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5 persecuzioni anticristiane dell’era moderna di cui potreste sapere poco

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John Fredricks | NurPhoto | AFP

Roberta Sciamplicotti - pubblicato il 29/07/19

Troppe persone ignorano quello che i cristiani affrontano al giorno d'oggi

Nazioni come la Corea del Nord e la Cina sono da tempo tristemente famose per la persecuzione anticristiana che mettono in atto, ma l’era moderna ha visto anche altri Paesi in cui i cristiani hanno affrontato o affrontano sofferenza e morte per via della loro fede. Uno studio di queste atrocità rivela inevitabilmente che le questioni relative alla fede sono solo parte del problema, e a volte non quella principale. Sono quasi sempre in gioco questioni economiche, così come quelle relative a razza, etnia, terra o altri fattori storici.

Molti dei luoghi in cui la persecuzione anticristiana è stata più marcata negli ultimi decenni sono purtroppo anche quelli in cui la Chiesa era fiorente prima di affermarsi nel mondo occidentale.

Esiste una tendenza ad associare il cristianesimo all’Occidente, ma si tratta di un’associazione erronea, perché le radici storiche più profonde della Chiesa si ritrovano nelle Nazioni non occidentali, e purtroppo questi profondi legami storici non sono una garanzia di sicurezza.

Sudan

Il cristianesimo ha raggiunto la terra che oggi fa parte del Sudan già nel II secolo. Per i cristiani locali era più sicuro allora di quanto lo sia oggi, soprattutto dopo che il Sudan è diventato unna Nazione indipendente nel 1956. A metà degli anni Ottanta, le milizie islamiche estremiste distruggevano le strutture ecclesiali, uccidevano gli uomini cristiani e rapivano donne e bambini.

Il periodo prolungato di persecuzione anticristiana sponsorizzata dallo Stato e altre ingiustizie ha portato a una guerra tra le regioni del nord e quelle del sud del Paese. Nel 2011 si è giunti a un accordo che ha garantito l’indipendenza alla regione meridionale, a prevalenza cristiana, oggi nota come Sud Sudan. È stata un’indipendenza conquistata a fatica: si stima che decenni di carneficina abbiano provocato due milioni di morti e lo sfollamento di circa 4 milioni di persone.

I cristiani che restano in Sudan affrontano una vita di persecuzione e paura. Le chiese vengono spesso distrutte, e i leader ecclesiali sono ad alto rischio di arresto arbitrario. Purtroppo, anche il Sud Sudan è costantemente lacerato dal conflitto.

Siria

La presenza della Chiesa in Siria risale quasi ai primi giorni del cristianesimo. Più di 2.000 anni dopo, l’esistenza della Chiesa nel Paese è molto debole.

Nel XX secolo, la popolazione cristiana della Siria è crollata dal 40% al 10%, e il caos propagatosi dopo lo scoppio della guerra nel 2011 ha visto l’ascesa di gruppi islamici estremisti, come l’ISIS, i cui membri cercano di eliminare il cristianesimo dalla Siria.

Turchia

La Turchia ha una ricca tradizione cristiana. La sua città principale, Istanbul, è stata a lungo l’epicentro della Chiesa ortodossa. La città turca di Tarso, inoltre, era il luogo di nascita di Saulo, poi diventato San Paolo, le cui Lettere costituiscono buona parte del Nuovo Testamento. Pietro ha svolto lì il suo ministero, e ovviamente la Madonna ha vissuto lì insieme a San Giovanni dopo l’Ascensione.

All’inizio del XX secolo, i cristiani rappresentavano più del 30% della popolazione totale della Turchia, mentre oggi sono crollati allo 0,15%.

Uno dei motivi di questo drastico declino è stata l’intensa persecuzione degli Armeni. Nel 1915-1916, la Turchia (allora nota come Impero Ottomano) ha intrapreso una campagna di sterminio e deportazione forzata degli Armeni. Molti dei deportati morirono di fame.

Non sorprende che l’Armenia (la prima Nazione al mondo ad adottare il cristianesimo come religione di Stato) consideri questi eventi un genocidio. Il Governo turco, tuttavia, ha rifiutato di accettare una definizione di questo tipo.

Qualsiasi termine si usi, i vari gruppi cristiani della Turchia hanno iniziato a lasciare il Paese sulla scia di quanto è accaduto agli Armeni. Quelli che sono rimasti hanno affrontato minacce di morte e una vita di vessazioni.

Iraq

Il cristianesimo è giunto in Iraq nel I secolo grazie agli sforzi missionari di San Tommaso Apostolo.

Poco più di un secolo fa i cristiani rappresentavano il 35% della popolazione irachena, mentre nel 2013 erano solo l’1,5%.

I cristiani iracheni hanno sofferto come pochi altri. La loro persecuzione, durata più di un millennio, si è intensificata alla fine del XX secolo ed è diventata ingestibile nel XXI. Anche se il dittatore Saddam Hussein non era amico della Chiesa (né dell’umanità in generale), l’anarchia che si è scatenata dopo la fine del suo regime ha portato a un notevole aumento della violenza anticristiana.

L’arcivescovo cattolico caldeo iracheno Bashar Warda ha sottolineato di recente che il cristianesimo iracheno è “pericolosamente vicino all’estinzione”, e che i cristiani che restano “devono essere pronti ad affrontare il martirio”.

Uganda

A differenza dei quattro Paesi menzionati, l’Uganda, situato nell’Africa centro-orientale, non ha un’antica tradizione cristiana, visto che non c’è stata una vera presenza della Chiesa fino agli anni Settanta dell’Ottocento.

Cent’anni dopo il Paese ha assistito al regime sanguinoso del Presidente Idi Amin. Nel suo regno del terrore, durato dal 1971 al 1979, si calcola che siano state uccise circa 300.000 persone.

Anche se il “macellaio dell’Uganda” – il cui padre era nato cattolico e poi si è convertito all’islam – si è volto un po’ contro tutti, si è scagliato particolarmente contro il cristianesimo. Migliaia di cristiani, per la maggior parte cattolici romani o anglicani, sono stati martirizzati, tra cui Janani Luwum, arcivescovo della Chiesa Anglicana ugandese.

Il cristianesimo dell’Uganda si è però ripreso ampiamente dopo quel periodo, visto che circa l’85% dei 38 milioni di abitanti si identifica oggi con qualche denominazione cristiana.

Una questione internazionale di diritti umani

Il nuovo millennio non ha affatto posto fine alla persecuzione nei confronti dei cristiani. Nel 2009, infatti, l’organizzazione secolare International Society for Human Rights ha riferito che l’80% dei casi di discriminazione religiosa al mondo era rivolta contro i cristiani. Una persecuzione di questo tipo è chiaramente tra le questioni relative ai diritti umani più pressanti della nostra epoca.

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