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Non hai voglia di pregare? Ecco 4 punti da ricordare…

RÓŻANIEC

Daniel Jedzura | Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 17/06/19

di Mauricio Montoya

Questo video offerto dai fratelli di STAFF mi ha fatto pensare a quei momenti per cui siamo passati e continueremo a passare in cui non abbiamo semplicemente voglia di pregare. È come se si trattasse di un deserto spirituale in cui l’anima è così assetata da rimanere per così dire immobile.

Vorrei condividere con voi alcuni semplici punti sulla nostra vita spirituale, soprattutto sui momenti di preghiera che possono aiutarci a ricordare che la battaglia non è perduta.

1. Non dimenticate che ci troviamo di fronte a una battaglia spirituale

Dobbiamo essere consapevoli della necessità della compagnia in questa battaglia spirituale. Dobbiamo essere umili e riconoscere che solo con le nostre forze non è possibile, bisogna avere il sostegno di un direttore spirituale o un’anima amica che ci aiuti a riconoscere le strategie del nemico e a sapere come affrontarle. In ogni lotta è fondamentale saper vedere chiaramente tutti i fattori di rischio o di debolezza, altrimenti la battaglia sarà persa ancor prima di iniziare.

2. Ci sono momenti di amore assoluto

Il video ci parla di momenti di consolazione e momenti di desolazione. Abbiamo tutti vissuto esperienze in cui la preghiera, l’Eucaristia, i momenti spirituali ci hanno commosso, fatto innamorare o semplicemente hanno scosso la nostra anima e l’hanno spinta ad amare sempre più Dio. Quando lo cerchiamo con più impegno, è il momento in cui la battaglia diventa, per così dire, più semplice.

Il guerriero astuto deve sapere che durante la consolazione non deve rilassarsi, ma approfittarne e fare tutte le rinunce o prendere le decisioni necessarie e riempirsi di vigore, creando così un insieme di forze per affrontare i momenti difficili. È per questo che la consolazione ignaziana è un vero dono dello Spirito Santo.

3. Ci sono momenti di oscurità

Nella vita spirituale si presentano momenti di desolazione in cui non si ha voglia di pregare. Non si desidera vivere l’Eucaristia, si presentano migliaia di tentazioni e desideri di tutto ciò che magari ci si è lasciato indietro dopo tanto sforzo, ed è come se tutto questo ci seducesse. È allora, però, che non dobbiamo dimenticare che nei momenti di desolazione non si possono cambiare princìpi, ci si deve attenere ad essi per raggiungere una crescita nella fede, quella fede che anche se non si vede continua ad essere salda.

La consolazione consiste quindi in un dono che lo Spirito di Dio, che è eternamente buono, offre all’anima per rafforzarla e riempirla di vitalità. I momenti di desolazione sono quelli in cui il demonio attacca e cerca di tentarci con prove e seduzioni, ed è in questo che si radica la necessità di riconoscere le nostre miserie e saperci del tutto bisognosi di Dio.

4. La vita spirituale è suscettibile al cambiamento

In ogni momento e in ogni tempo, consolazione e desolazione ci si presentano in uno scambio prolungato e costante. È come se si trattasse di vedere luce e oscurità, e l’aspetto fondamentale è avere il sostegno per vedere le strategie del nemico, rafforzarsi nei momenti di tranquillità e innamoramento di Dio e rimanere saldi senza dimenticare che nei periodi di aridità non si cambia. È questa la chiave per vincere la battaglia.

Il cristiano non può mai permettersi di non allenarsi, di vivere senza la preghiera, perché perderebbe il suo nutrimento e la sua vitalità, rimanendo indifeso. Pregate quindi anche quando non ne avete voglia, e se non avete parole ricordate sempre che Dio capisce anche il nostro sguardo silenzioso.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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