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Sono peggio degli altri: ecco perché ho bisogno di essere cristiana!

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By Milos Nakovic/Shutterstock

Chiara Bertoglio - pubblicato il 03/07/19

Sarei una persona senza speranza, se non avessi ricevuto il dono della fede.

A chiunque si senta parte di una Chiesa cristiana è sicuramente capitato di sentirsi dire, più di una volta, da coloro che non vi aderiscono: “Perché mai dovrei andare in chiesa, quando i cristiani sono peggio degli altri?”. Inutile dire che non si tratta di un’espressione molto gentile né molto gradita (a volte la vivo un po’ come se qualcuno insultasse i miei familiari), e che, come tutte le generalizzazioni, è anche un po’ stupida. Oggi, però, ho provocatoriamente intitolato così questo post, perché una parte di verità, seppur piccola, ce l’ha.

Mi è capitato, nell’ultimo mese, di avere conversazioni molto profonde con amici che hanno vissuto momenti assai forti ed importanti della loro vita: in un caso la scomparsa di una persona cara, nell’altro l’evento assai più lieto di una nascita. Formalmente, queste due persone non frequentano la chiesa. Eppure, ho imparato da loro, dalle loro parole, dalla loro sapienza, molto più di quanto abbia tratto da numerose omelie ascoltate in tanti anni. Non sto parlando solo di una sapienza umana: è ovvio, per chiunque non sia del tutto bigotto, che i credenti non possono assolutamente pretendere di avere il monopolio della saggezza, e che tutti, in quanto esseri umani, abbiamo molto da imparare da qualsiasi persona incontriamo sul nostro cammino.




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Quello che mi ha colpita è invece che, in entrambi i casi, ho ricevuto delle grandi lezioni proprio in quel campo che si associa normalmente con pulpiti, altari e chiese. Queste persone avevano una forza ed un’umiltà straordinarie nelle loro parole, che vengono probabilmente proprio dal fatto che hanno faticosamente scavato in se stesse e nella vita per comprendere e dare un senso agli avvenimenti, anziché ricevere molte cose in dono come accade ai frequentatori di chiese e omelie.
Mi ha colpita molto, perciò, riscontrare la profonda sintonia di quanto mi hanno detto con ciò che la Chiesa mi ha insegnato: come se, ancora una volta, mi incantassi e mi stupissi nel vedere che l’insegnamento di Cristo non stravolge la natura, l’umanità, la razionalità e la sensibilità degli esseri umani, ma semplicemente le corona di bellezza e di pienezza.

Ovviamente, non intendo sminuire l’apporto della fede e della vita cristiana, che non sono indifferenti ad una vita felice. Personalmente (ed è qui che mi viene davvero da dire che “i cristiani sono peggio degli altri!”) so perfettamente che senza la fede, senza l’aiuto del buon Dio e delle persone che ha messo sul mio cammino, e senza il dono dei sacramenti, sarei una persona assai peggiore di quello che sono, e i difetti contro cui lotto tutti i giorni sarebbero ancora più grandi di quanto siano ora. Sono peggio degli altri: ecco perché ho bisogno di essere cristiana. Soprattutto, credo che sarei una persona senza speranza, se non avessi ricevuto il dono della fede.




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Io credo che questi miei amici siano molto più vicini al buon Dio di quanto lo sia io; che Egli guardi, ami ed ammiri il loro cammino, e che, naturalmente, sia Egli stesso ad averlo tracciato. È un po’ come quando una mamma vuole aiutare i propri bambini, ma lo fa di nascosto perché essi non si sentano umiliati e non perdano la voglia di cercare, esplorare e mettersi in gioco.
Non posso che essere profondamente grata ai miei amici, perché mi hanno dimostrato, ancora una volta, una verità grande: che Dio non si lascia ingabbiare dagli schemi umani, e che può fare meraviglie con una fantasia che non smette mai di incantare e di stupire.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA CHIARA BERTOGLIO

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