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Italiani e sesso: aumenta il consumo di pornografia tra le giovani donne e nelle coppie stabili

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 18/06/19
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Il Rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani evidenzia il netto aumento della visione del sesso in senso prettamente edonistico, dato ancora più eclatante in ambito femminile, con una forte tendenza alla deresponsabilizzazione e alla ricerca di stimoli esterni per incrementare in qualsiasi modo il desiderio.Il 23 Maggio scorso è stato presentato l’atteso “Rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani” – un’analisi dettagliata della vita privata delle coppie e dei single, dell’immaginario sessuale, delle abitudini più comuni e di quelle insolite – giunto a venti anni di distanza dal precedente, i cui principali risultati sono stati discussi da Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, Manuela Farris, ginecologa, Roberta Rossi, Presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, Ester Viola, avvocato matrimonialista e scrittrice, Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis. La fascia di popolazione presa in esame dalla ricerca è quella dei 18-40enni, e la sintesi dei risultati viene così presentata dal Censis: “Con maggiore frequenza, con più partner, in tanti modi e con buona soddisfazione”, locuzione che tradisce un certo tono trionfalistico che mette contemporaneamente in secondo piano alcuni aspetti i quali, anche in una prospettiva assolutamente laica, non possono non destare preoccupata attenzione.

Più partner con il sesso “mordi e fuggi”

Attualmente il numero dei partner avuti in media dai quarantenni è 6: 4 per le donne, 7 per gli uomini; mentre un ventennio fa il 50% delle donne a 40 anni aveva avuto un unico partner, oggi questa percentuale è scesa al 39,6%, a fronte di quella degli uomini passata dal 24,7 al 22%. Nel 2000 solo il 12,7 % delle donne aveva avuto sei o più partner, mentre oggi questa percentuale è salita al 15,8%; nello stesso intervallo per gli uomini l’analogo dato è aumentato al 40,5 % dall’originario 32,4%. Grazie al dating (incontri tra sconosciuti, anche tramite app, a scopo sentimentale e sessuale), a cui si fa sempre più ricorso, aumentano le occasioni di incontro sessuale. Venti anni fa il 35% di questa fascia di popolazione faceva sesso 2-3 volte la settimana, attualmente la percentuale è del 41,6 %, con un 8,4% che lo pratica tutti i giorni. Mediamente i 18-40enni hanno 8 rapporti sessuali al mese, con una percezione di frequenza sufficiente per il 48,6%, aspirazione ad una maggiorazione per il 48%, e solo il 3,4 % desidera una diminuzione.



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Più sesso (?), più “vario”, meno amore

Nel ventennio trascorso la percentuale di donne che separano il sesso dall’amore è passata dal 37,5% al 77,4%, avvicinandosi all’analogo dato maschile salito dal 61,9 allo 81,8%. La motivazione principale a fare sesso risulta la ricerca soggettiva di piacere (19,8%), poi in ordine di importanza: l’amore (16,5%), la passione (16,2%) e la complicità (13,9%). Il desiderio necessita sempre più di essere alimentato da stimoli aggiuntivi per raggiungere l’eccitazione: il ricorso al turpiloquio durante l’atto sessuale (46,9%), la visione di video porno con il partner (25,2%), l’uso di oggetti, cibi o bevande per giochi erotici (24,4%), la documentazione con foto o video dei rapporti sessuali (16,5%), il fantasticare assieme al partner su altri possibili partner (16,5%). La gamma delle pratiche sessuali si è molto ampliata: il sesso orale è praticato dall’80,7 % degli intervistati, quello anale dal 33,1 %, la masturbazione reciproca senza rapporti sessuali completi dal 67%.



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Più pornografia: anche giovani donne e coppie stabili

La pornografia si è ormai affrancata dalla sfera del proibito, dello scandaloso, della perversione, per diventare protagonista di una serie di pratiche molto diffuse nella sessualità quotidiana, anche delle coppie stabili, grazie alla facilità dell’accesso on-line, gratuito e di massa. Il 61,2 % dei 18-40enni fruisce di video porno in solitaria, il 25,2 % li guarda in coppia, il 31,2% riceve immagini pornografiche da una persona specifica, il 25,9% invia immagini porno: tutte queste percentuali aumentano nella fascia 18-25 anni. Nel contesto di anonimato della ricerca si rileva l’assenza di pregiudizi e di inibizioni negli intervistati, incluse le donne, nel descrivere il rapporto con il porno anche nelle coppie stabili, in cui la fruizione di video hard è diventata una pratica radicata, così come quella di inviare immagini, registrare video e fare foto durante gli atti sessuali. Il sexting viene praticato regolarmente o episodicamente dal 38,6% di chi vive in coppia per rendere intrigante la relazione sessuale e sfuggire al rischio della monotonia e della noia, il cui fantasma incombe minacciosamente. Prese in esame tre pratiche trasgressive: il rapporto a tre, il sadomaso e il sesso a pagamento, il 24,6% ne ha praticata almeno una contro il 5,5 % di venti anni prima, e il 40,5% dichiara che lo farebbe rispetto al precedente 7,3%.



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Più giovani, specie maschi, che non fanno sesso, tante coppie in bianco

La ricerca individua 1,6 milioni di italiani di 18-40 anni, sul totale di 15,5 milioni, che non fanno sesso e non lo hanno mai fatto, percentuale passata nei maschi dal 3% all’ 11,6%, e nelle femmine dal 7,9 % all’8,7%. 1 milione di 18-40enni ha avuto solo rapporti sessuali non completi. Sono 220.000 le coppie che stanno insieme ma che non hanno rapporti sessuali, la cui relazione prescinde dal sesso e non lo prevede.

I dati sopra descritti evidenziano, nel ventennio che separa le due ricerche, il netto aumento della visione del sesso in senso prettamente edonistico, dato ancora più eclatante in ambito femminile, con una forte tendenza alla deresponsabilizzazione e alla ricerca di stimoli esterni per incrementare in qualsiasi modo il desiderio: elementi che hanno potentemente stimolato pratiche non convenzionali, e “sdoganato” definitivamente la pornografia, vissuta ormai come normale componente del menage sessuale anche nelle coppie stabili. Se la maggior parte dei 18-40enni italiani fa più sesso, anche in modalità non convenzionali e con soddisfazione, almeno sotto il profilo del piacere, si assiste ad un boom di giovani maschi sessualmente inattivi, le cui cause reali sono ben lungi dall’essere state chiarite dalle modalità con cui lo studio, prevalentemente orientato in senso statistico, è stato svolto. La trasgressione non viene più vissuta colpevolmente e segretamente, ma addirittura come un obiettivo ambito da perseguire ed agire. Per chi adotta una prospettiva etica di fronte al complesso tema della sessualità e al suo significato più profondo, la maggior parte di questi dati appare assolutamente non incoraggiante, ma anzi – in quanto specchio e frutto di una visione dell’essere umano assoggettata al “comandamento” del consumismo – tale da non giustificare alcuna valutazione ottimistica e meno che mai trionfalistica.


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