La storia del culto angelico nel nord Europa iberno-sassone è abbastanza enigmatica. D’altro canto la vita dei paesi situati intorno all’Oceano britannico è ricca di enigmi. In queste regioni, i marinai greci hanno visto, per la prima volta, le “notti chiare”. Là, Pytheas ha tracciato le ramificazioni del globo terrestre. Nell’epoca di Cesare, è sulle due rive della Manica che i druidi si trasmettevano i segreti della dottrina pitagorica. E tre secoli più tardi una chiesa fortemente monastica si formò sulle sue rive, la quale non obbediva a Roma ed inquietava i capi della Chiesa per le sue tendenze orientali. Fin da epoca antica, le isole Britanniche inviarono dei pellegrini in terra santa.
La Chiesa celtica irlandese, nella sua parte più originale, formò dei saggi, che provocarono l’ammirazione dei Padri della Chiesa orientale per la purezza e l’eleganza del loro greco. All’epoca di Carlo il Calvo, agitata dall’eresia del platonico Scoto Eriugena, ogni uomo che parlava il greco passava per un “Irlandese”. Ma ad un certo punto la civilizzazione originale del nord celtico era minacciata. In mezzo agli incendi accesi dai Normanni, le abbazie irlandesi crollavano, le biblioteche erano incendiate.
I saggi erranti ne importavano i resti nel regno carolingio, ultimo rifugio della civilizzazione classica in Occidente e teatro della sua nuova rinascita che questa volta e per molto tempo sarà esclusivamente latina. Eccellenti ellenisti, i capi religiosi dell’Irlanda sono stati allo stesso tempo dei conoscitori formidabili della Bibbia.
La lettura e l’esegesi dei libri sacri riempivano gli impegni dei cenobiti di Clonare, di Bangor e di Iona. Sono essi che hanno conservato e coltivato la tradizione biblica per trasferirla sul continente.
Esaminando da più vicino il fondo religioso delle isole Britanniche, tale come noi lo conosciamo verso l’VIII secolo, vi troviamo un fenomeno interessante che pare laspiegazione (almeno parziale) in quello che avrebbe potuto chiamarsi l’orientamento culturale e ecclesiale del mondo iberno-sassone. La spiegazione èla fioritura delle differenti forme e specie dell’angelologia. L’epopea cristiana celtica ed anglo-sassone è infinitamente più ricca in apparizioni angeliche che non lo siano l’epopea merovingia e l’epopea lombarda. Non esiste per così dire una vita di santo irlandese, bretone od anglo-sassone dove non vi sia apparizione di un angelo.
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