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Aleteia - pubblicato il 22/06/19

Servire in modo disinteressato è una prova di amore vero

Sono chiamato a servire e a dare la vita con semplicità e povertà. Voglio servire la vita che mi viene affidata. Servire chi ho di fronte senza pensare tanto a quello di cui ho bisogno.

È un dono scoprire i doni nascosti negli altri, quei desideri che non si manifestano, e rispondervi prima che arrivino ad essere formulati.

Madre Teresa diceva: “Chi non vive per servire non serve per vivere”. Mi sembra un’affermazione molto forte, ma è la verità.

Quando vivo solo per me, quando mi preoccupo solo di stare bene, di avere successo, di raggiugere le mie mete, di delineare i miei progetti, quando non dipendo da quello che desiderano gli altri ma penso solo a ciò di cui ho bisogno io, quando sono il riferimeno di tutto in modo assoluto… allora non sto servendo nessuno, solo me stesso.

E quando accade questo risulta che non so vivere.

Perché la vita ha senso quando vivo in base a quello che Dio mi chiede. E Gesù mi ha insegnato che chi dona è più felice e pieno, più felice di chi riceve.

So, perché l’ho vissuto, che servendo sono più felice. La mia vita ha più senso, e sono più soddisfatto. Quando però mi impegno in modo ossessivo nel portare avanti i miei progetti, senza pensare agli altri, sono meno pieno.

Vivere la vita nel servizio mi insegna un modo diverso di vivere. Quando vivo con la mentalità di chi serve, i miei progetti sono secondari e sono gli interessi di chi servo a stare al centro.

Ma questo non farà sì che mi laceri perché non curo anche il mio cuore, che ha desideri e sogni propri? A volte l’anima di chi dona, di chi mette a tacere tutte le sue voci interiori, si lacera più di quanto può, e alla fine il suo corpo e la sua anima dicono basta. È vero, l’ho verificato.

La vita di chi non serve può essere sterile, e a volte la vita di chi serve senza curarsi della propria anima finisce per essere piena di amarezza e risentimento.

L’amore e il servizio sono collegati. Imparo ad amare servendo. Imparo a servire quando ho nell’anima una certa maturità e stabilità.

Quando mi sento amato imparo ad amare. E il mio amore matura servendo.

Il servizio dev’essere gratuito, senza aspettarsi nulla. Perché ciò sia possibile devo stare in pace con me stesso. Devo amarmi molto per non aver bisogno che mi dicano continuamente che mi vogliono bene.

Il servizio è impagabile, è gratuito. So che sarò sempre benedetto nella mia donazione. Raccolgo quello che semino, come vedo ogni giorno.

Chi semina vento raccoglie tempesta. Chi semina egoismo resta solo. Chi semina critiche sarà criticato. Chi semina sorrisi riceverà risate. Padre Josef Kentenich mi esorta a servire senza aspettarmi nulla:

“Servire le persone in silenzio come ho potuto fare io. La ricchezza più grande fluisce, a mo’ di ritorno, su chi si sforza di mettere tutte le sue energie al servizio delle anime”.

Quando servo non penso a quello che otterrò in cambio della mia generosità. È una regola di base. Non guardo la risposta che ricevo.

Non cerco l’applauso, né il riconoscimento. Servo per amore. Perché la mia vita vuole essere servizio. Pane spezzato. Sangue versato. Serve maturità per servire in questo modo.

Il servizio è rinuncia. Servo perché l’altro diventi la versione migliore di se stesso. Servo perché il seme originale che Dio ha gettato nella sua anima dia molto frutto. Servo perché l’altro sia felice, magari più felice di me.

Servo come ha fatto Gesù, mi inginocchio ai piedi di colui che servo, glieli lavo e faccio sì che si senta in pace. Gesù ama servendo. Si inginocchia davanti ai suoi discepoli e svolge un lavoro da schiavi. Lava loro i piedi.

Per servire in questo modo servono maturità e umiltà. Sono immaturo quando penso sempre a me. L’autoreferenzialità è l’opposto del servizio. La persona autoreferenziale, anche quando cerca di servire, cerca se stessa.

Non ho intenzioni totalmente pure. Lo riconosco. Ma voglio crescere in questo cammino della santità nel servizio. Voglio essere più maturo, più libero, più umile.

Cerco l’umiltà del servizio che nessuno vede e nessuno valorizza. Il servizio che cerca di far sì che colui che servo sia una persona migliore, più santa, più piena.

Il mio servizio è disinteressato nel senso di non vivere cercando me stesso quando mi dono, ma riponendo tutto l’interesse negli interessi di coloro che serve. Serve in modo disinteressato, mettendo il cuore in quello che fa.

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