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Dei mosaici del V secolo svelano dettagli dell’antico ebraismo

ELIM MOSAIC
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J.P. Mauro - pubblicato il 03/07/19
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Le realtà bibliche continuano a rivelarsi in Terra SantaUna squadra di archeologi e studenti guidata dalla professoressa Carolina Jodi Magness ha trascorso gli ultimi nove anni effettuando scavi nell’antico villaggio di Huqoq, nella Bassa Galilea. Ogni anno, le scoperte del team aiutano a conoscere meglio le comunità ebraiche del V secolo, e quest’anno sono stati dissotterrati rari esempi di antichi mosaici.

In questa stagione di scavi ci sono state due scoperte principali, di cui la Magness ha parlato in un’intervista a UNC News. La prima è stata l’individuazione delle quattro bestie descritte in Daniele 7:

“La prima bestia è un leone con ali d’aquila. Il leone non è conservato, come anche la terza bestia. La seconda bestia di Daniele 7,4 – un orso con tre costole che gli sporgono dalla bocca – è conservata, e così la maggior parte della quarta bestia, descritta in Daniele 7,7 come se avesse denti di ferro”.

La seconda grande scoperta di quest’anno a Huqoq è stata la prima rappresentazione dell’episodio di Elim mai trovato nell’antica arte ebraica. Elim è il luogo in cui il popolo ebraico allestì il campo dopo aver lasciato l’Egitto, e si ritrova in Esodo 15, 27. La Magness ha descritto la scena del mosaico di Elim:

“Il mosaico è diviso in tre strisce, o registri, orizzontali. Vediamo grappoli di datteri che vengono immagazzinati da agricoltori uomini che indossano perizomi, che fanno scivolare i datteri lungo corde tenute da altri uomini. Il registro di mezzo mostra una fila di pozzi che si alternano a palme da dattero. Sul lato sinistro del pannello, un uomo con una tunica corta porta una giara d’acqua ed entra dalla porta di una città fiancheggiata da torri merlate. Un’iscrizione sulla porta recita: ‘E vennero a Elim’”.

La Magness ha spiegato che il primo mosaico è interessante perché è un riferimento alla fine dei tempi, ma il secondo è un po’ più misterioso, perché Elim viene menzionata solo brevemente nella Bibbia, e non ha lo stesso significato di altre narrazioni bibliche.

La professoressa crede che si tratti di scoperte importanti perché riguardano un’epoca della storia del popolo ebraico di cui si sa poco, al di là di ciò che è stato scritto dai saggi ebrei e di pochi riferimenti nei primi scritti cristiani.

“L’archeologia colma questo gap gettando luce su aspetti dell’ebraismo tra il IV e il VI secolo di cui altrimenti non sapremmo nulla. Le nostre scoperte indicano che l’ebraismo ha continuato ad essere diversificato e dinamico molto dopo la distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.”.

La Magness ha dichiarato che anche se il tuo team ha lavorato sul posto per nove anni intende tornare a Huqoq per assicurarsi di aver dissotterrato tutti i suoi tesori nascosti e che i mosaici sono stati rimossi per essere conservati, e una volta certa che non ci siano altre scoperte da effettuare il sito verrà consegnato all’Autorità per le Antichità di Israele perché possa aprirlo al pubblico.

“Nel frattempo”, ha affermato, “mi aspetto che il nostro lavoro continuerà a gettare luce sul passato attraverso nuove scoperte”.