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Non prendere una decisione è solo un modo per rimandare la vita stessa!

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 01/07/19

Chi non sceglie mai è come morto. Incontrare Cristo significa incontrare Chi ci fa cogliere il presente nella sua interezza.

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». (Mt 8,18-22)

«Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai». Questa straordinaria disponibilità dello scriba del Vangelo di oggi ci mette davanti al difficile compito di capire quali sono realmente le intenzioni di fondo anche delle cose belle che tiriamo fuori nella vita. Amare qualcuno, decidere di rinunciare a qualcosa, darsi generosamente sono tutte cose che giudicate nella loro superficialità sono cose più che buone, ma a volte nascondono un’aspettativa che può metterci in una situazione di profonda sofferenza. Gesù smaschera questo meccanismo rispondendo così: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». In fondo, vuole dire Gesù, certe cose le facciamo perché pensiamo così di riempire un vuoto che ci portiamo dentro, ma la realtà è un’altra: non si può amare, scegliere qualcosa, o compiere atti eroici solo per sentirsi meglio o per recuperare certezze perdute, perché l’amore reale a differenza di quello ideale, molto spesso delude le nostre aspettative e non serve a colmare un vuoto bensì a non farci più vivere solo ripiegati nel tentativo di riempire i vuoti. Una cosa è davvero frutto di amore quando ci distrae dalle nostre solite ferite e ci fa vivere donando e non colmando. “E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti»”. Questo secondo caso invece ci ricorda che quando bisogna fare una scelta, rimandarla anche con valide scuse è solo un modo per rimandare la vita stessa. Chi non sceglie mai è come morto. La libertà è ciò che fa di noi dei viventi. Diversamente senza rendercene conto passiamo la vita solo a trovare mille scuse per non vivere per davvero. Salvo poi accorgercene quando ormai la vita ci è passata davanti, e ormai l’unica cosa che possiamo fare non è più rimandare ma rimpiangere. Incontrare Cristo significa incontrare ciò che ci fa cogliere il presente nella sua interezza.
(Mt 8,18-22)
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