In vari testi gnostici antichi c’è una forte presenza di angeli, spiriti celesti e spiriti tenebrosi: una dottrina che si presenta "fuori dal mondo" in tutti i sensi
Lo gnosticismo antico – che fiorisce particolarmente nel secondo e nel terzo secolo d.C. – è un insieme di sistemi caratterizzato da un dualismo che oppone lo spirito e la materia, e svaluta radicalmente il mondo visibile, ridotto a regno del male e delle tenebre. Tutti gli gnostici sono d’accordo su una svalutazione dualistica del mondo e della materia
1. un’unità originaria indistinta (pleroma), dove da un dio originario e inconoscibile sono emanate coppie di esseri celesti («eoni», parola che in alcuni sistemi indica anche un’epoca nella storia del mondo);
2. la «caduta» fuori da questa unità di uno o più esseri celesti, con la successiva nascita di un dio malvagio (demiurgo, spesso chiamato Abraxas o Abrasax) che, direttamente o tramite i suoi collaboratori (arconti), crea il mondo materiale;
3. la presenza nell’uomo di una scintilla divina − spiegata in differente maniera dalle varie scuole − che può essere ravvivata, permettendo ad alcuni di risalire dal mondo della materia e della finitudine fino al mondo divino delle origini.
Apocalisse di Adamo
Dal punto di vista prettamente angelologico, in vari testi gnostici antichi c’è una forte presenza di angeli, spiriti celesti e spiriti tenebrosi. Tali temi ritornano di tanto in tanto nella cultura contemporanea e, in maniera particolare, nella cosiddetta galassia del believing without belonging, in vari ambiti del paradigma esoterico e certamente, seppur in maniera non organica, nell’ambito specifico del ritorno dello gnosticismo.
Nel libro dell’Apocalisse di Adamo, un apocrifo dell’Antico Testamento scritto in copto e databile intorno al primo o secondo secolo d.C. − essendo il testo di origine giudeo-gnostica o cristiano-gnostica − il termine eoni sembra talora riferirsi alle potenze del mondo inferiore soggette al demiurgo Sakla-Ialdabaoth, per cui pare che si possa adattare anche agli arconti, in sostanza demoni cattivi che fanne parte della corte del demiurgo, che il papiro copto definisce come il «signore degli eoni», così come contraddistingue una categoria specifica di esseri spirituali emananti dal dio supremo.
La contrapposizione corrente tra eoni come ipostasi della realtà superiore e angeli come creature del dio inferiore, in alcuni testi gnostici, si attenua fino a scomparire completamente.
Apocrifo di Giovanni
Lo storico delle religioni Giovanni Casadio nota a tal riguardo che se, per esempio, in Apocrifo di Giovanni – vangelo gnostico composto in lingua greca nel secondo secolo, si ritiene entro il 185 d.C., e attribuito all’apostolo Giovanni, una cui versione lunga e una più breve in lingua copta furono ritrovate a Nag Hammadi, in Egitto, nel dicembre 1945 − gli angeli appartengono alla creazione del demiurgo Sakla-Ialdabaothh, in altri scritti gnostici il termine «angeli» serve a denominare degli esseri appartenenti al mondo superiore, così come in ulteriori testi gli angeli sono rappresentati come esseri inferiori, ancorché non negativi ed emananti dai grandi eoni.
Di angeli si parla pure nel Libro di Baruch, testo sacro degli gnostici ofiti – da non confondersi quindi con l’omonimo libro appartenente al canone biblico cristiano e ortodosso, anche se ritenuto apocrifo dalla tradizione protestante −, così denominati perché adoravano il serpente (in greco òphys) corruttore di Adamo ed Eva, ritenuto elargitore agli uomini della conoscenza del bene e del male preclusa dal Dio del Vecchio Testamento, creatore del mondo, ma ritenuto inferiore al Dio supremo.