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Dio ha un sogno incredibile per ogni coppia

COUPLE; RELATIONSHIP; TIPS; LOVE

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Paul Habsburg - pubblicato il 17/07/19

Conservo nel mio cuore un canto decisamente commovente che mi torna spesso in testa. È quello del poeta tedesco Rainhard May, “Menschenjunges” (cucciolo d’uomo). Descrive un padre davanti alla culla del suo nuovo nato. Mentre guarda il piccolo s’immagina le mille vite che quello vivrà. Con emozione, pensa anche a tutto ciò che lui e il suo bambino faranno insieme. Questo mi fa pensare – ne sono convinto – che Dio abbia un sogno per ciascuno di noi e che anche Lui, da più in alto delle spalle del suo padre terreno, ammiri rapito ogni uomo che viene al mondo.

A cosa pensava Dio quando, nel 1910, osservava la culla della piccola Agnes Gonxha Bojaxhiu? Nel suo cuore esisteva già il sogno della pienezza di quella bimba, il sogno della pienezza di quella donna che più tardi sarebbe stata nota col nome di Madre Teresa di Calcutta… Nella ricerca della “persona giusta”, di solito ci si domanda “chi è la persona giusta per me?”. Ciascuno ha i propri criterî di selezione, talvolta a mo’ di una piccola check-list alla quale si auspica che il profilo della persona debba avvicinarsi. I siti di incontri funzionano pressappoco alla stessa maniera, mi sembra. E non è male, perché comunque bisogna condividere dei punti comuni… Eppure credo che si parta col piede sbagliato, se si comincia così una relazione amorosa.

La domanda giusta è “per chi sono la persona giusta?”. Anzitutto perché “la persona giusta per me” non esiste. Ciò implicherebbe che l’altro sia lì unicamente per completarmi, così come son, senza che ciò solleciti la conversione del mio cuore, né un lavoro su me stesso. Sarebbe tutto facile. Troppo facile! E poi perché “amare” non è semplicemente “avere grandi sentimenti” grazie all’altro. Significa «imparare a volere il bene dell’altro, imparare a servire, imparare a donarsi, ad accogliere». C’è una considerevole differenza tra “amare l’altro per me” e “amare l’altro per sé e volere che arrivi alla sua pienezza”.

Che bell’ideale da immaginare, e anche da credere: Dio ha un sogno per la persona che io amo, ha un sogno per il mio coniuge! E il giorno del matrimonio Egli mi dice: «Amico mio, ti affido questa donna [o “quest’uomo”]. Ma attenzione: questa persona è mia ed è preziosa ai miei occhi. Ho un sogno per essa, ho pensato a una sua pienezza. Vuoi aiutarmi perché questo sogno si realizzi? Perché essa arrivi alla propria pienezza e voi, tutti insieme, alla vostra pienezza? Io, da parte mia, sarò con te: sarò la tua forza, ti farò comprendere chi è questa persona per me e mi compiaccio di realizzare la mia opera attraverso te. E poi… attraverso lei, vorrei anche completare la mia opera in te. Vuoi lasciarti plasmare da me attraverso questa persona? Accettandola così com’è e non come tu vorresti che fosse?».

Facciamo un passo di lato e torniamo un istante all’Antico Testamento. Se vogliamo comprendere che cosa significhi l’impegno di Dio, guardiamo la storia di Abramo, la storia di Mosè… Quel Dio che ha aperto il Mar Rosso davanti a Mosè e al Popolo di Israele, quello stesso Dio aprirà i vostri “Mari Rossi” davanti a entrambi. Non dubitatene. Io stesso ne sono stato spesso testimone, così tanto che non riesco più a dubitarne. Che cosa implica tutto ciò? Uno sguardo nuovo. Nientemeno…

Cambiare sguardo

A dire il vero, quel che si prepara è la rivoluzione copernicana del cuore. Invece di vedere l’altro come la fonte della felicità ci si mette a desiderare con tutto il cuore la pienezza dell’altro, quella che Dio sogna. Papa Francesco lo dice mirabilmente bene in Amoris lætitia: «Ciascuno dei coniugi è uno strumento di Dio per far crescere l’altro». Imparare così ad accogliere l’altro in pienezza, e a lasciarsi modellare dal suo modo d’essere – così differente e unico al contempo – è un vero cambiamento di sguardo.

Una domanda allora s’impone. Come conoscere questo sogno? Qual è lo sguardo di Dio sul vostro coniuge? La risposta è al contempo semplice e misteriosa. Chiudete gli occhi, aprite il cuore, levate gli occhi dell’anima, cercate lo sguardo di Dio e domandategli in tutta semplicità: «Signore, qual è il tuo sogno sul/la mio/a coniuge? Sai, Dio mio, voglio convertirmi. Vorrei sapere come servire il tuo piano sulla persona che ho accanto e quindi sulla nostra coppia. Dammi la Sapienza perché “essa conosce che cosa ti è gradito e ciò che piace ai tuoi occhi” (Sap 9, 9)». Oso promettere in queste righe: quel Dio che ha esaudito l’umile preghiera di Salomone, egli stesso esaudirà anche voi.

Cercando allora la risposta a questa domanda – “per chi sono la persona giusta?” –, perché non cominciare semplicemente a desiderare con tutto il cuore che l’altro arrivi alla sua pienezza? Se accettate di lasciarvi modellare e completare da Dio attraverso l’altro, questo è già un buon segno. Cominciate a guardare l’altro con quello sguardo di padre o di madre davanti al suo piccolino. Permettete a Dio di lasciare che il suo sguardo di tenerezza passi per i vostri occhi. Guardate allora il vostro coniuge e vedrete… Dio vi farà entrare nel suo sogno e diventerete un eroe nella storia d’amore col vostro coniuge. Anche se siete sposati da trent’anni! Se siete pronti per questa rivoluzione, per la conversione del cuore verso il sogno di Dio e del suo Amore, allora per voi e per la vostra coppia comincerà una vita nuova.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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