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Spiritualità
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Dio preferisce i piccoli; quelli che lo ascoltano, lo seguono, si affidano totalmente

CHILD, FATHER, HAND

KonstantinChristian | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 17/07/19

La semplicità che il Padre ci chiede non è istintiva, non è un'indole spensierata: è una profonda educazione interiore che arriva ad abbracciare l'evidenza suprema, se non è Gesù a portarci al Padre, nessuno di noi ci arriverà mai.

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». (Mt 11,25-27)

Anche Dio ha le sue preferenze. Anche Lui ha i suoi gusti. Ad esempio stravede per le persone semplici. Lo dice chiaramente Gesù nel Vangelo di oggi: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”. Si può capire anche il perché. Una persona semplice è il contrario di una persona complessa. Un complessato quasi mai gode della vita, è troppo intento a complicare le cose. Una persona semplice accoglie tutto senza complicare le cose. Accetta un dolore e una gioia senza costruirci addosso dei complessi. Accetta tutto quello che gli viene dalla vita con un atteggiamento fiducioso e accogliente. A persone così Dio racconta i suoi piani e si intrattiene a parlare lungamente nel loro cuore. Ma la semplicità non viene dall’indole, ma da una profonda educazione interiore. Un’autentica vita interiore è quel lavorio attraverso cui noi cerchiamo di imparare l’arte di semplificare le cose, fino a portarle al loro nucleo essenziale.

La persona semplice non è banale, è essenziale. Va al nodo della questione e non si perde dietro migliaia di ragionamenti che quasi sempre hanno come tema portante sensi di colpa e colpevoli. “Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Ecco allora qual è la verità: Dio non lo si cattura con complessi ragionamenti, ma con la semplicità del cuore. È la semplicità che sa accettare il dono di vedersi raccontato da Gesù ciò che da solo non avrebbe mai potuto scoprire. Se non è Gesù a portarci al Padre, nessuno di noi ci arriverà mai. Chi è semplice lo sa, e si fida di Lui, gli va dietro, lo ascolta, ci passa del tempo, si lascia istruire, lo lascia fare. Chi è semplice in pratica prega, e sa che la preghiera è l’arte di essere semplici. La preghiera è il contrario delle preoccupazioni. Anzi è lì che dobbiamo portarle per poi gettarle tutte in mano a Lui.

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