Avere l'universo per salotto e il sole come lampadario, ovvero stare insieme apprezzando il gusto di un cibo condiviso e servito sul prato. Poi tirar fuori una chitarra e cantare.
Anche un prato può diventare una tavola. Il pic-nic è un’occasione per stare all’aria aperta, godere della bellezza della natura e mangiare in totale relax (formiche permettendo). La gita fuori porta è il rito di una società che si è trasformata, perché chi vive in città sente il bisogno, appena possibile, di fuggire dalla metropoli almeno per un giorno, soprattutto quando in famiglia ci sono dei bambini; il pasto viene allora consumato con un bel pic-nic sul prato, che ha il vantaggio non solo di venire incontro alle esigenze di tutte le tasche ma anche di mangiare senza troppe formalità, permettendo ai più piccoli di continuare a giocare e correre liberamente, tra un boccone e l’altro.
Mangiare all’aperto non è però una scoperta della società industriale, è un rito molto antico: i nobili si spostavano di castello in castello e nei lunghi viaggi dovevano necessariamente fermarsi lungo il cammino. I servitori a quel punto aprivano bauli e apparecchiavano con eleganti servizi di piatti e bicchieri. Noblesse oblige. E poi c’erano le battute di caccia, che occupavano l’intera giornata e a pranzo si mangiava come si deve. Apparecchiatura bucolica sì, ma con piatti, posate, coppe e bicchieri preziosi.