separateurCreated with Sketch.

I libri che hanno aiuto John Henry Newman nella sua conversione

JOHN HENRY NEWMAN

San Newman

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
John Burger - pubblicato il 15/07/19
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

E come lo hanno influenzatoAl giorno d’oggi, sempre più persone sono preoccupate di quanti dati vengono raccolti su di loro – dall’uso degli smartphone alle visite ai siti web dove hanno usato la propria carta di credito.

Potrebbe sorprendere il fatto che qualcosa di simile accadesse anche nell’Inghilterra ottocentesca, e si è rivelato utile per Kenneth Parker, che ha dedicato 25 anni a studiare un aspetto della vita di John Henry Newman, il teologo inglese che verrà dichiarato santo quest’anno.

Parker diffonderà i risultati della sua ricerca in tempo per il 13 ottobre, data della canonizzazione di Newman. La sua ricerca ha ripercorso i passi del futuro santo nella biblioteca della sua università.

Dopo aver studiato al Trinity College di Oxford, Newman divenne tutor all’Oriel College di quell’università, e presto anche chierico anglicano. Per 17 anni fu vicario della chiesa universitaria, St. Mary the Virgin.

“Rimase disilluso dalla teologia riformata e dal modo in cui presentava Dio e il modo in cui gli esseri umani Gli rispondono, ritenendo che non si allineasse con la sua esperienza del lavoro con i fedeli in un contesto parrocchiale”, ha affermato Parker, Ryan Endowed Chair per gli Studi su Newman presso la Duquesne University.

È in quel periodo che venne influenzato da un gruppo di teologi noti come i Caroline Divines. “Caroline” si riferiva al fatto che vivevano all’epoca dei re Carlo I e II (Carolus in latino), e “divine” è una parola arcaica per indicare un teologo.

Parker, che ha conseguito il dottorato a Cambridge nel 1984, voleva sapere esattamente quando Newman avesse iniziato a leggere quegli studiosi.

“Erano teologi anglicani che prendevano molto sul serio l’antica tradizione cattolica e stavano cercando di attirare più intenzionalmente nella Chiesa d’Inghilterra nel XVII secolo”, ha affermato in un’intervista. “Ma come scoprire quando una persona inizia a leggere una serie specifica di autori? Ho fatto ricorso in primo luogo alle lettere e ai diari [di Newman]…, ma non teneva una lista dei libri che leggeva né scriveva quando li consultava”.

Figlio di un bibliotecario, Parker ha pensato di chiedere alla biblioteca dell’Oriel College se c’era qualche documento sui libri che Newman aveva chiesto in prestito quando viveva lì, e in effetti c’era.

“A partire da circa un anno dopo che Newman era diventato Fellow all’Oriel, c’era un registro in cui i Fellows annotavano quando portavano via un libro”, ha detto Parker. “Quando lo restituivano scrivevano il loro nome. La cattiva notizia è che non registravano il nome dell’autore e il titolo del libro”.

Scrivevano semplicemente collocazione o numero. Fino a quel momento ai libri erano assegnati dei numeri, e venivano poi spostati in varie parti della biblioteca. “È per questo che ci sono voluti 25 anni e molti viaggi a Oxford”.

Parker ha affermato che al di là di qualche scritta illeggibile è stato in grado di catalogare più di 800 voci, che spaziano dal 1824 al 1842. Ciò non voleva dire 800 libri, visto che alcuni libri sono stati presi in prestito varie volte e Newman stava simultaneamente costruendo la sua biblioteca privata. Lo studioso ha però ottenuto una buona base per proseguire con le sue indagini.

“Ciò mi ha permesso di iniziare a mettere insieme quello che Newman stava leggendo e di affiancarlo a ciò che scriveva”, ha dichiarato. “Ora, attraverso un processo di valutazione del suo uso della biblioteca, possiamo avere qualche idea di quello che stava leggendo quando si stava preparando a scrivere alcuni documenti importanti del suo corpus anglicano… Si possono identificare i momenti in cui ‘lottava’ con una questione in particolare o con qualcosa che saltava fuori nella corrispondenza. A volte mi sembrava di camminargli dietro perché lo seguivo di scaffale in scaffale, mentre tirava fuori un libro per rispondere a una domanda in particolare”.

A un certo punto, ad esempio, la madre di Newman gli scrisse di una disputa teologica che aveva avuto luogo in famiglia sulla questione del Battesimo dei neonati. La lettera arrivò un venerdì, e dopo un weekend trascorso a preparare una predica e a dedicarsi agli altri doveri, lui “rispose con una lettera di 15 pagine con un’esposizione dettagliata sul Battesimo dei neonati e la teologia soggiacente”, ha detto Parker.

“L’ho seguito allo scaffale dove si recò quel venerdì pomeriggio e tirò fuori un lavoro sul Battesimo dei neonati. Lo lesse quel weeekend e il lunedì rispose in modo approfondito alla madre”.

Newman non ha mai fatto riferimento al libro, ma ora sappiamo quale fosse la fonte.

Parker, ex direttore ad interim del National Institute for Newman Studies, ha affermato che è importante studiare questo periodo della vita di Newman perché ha scoperto che l’approccio cattolico che ha imparato dai Caroline Divines “rifletteva molto la sua esperienza di lavorare con i parrocchiani”.

Newman è poi diventato un leader del movimento di Oxford, che come descrive Franciscan Media, “sottolinea il debito della Chiesa nei confronti dei Padri della Chiesa e ha sfidato ogni tendenza a considerare la verità come del tutto soggettiva. La ricerca storica ha fatto sospettare a Newman che la Chiesa cattolica romana fosse in strettissima continuità con la Chiesa istituita da Gesù”.

Newman divenne cattolico nel 1845 e si recò a Roma per studiare per il sacerdozio. Qualche anno dopo fondò e divenne il superiore dell’Oratorio di Birmingham, dove i sacerdoti potevano condividere una vita religiosa. Papa Leone XIII lo credò cardinale nel 1879. Secondo la Catholic Encyclopedia, nessun semplice sacerdote senza doveri nella Curia romana era stato così onorato nei tempi moderni. Newman ha scelto il motto “Cor ad cor loquitur” (“Il cuore parla al cuore”). È morto nel 1890, a 89 anni.

Alla fine di luglio, il catalogo di Parker farà parte delle Digital Collections del National Institute for Newman Studies. L’Istituto afferma che le raccolte ospiteranno il più esteso archivio digitale dei lavori collegati a Newman, includendo più di 200.000 immagini digitalizzate dei manoscritti di Newman, immagini dei suoi libri e dei suoi articoli e manoscritti inediti a disposizione degli studiosi di tutto il mondo.