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L’endometriosi colpisce il corpo e ferisce anche l’anima, parliamone

WOMAN, WORRIED, FACE

B-D-S Piotr Marcinski | Shutterstock

Annalisa Teggi - pubblicato il 19/07/19

Una patologia invalidante che colpisce fino al 15% della popolazione femminile in età riproduttiva; oltre al dolore fisico anche le ferite nei legami affettivi procurano sofferenza nelle donne.

Il nuovo numero di BenEssere, la salute con l’anima (agosto 2019) propone una testimonianza curata da Andrea Porta su una malattia molto subdola e invalidante per le donne, l’endometriosi (è provocata dalla presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero). Oltre a dolori addominali fortissimi, anche altre conseguenze contribuiscono a rendere il quadro di questa patologia molto serio: difficoltà della diagnosi, possibile infertilità e dolore acuto durante i rapporti intimi. La donna viene colpita fisicamente ma anche profondamente nella sua femminilità, nel desiderio di maternità e nel legame affettivo con il proprio compagno.

L’endometriosi è una condanna, per le donne affette dalle sue forme più pesanti: dolori indescrivibili dovuti alla formazione di tessuto endometriale ben al di fuori dell’utero, fino a toccare organi interni. Le cause? Ancora poco note, tanto che ai sintomi si aggiunge il senso di impotenza.

Il Ministero della salute ci offre i dati a disposizione per il nostro paese: in Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse.




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Brava Giulia

La voce personale di chi condivide le nostre stesse ferite e fatiche è un alleato potente. Leggendo l’articolo, si incontra la storia di Giulia, una donna che non si è lasciata sconfiggere dai molti ostacoli e dolori che l’endometriosi le ha procurato. l’orizzonte della sua vita oggi è pieno della presenza di un marito meraviglioso, Paolo, e di due figlie in affido. Alle spalle però c’è un percorso che ha conosciuto momenti di crisi pesante, perché oltre al dolore fisico c’è stato il calvario lunghissimo di arrivare a una diagnosi chiara. Nel caso di Giulia anche la sua capacità di camminare è stata compromessa, oggi ha ottenuto l’invalidità:

E poi questa malattia è subdola, capace com’è di trasformarsi in mille altre cose: «Negli anni sono arrivata a subire danni nervosi, che mi hanno compromesso movimenti e autonomia». Giulia oggi ha un’invalidità al 75 per cento che l’ha obbligata ad abbandonare il lavoro: «Ero un’agente immobiliare, un lavoro che amavo: stare a contatto con il pubblico mi faceva sentire bene».

Sul versante più intimo altre ombre oscuravano la sua anima, tra tutte il senso di colpa di non poter rendere padre l’uomo che amava. L’affido è stata la strada per aprire un’ipotesi di vita feconda, anche se diversa da quella che immaginava.

CIERPIENIE
Shutterstock

Parliamone

L’intraprendenza personale gioca un ruolo fondamentale nella malattia, ma per quel che riguarda l’endometriosi c’è anche bisogno di “fare squadra” perché sul tema di sintomi, diagnosi e cura il percorso è ancora molto incerto. La malattia si può presentare in stadi di severità crescente e non esistono terapie mediche curative.


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Giulia ha deciso di mettere a tema tutte le incognite e le possibilità di aiuto in un gruppo, per condividere il confronto con altre donne che hanno la stessa malattia. “L’endometriosi, parliamone” raccoglie testimonianze, spunti e riflessioni ed è un modo concreto per non lasciare alla rassegnazione l’ultima parola. Sappiamo infatti che, per quel che riguarda ogni sfumatura di sofferenza, la solitudine e l’isolamento sono gabbie in grado di degenerare in disperazione quello che la voce di un amico può invece trasformare in uno sguardo di vita nuovo.

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