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Parolin: per il Papa sono stati anni agitati, ma affronta i problemi con pace interiore

POPE AUDIENCE JUNE 26; 2019

Antoine Mekary | ALETEIA | i.Media

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/07/19

Il Segretario di Stato ha parlato della diplomazia di Francesco e dei risultati raggiunti, tra molte difficoltà, in questi anni. Ecco i 4 fronti aperti più "caldi"

Quanta fatica sta facendo Papa Francesco in tema di diplomazia! A rivelarlo è stato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, partecipando Festa di Avvenire promossa in Basilicata.

Gli ultimi anni accanto al Papa, evidenzia Parolin, «non sono stati anni tranquilli. Penso alle tensioni legate alla spinta riformatrice impressa dal Pontefice o alle critiche suscitate dall’accordo con la Cina. In questo contesto quello che mi ha sempre colpito è l’atteggiamento di serenità di papa Francesco. Il Papa può essere preoccupato per i problemi, ma poi li affronta sempre con una grande pace interiore».

PIETRO PAROLIN
Fabio PIGNATA I CPP I CIRIC
Le cardinal Pietro Parolin, secrétaire d’État du Saint-Siège.

Prosegue Parolin: «Mi impressiona la sua insistenza sulla gioia che oserei definire quasi una cifra del suo pontificato e che si può applicare ovviamente anche nell’ambito della diplomazia: nessuno può toglierci la gioia profonda di sentirci amati dal Signore, che conduce la storia al di sopra delle tante agitazioni degli uomini».

La Cina

Sicuramente l’ultimo risultato positivo, in ordine di tempo, è l’accordo siglato con la Cina per la nomine dei vescovi. «Ora tutti i vescovi cinesi sono in comunione col Papa – ha detto Parolin – Due di loro, per la prima volta, hanno partecipato al Sinodo sui giovani dell’ottobre scorso. Ora si incomincia a tradurre questo accordo nella realtà. Attraverso il meccanismo da esso previsto si stanno cercando candidati per le nomine nelle parecchie diocesi vacanti. Sapendo che ci sono ancora numerosi problemi aperti. Il primo è la registrazione civile del clero non ufficiale, in merito al quale sono stati già pubblicati degli orientamenti pastorali».




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La Russia

Il Segretario di Stato ha poi affrontato la questione russa. Il 4 luglio il presidente Vladimir Putin sarà in Vaticano. Sarà la terza udienza del leader russo con papa Francesco. «Il presidente della Russia si considera uomo religioso, e penso quindi che egli riconosca nel Papa l’incarnazione di valori che ritiene importanti nella sua vita.

PAROLIN,PUTIN
Alexey Nikolsky | SPUTNIK | AFP

Poi c’è l’attenzione della Russia a temi quali la tutela dei cristiani nel Medio Oriente e la crisi dei valori cristiani nelle società occidentali. L’incontro sarà occasione per affrontare questioni che preoccupano la Santa Sede, come la situazione in Siria e il conflitto nella regione orientale dell’Ucraina».

Parolin poi smentisce un collegamento tra la visita di Putin e il summit della Chiesa greco cattolica ucraina di questa settimana. «È una semplice coincidenza temporale», liquida il Segretario di Stato.




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La Terra Santa

Sul fronte sempre caldo della Terra Santa, ivescovi cattolici locali hanno recentemente dichiarato di ritenere ormai “vuota retorica” la formula “due popoli-due Stati” (palestinesi e israeliani ndr). Ha precisato Parolin: «Noi riteniamo a livello di principio ancora valida la formula dei due Stati con i confini definiti in maniera comune e internazionalmente riconosciuta in base alle risoluzioni delle Nazioni Unite. Ma è vero che tale formula incontra sempre più scetticismo nell’opinione pubblic. E quindi ci sono molti dubbi sulla sua viabilità».

CHURCH OF THE HOLY SEPULCHRE, JERUSALEM
ReeveJ/Wikipedia

«Noi riteniamo che l’unica strada sia quella del dialogo diretto tra israeliani e palestinesi – ha evidenziato il Segretario di Stato vaticano – Esso potrà essere riavviato solo a condizione di un minimo di fiducia reciproca che oggi invece manca».




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Paesi Islamici

Parolin è più ottimista sull’evoluzione del dialogo con i Paesi islamici. della Penisola Arabica. Il viaggio di Papa Francesco ad Abu Dhabi ha visto la firma del Documento sulla Fratellanza con il grande imam di Al-Azhar.

PIELGRZYMKA PAPIEŻA FRANCISZKA DO ZJEDNOCZONYCH EMIRATÓW ARABSKICH
VINCENZO PINTO/AFP/East News

«Questo documento – ha osservato – è stata una tappa molto importante nel dialogo con l’islam. Un concetto rilevante che si trova nel testo è quello della cittadinanza: tutti gli abitanti di un Paese sono cittadini con gli stessi diritti e doveri prima di ogni distinzione religiosa. È interessante che questo Documento in alcuni Paesi islamici è già entrato nei curriculum di studio nelle scuole e nelle università. E’ un buon segnale. Per altri cambiamenti bisogna aspettare una necessaria, lenta maturazione».




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Il criterio dei viaggi del Papa

Infine il Segretario di Stato ha spiegato il criterio dei viaggi apostolici del Papa all’estero:

«Per capirlo basta scorrere l’elenco dei Paesi toccati dalle visite apostoliche di quest’anno. C’è il criterio del dialogo interreligioso testimoniato dai viaggi in Paesi islamici come Marocco ed Emirati. Poi quello ecumenico, con le visite in nazioni ortodosse come Bulgaria, Macedonia del Nord e Romania. Il prossimo viaggio in Africa sottolinea un terzo criterio: l’attenzione alle comunità cristiane più periferiche e sofferenti, da confortare e incoraggiare. In questa prospettiva si collocano le auspicate visite in Sud Sudan e in Iraq. Visite che manifestano un altro criterio – la preoccupazione per la pace – testimoniato anche dal viaggio allo studio in Giappone con una attenzione particolare per il disarmo atomico» (Avvenire, 1 luglio 2019).




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