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Il tesoro cattolico all’interno della biblioteca più grande del mondo

BIBLE

Adriana Bello-ALETEIA

Adriana Bello - pubblicato il 07/06/19

Due grandi Bibbie che mostrano la diffusione del sapere al di là dell'aspetto religioso e si possono visionare senza pagare il biglietto d'ingresso

Se vi recate nella capitale degli Stati Uniti, Washington D.C., non potete non visitare la biblioteca del Congresso, una struttura spettacolare del 1800 attualmente considerata la biblioteca più grande del mondo per gli oltre 160 milioni di esemplari che ospita.

Non è solo una questione di quantità, ma anche del tipo di libri che vi si trovano. Tra i più importanti c’è una delle uniche tre copie complete della Bibbia stampata da Johannes Gutenberg su una fine pergamena di pelle, che ogni visitatore può apprezzare gratuitamente e da vicino.

L’importanza di questa Bibbia va al di là dell’aspetto religioso, perché si tratta di un capolavoro della cultura mondiale. La Bibbia di Gutenberg (un’edizione della Vulgata, ovvero una traduzione in latino realizzata da San Girolamo alla fine del IV secolo), è stata il primo grande libro stampato in Europa Occidentale con i caratteri metallici mobili.




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Non si conosce la data esatta (si parla del periodo intorno al 1450) né il numero di esemplari, e non è stata nemmeno la prima “stampata” al mondo come si è detto per molto tempo visto che in Asia si stava già lavorando al riguardo, ma è stato lo strumento che ha trasformato la diffusione del sapere in Europa e in Occidente in generale, permettendo che più persone avessero accesso (e diritto di proprietà) a libri di ogni tipo, contribuendo così all’emancipazione della mente umana.

Anticamente i monaci erano incaricati di realizzare copie a mano degli scritti, e quindi anche se la Bibbia di Gutenberg ha richiesto anni per essere compilata interamente, si sa che se ne fecero più di 150 esemplari, cosa che forse oggi sembra niente ma all’epoca era un grande risultato.

Un altro aspetto importante da sottolineare è che Gutenberg non solo impresse la Bibbia su pergamena (all’epoca il materiale più ricorrente ma anche molto caro e poco pratico, a meno che non si volessero assassinare tutte le pecore del mondo), ma anche su carta (coincidendo con l’arrivo di questo materiale in Germania), facilitando ancor di più la riproduzione di testi.

Oltre al fattore storico e culturale, nella sua opera c’era un notevole valore estetico. Non si pensava che un libro stampato potesse essere bello quanto uno artigianale, e allora Gutenberg lasciò un foro nelle placche di stampa per le iniziali, realizzate e ornate a mano con colore, e altri dettagli, e quindi ogni esemplare era unico.

La copia nella biblioteca del Congresso di Washington D.C. è stata nelle mani dell’Ordine Benedettino per quasi cinque secoli, custodita nei suoi monasteri in Austria. In seguito è stata acquistata dal dottor Otto Vollbehr in un atto del Congresso nel 1930.

Le altre due copie complete in pergamena esistenti al mondo si trovano nella Biblioteca Nazionale Francese e in Inghilterra.

Solo uno dei tre volumi di questa Bibbia si trova nel salone principale dell’esposizione permanente (vengono esposti a rotazione ogni sei mesi). L’ingresso è gratuito, e si può apprezzare perfettamente (a una distanza inferiore al metro) in una vetrina di acrilico con un’illuminazione e una temperatura speciale per conservarla. È aperta perché se ne possano apprezzare anche solo due pagine, e vedere le famose due colonne di 42 righe ciascuna e gli ornamenti fatti a mano.

Se non bastasse, a meno di cinque passi dalla Bibbia di Gutenberg c’è anche una Bibbia Gigante di Magonza, una delle ultime Sacre Scritture di grande formato scritte totalmente a mano che si conservino in Europa. Non se ne conosce l’autore, ma si sa la data in cui iniziò a scriverla perché l’ha registrata: 4 aprile 1452. Originariamente, questa Bibbia si trovava nella cattedrale di Magonza (casualmente la stessa città tedesca in cui Gutenberg stampò la sua versione), ma poi venne presa da un re svedese come premio di guerra. Il sovrano la donò a un duca, e alla morte di questi la Bibbia passò di generazione in generazione nella sua famiglia finché Lessing J. Rosenwald la comprò e la donò alla biblioteca del Congresso il 4 aprile 1952, 500 anni esatti dopo la data in cui si iniziò a scriverla.

La sua ubicazione non è un caso. Sono state messe praticamente una davanti all’altra apposta per mostrare i due grandi volti della compilazione del sapere, quello artigianale e quello stampato, entrambi importanti, ciascuno nella sua epoca. Poi magari apparirà anche una versione digitale.

Per chi vuole conoscere meglio la Bibbia, nella capitale statunitense c’è anche un museo di 8 piani dedicato esclusivamente alle Sacre Scritture (con sale e mostre sia per adulti che per bambini), non lontano dalla splendida biblioteca.

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