Si muove di giorno e di notte con una squadra di volontari nel bergamasco. Pochi giorni l'ultima aggressione subita da una "madama"
Un vero prete eroe che trascorre il suo tempo libero per strada. Di giorno e di notte. Con la sua “Gedama onlus” don Gianpaolo Carrara solo nei primi sei mesi del 2019 ha intercettato, tra Bergamo e dintorni, 563 prostitute.
«Qualcuno può avere l’impressione che il fenomeno sia calato. Ma non è così, la strada non è ferma, la strada si muove». Hotel, appartamenti, centri massaggi, a volte sono pure b&b. Tutte «strade» della prostituzione diventate alternative al marciapiede, afferma Don Gianpaolo, che ha 62 anni e dal 2006, con la “Gedama onlus”, macina chilometri, tra Osio, Seriate, Dalmine, Filago, la città.
L’affitto e i protettori
Rumene e nigeriane si spartiscono il mercato. Le prime versano i dazi ai loro protettori, anche per l’«affitto» delle piazzole, spesso guardate a vista dalle connazionali più esperte: «Si sistemano in macchine di lusso e controllano il lavoro delle più giovani». Le nigeriane sono state liberate nel 2018 dalla schiavitù dei riti voodoo, cancellati dall’editto dell’oba di Benin City.
«Da allora, molte sono fuggite — spiega don Carrara — e il risultato è che in strada sono tornate le madam che le sfruttavano. Si prostituiscono e controllano le giovani rimaste o le nuove arrivate. Alcune sono ragazze passate da sfruttate a sfruttatrici».