Santa Caterina da Siena ebbe in seguito una cicatrice da un lato, nel punto in cui Gesù aveva tirato fuori il suo cuore Se Santa Margherita Maria Alacoque, la suora veggente del XVII secolo, ha fatto molto per diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù nella sua forma moderna, una serie di santi medievali ha alimentato la devozione all’amore per Cristo e il suo Sacro Cuore. Santa Caterina da Siena, mistica domenicana del XIV secolo, era una di loro.
Nel 1370, quando Caterina aveva 23 anni, Gesù rispose a una delle sue più fervide preghiere. Caterina aveva chiesto che il Signore prendesse il suo cuore, ovvero la sua volontà, e la sostituisse con la Sua. Un giorno, mentre stava pregando “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo” (Salmo 51), Gesù le apparve. Il beato Raimondo da Capua, confessore di Caterina e suo primo biografo, riferisce:
Le sembrò che il suo Sposo si presentasse a lei, le aprisse il fianco sinistro, prendesse il suo cuore e lo portasse con Sé, e quindi non lo ha più sentito nel suo petto. Questa visione è stata straordinaria, e i sintomi di lei concordavano talmente con queesto che quando ne parlò al suo confessore gli disse che davvero non aveva un cuore.
La reazione del beato Raimondo, che egli riferisce nella biografia di lei, fu ridere. Il beato spiegò che nessuno poteva vivere senza cuore, ma Caterina insistette sul fatto che Gesù aveva preso il suo cuore.
Qualche giorno dopo Gesù tornò da Caterina, ancora una volta in una visione. Il beato Raimondo riferisce:
All’improvviso si vide circondata da una luce che veniva dal cielo, e in mezzo a questa le apparve il Salvatore, che portava nelle sue mani sacre un fuoco vermiglio e che irradiava luce. Profondamente colpita da questa presenza e da quello splendore, si prostrò a terra. Nostro Signore si avvicinò, le aprì nuovamente il fianco sinistro e vi rimise il cuore che aveva portato.
Gesù diede a Caterina il Suo cuore. L’unione di Caterina con Cristo era così intima che lei condivise il Suo cuore. Una cicatrice sul suo fianco, nel punto in cui Gesù le aveva preso il cuore, fu poi visibile e attestata dalle compagne più strette di Caterina.
Da quel momento in poi, Caterina parla ripetutamente di essere infiammata dal Suo amore. Disse a Raimondo: “Il fuoco che arde dentro di me è così intenso che il mero fuoco materiale sembra una cosa fredda e morta a confronto, adatta a raffreddare più che riscaldare una persona”.
Raimondo afferma che Caterina era così vicina a Cristo e che aspettava di ricevere la Santa Comunione con una tale gioia che la gente riusciva a sentir battere il suo nuovo cuore.
Per lei, il cuore di Cristo era in fiamme. Il suo fuoco consumava in modo totale. La forza soprannaturale e la consolazione di Cristo erano più forti di qualsiasi cosa si riuscisse a provare da questo lato dell’eternità. Il fuoco d’amore, dato a Caterina attraverso la sua condivisione del cuore di Cristo, spinse la santa al suo straordinario servizio nei confronti dei fratelli. Il suo amore per gli altri si conformava talmente all’amore di Cristo che notava in sé il desiderio perfino di morire per il prossimo.
In un’altra occasione, Caterina descrive l’amore di Cristo come quello di una Madre. Disse infatti al suo confessore:
Padre, sa cosa ha fatto oggi il Signore nella mia anima? Ha agito come una tenera madre nei confronti del suo bambino amatissimo; tende le sue braccia da breve distanza per suscitare un desiderio, e quando suo figlio piange per qualche istante lei sorride, lo prende, lo stringe forte al cuore e poi soddisfa la sua sete ardente. Il nostro beatissimo Signore ha fatto lo stesso con me.
Per Caterina l’amore di Cristo, qualcosa di infucato e consumante, era anche l’unica cosa in grado di soddisfare. Come una madre ha il potere unico di confortare un bambino, solo l’amore di Cristo poteva rendere felice Caterina.
Collegata alla devozione di Caterina al cuore di Gesù è la sua devozione al Suo Preziosissimo Sangue. Il Dialogo della Divina Provvidenza, una raccolta delle conversazioni mistiche di Caterina con Dio, è pieno di riferimenti al Sangue di Cristo. Per i medievali in generale, ma soprattutto per lei, il Sangue di Cristo indica la misericordia e la compassione straordinarie di Dio. Il Suo Sangue redime i nostri peccati.
Nel Dialogo, Gesù dice a Caterina:
Essendo deboli, [le persone] cadono in peccato mortale e perdono la grazia che avevano tratto dal potere del sangue nel santo Battesimo. La mia divina carità ha dovuto lasciare loro un Battesimo continuo di sangue accessibile mediante una sentita contrizione e una santa Confessione non appena possono confessarsi ai miei ministri che detengono la chiave del sangue.
Caterina stessa si confessava spesso, e stimava profondamente il ministero dei suoi fratelli domenicani come confessori. Voleva che tutti coloro che erano caduti a livello di grazia si immergessero nel perdono offerto dal Sangue del Signore, un amore veramente illimitato.
Le ultime parole di Caterina sul letto di morte sono state: “Il Sangue! Il Sangue!” Per lei, il cuore di Gesù e il Suo sangue erano i grandi simboli dell’amore di Dio. Dio è diventato uomo. Ha preso un cuore come il nostro. Ha sanguinato per noi. È stato questo il grande motivo dell’amore di Caterina: il fatto che Dio ci avesse amati.
Possa il nostro cuore essere sempre più conforme al Suo!