a un esiguo numero di spettatori dall’altro lato della porta.

Il musulmano chiude la porta, che non si riaprirà fino al giorno seguente. Questo rituale ha molti secoli, e anche se all’inizio è stato proposto come mezzo per risolvere le discordie nei momenti di conflitto e mantenere lo status quo, oggi è visto come un accordo di pace tra tutte le parti coinvolte.

3. A volte le soluzioni meno attese sono le più efficaci

Abbiamo concluso il pellegrinaggio con il gruppo con cui avevamo viaggiato e avevano un giorno libero. Abbiamo deciso di visitare alcuni luoghi vicini a Gerusalemme, e verso le 18.00 siamo tornati al Santo Sepolcro.

Per nostra graditissima sorpresa, il luogo era praticamente vuoto! Nella nostra prima visita avevamo fatto una lunga fila per entrare e passare per i luoghi santi, ma ora non c’era da aspettare.

Abbiamo potuto pregare tranquillamente, ed è stato uno splendido dono di Dio. Quando siamo usciti, poco dopo le 20.00, abbiamo ricordato che padre Jaime ci aveva parlato del rituale di chiusura del luogo e ci ha fatto piacere restare. Visto che non avevamo cenato abbiamo preso dei panini, qualche bibita e ci siamo seduti vicino all’ingresso per aspettare il momento giusto. Siamo stati lì insieme a un’altra decina di persona per una mezz’oretta.

4. Era il padre della famiglia musulmana!

Era appena arrivato a chiudere la basilica, e tra le mani aveva le preziose chiavi del luogo sacro. Quando lo abbiamo riconosciuto ci siamo emozionati profondamente! Si è offerto di scattarci una foto, e di fronte alla nostra emozione ha voluto fare una foto con noi dopo aver chiuso il luogo.

Alle 21.00 ci siamo avvicinati alle porte e abbiamo assistito al rituale in prima fila. Alla fine, il giovane padre di famiglia ha mantenuto la sua promessa. Abbiamo scattato una foto insieme alla persona che giorno dopo giorno apre e chiude il luogo più sacro del cristianesimo, ed è stata un’enorme benedizione!

Condivido con voi il momento breve ma significativo in cui abbiamo assistito alla chiusura della porta del Santo Sepolcro.

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