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Spiritualità
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La canzone con cui Gesù mi ha tirato fuori dalla mia crisi di preghiera

KOBIETA

Kyle Frederick/Unsplash | CC0

Catholic Link - pubblicato il 12/07/19

di Sandra Rey

Farò una confessione che può sembrare un tabù tra i cristiani: ci sono giorni in cui non tollero le preghiere e i canti classici. Sapevo da vari giorni che stavo mettendo da parte la preghiera, e con essa la mia calma, il senso della vita, le risposte, la fonte del mio cammino.

Avevo appena attraversato un processo di conversione forte, e i giorni hanno iniziato a tornare come prima, difficili: il dialogo con Gesù, la mia riconoscenza, la preghiera erano sempre più forzati. Mi faceva male non sentirmi vicino a quel Gesù che durante quella conversione mi aveva dato tutto ciò di cui avevo bisogno per vivere di nuovo. Mi faceva male non provare nulla per Colui che aveva dato la sua vita per me. Qualcosa in me, però, era stanco delle canzoni religiose, delle solite preghiere, delle stesse citazioni bibliche…

Un giorno ho rinunciato a pregare al mattino con le canzoni religiose e ho deciso di ascoltare Morat. All’improvviso è iniziata una canzone che racconta di un ragazzo che cerca di incontrare una ragazza senza riuscirci mai. Non ho potuto fare a meno di ridere – era la storia mia e di Gesù.

Dio ci cerca prima che noi cerchiamo Lui

“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi” (Giovanni 15, 16). È la prova più grande del fatto che quello che crediamo di fare per Dio ha sempre origine in Lui. A volte la nostra fatica nei confronti della spiritualità-religione ci fa pensare che dobbiamo essere già una sorta di monaci esperti di santità. Dimentichiamo che chi porta sempre la primizia del nostro cammino è Lui, che chi fonda questi sentimenti d’amore è Lui e che è sempre Lui a cercarci per primo. Forse la cosa difficile è lasciarci trovare…

La nostra preghiera cresce insieme a noi e si trasforma

Ma cos’è la preghiera? La preghiera non è la litania, le lodi in lingue antiche, i motti in latino, le canzoni, i giorni di una novena. La preghiera è il nostro dialogo con un amico, un Altro, un Tutto, Dio che con amore anche umano ci vuole sedurre.

Il nostro rapporto con Dio cambia man mano che cresciamo, maturiamo, viviamo ferite e fallimenti, successi e gioie, cambiamenti o routines. Gesù ci ama, ci conosce, sa cosa stiamo vivendo e quindi ciò che ce lo fa sentire più vicino: un caffè in silenzio, la Sua donazione nell’Eucaristia, una canzone d’amore…

Dio come amico/Padre vi porterebbe mai una limonata sapendo che vi fa male la gola? O vi lascerebbe recitare 10 Padre Nostro se sapesse che non riuscite neanche a parlare mentre piangete dentro? Quale preghiera ve lo farebbe sentire vicino?

“Mi fai impazzire…”

Sono riuscita a cogliere questo con questa canzone e con molte altre che da allora mi parlano del suo amore, che non è un amore gettato in aria e che noi dobbiamo trattenere tra le mani. Il suo amore viene lanciato verso di noi, noi ne siamo l’oggetto, e non si stanca di sedurci.

“Come spiegartelo? Mi innamoro, più fuggi più ti adoro…” L’esperienza che abbiamo con le persone/gli uomini ci fa aspettare lo stesso da Gesù, ma l’amore di Gesù è sempre di più di quello che ci aspettiamo. Questa canzone descrive la speranza che ha Dio di arrivarci sempre al cuore. Non importa se abbiamo abbandonato la preghiera, la Messa, la sua Parola, l’amore… Egli è sempre innamorato di noi. È per noi che fa festa, e non per i 99 giusti che non hanno bisogno di conversione!

“Oggi voglio dirti che una vita senza di te non vale la pena…”

La colpa è un altro nome per la superbia, una trappola del demonio che vuole solo allontanarci dall’incontro con Dio. Quando siamo stati un po’ di tempo senza avvicinarci a Dio proviamo un po’ di vergogna a tornare a Lui. Il Suo amore ci trascende, e crediamo che sia arrabbiato con noi.

La colpa ci fa vedere Dio come impotente di fronte ai nostri peccati, ma Dio sfida sempre le barriere e ci viene incontro. Forse dobbiamo solo abbassare la guardia e dirgli: “Perdono. Mi sono perso, mi conosci, ma sono un’altra volta qui. Cosa volevi dirmi?”

“Mi fai impazzire, sono disperato, perché i tuoi problemi sono complicati”

Per la prima volta immagino Gesù con la sua preoccupazione reale per noi. Come guarda Gesù i nostri amori e disamori, le nostre ferite e i nostri trionfi? Quanto deve guarire e guidare! Forse siamo molto duri con Lui: diamogli il tempo di rivelarci le Sue risposte, il Suo amore, la Sua compagnia e la nostra forza e fedeltà a poco a poco, giorno dopo giorno.

Non disperiamo – ci sono tappe della vita in cui bisogna confidare nel fatto che stia agendo in noi e nel nostro mondo, anche quando sembra che sia impegnato in altro.

È questo che vuol dire Paolo quando dice che è Dio che giustifica!

“Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (…) In tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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