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Giuliana di Liegi, la religiosa del XIII secolo che ci ha donato il Corpus Domini

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Marzolino/Shutterstock

Joanne McPortland - pubblicato il 20/06/19

Ha aiutato la Chiesa a concentrarsi sull'unità nel Corpo e nel Sangue di Cristo

In questo fine settimana si celebra in molte parti del mondo la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, festa più nota come Corpus Domini.

La festa del Corpus Domini ha impiegato del tempo per inserirsi nel calendario universale della Chiesa, ed è dovuta – insieme, per estensione, allo splendido Ufficio di Tommaso d’Aquino che la celebra – a una suora belga del XIII secolo di nome Giuliana. Rimasta orfana a 5 anni, fu ospitata insieme alla sorella in una piccola fattoria appartenente a un doppio monastero di Norbertini (i canonici agostiniani francesi noti come Premostratensi).

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Giuliana, che nutriva una grande devozione per il Santissimo Sacramento, aderì alla vita religiosa a 13 anni, servendo in un rifugio per lebbrosi gestito dalla sua comunità. Dai 16 anni in poi ebbe una serie di visioni della luna piena offuscata da una macchia scura. All’inizio temette che fossero visioni di origine demoniaca, ma poi riuscì a discernere che la luna rappresentava l’anno liturgico della Chiesa, e la macchia scura una festa mancante in onore di Cristo presente nel Santissimo Sacramento.

Se il Giovedì Santo commemora l’istituzione dell’Eucaristia, il mistero gioioso della transustanziazione era secondo Giuliana offuscato dagli eventi solenni della Settimana Santa. La religiosa pensava che le sue visioni le stessero suggerendo di promuovere una festa di quel tipo, da celebrare il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità.

Non essendoci ovviamente blogosfera o Twitter, non aveva mezzi reali con cui promuoverla, e quindi all’inizio condivise le sue idee con poche consorelle e una santa anacoreta di nome Eva che viveva lì vicino. Alla fine, dopo essere stata nominata priora del monastero, le riferì al suo confessore, che le riferì al vescovo, che a sua volta lo disse a un cardinale, e così via fino ad arrivare al Santo Padre. Tutti concordarono sul fatto che non ci fossero problemi a celebrare una festa del genere, almeno a livello locale. Giuliana e il suo confessore composero quindi il primo Ufficio per la festa.

Ma per Giuliana non è stato tutto facile. Viveva in un’epoca di sconvolgimenti politici e religiosi, e le lotte tra Chiesa e Stato raggiunsero anche il suo convento. La religiosa aveva istituito riforme per riportare il monastero alla regola agostiniana, ma il religioso nominato per supervisionare la sua azione – un politico corrotto che aveva ottenuto la sua posizione pagando – le rese la vita così difficile con vessazioni e false accuse di cattiva gestione finanziaria che Giuliana lasciò due volte il suo convento. La prima volta trovò rifugio dalla sua amica Eva, in seguito tra i Cistercensi, con i quali visse fino alla morte.


CORPUS DOMINI LONDRA

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Fu l’anacoreta Eva a continuare a spingere per una celebrazione universale della festa del Corpus Domini, e alla fine Papa Urbano IV acconsentì, affidando al suo amico Tommaso d’Aquino il compito di scrivere l’Ufficio che conosciamo tanto bene:

Tantum ergo Sacramentum
Veneremur cernui:
Et antiquum documentum
Novo cedat ritui:
Praestet fides supplementum
Sensuum defectui.

Approvata prima solo per il clero, la festa del Corpus Domini venne poi estesa alla Chiesa universale. Giuliana venne canonizzata nel 1869, soprattutto sulla base delle virtù riferite nella biografia composta da Eva.

Vale la pena di riflettere sulla storia di Giuliana in questo momento della Chiesa in cui guelfi e ghibellini stanno combattendo ancora le battaglie Chiesa contro Stato e i cattolici si trovano in tensione su molti fronti non sapendo bene dove sia il confine tra carisma ed eresia. È la visione di Giuliana della luna, però, che porta il messaggio relativo a quello che era più importante allora e lo è anche oggi: la presenza di Cristo nell’Eucaristia ci unisce, e senza di essa c’è una macchia scura, un’ombra, sulla nostra unità.

Rimettere l’Eucaristia al centro della nostra vita è semplicemente l’unica speranza che abbiamo di superare questa notte oscura. Mi piace pensare che Giuliana, come San Francesco d’Assisi, abbia visto il Corpo di Cristo – Corpus Domini – nel corpo sfigurato dei lebbrosi che serviva, permettendo alla fede di sopperire laddove i sensi non arrivano. Se guardiamo oltre ciò che ci divide e vediamo che il Santissimo Corpo e Sangue di Cristo è presente nella Chiesa e nei fedeli, con la grazia di Dio la nostra luce brillerà più di qualsiasi luna.

Per una splendida colonna sonora del Corpus Domini immergetevi nell’Adorazione ad Efeso, dei Benedettini di Maria, Regina degli Apostoli, con del materiale dell’Ufficio di Tommaso e altri inni eucaristici antichi e non.

Una versione di questo articolo è apparsa sul blog dell’autore, Egregious Twaddle, nel giugno 2012.

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