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Dormire bene e svegliarsi riposati: ecco cosa può aiutarci in modo naturale

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Dean Drobot | Shutterstock

BenEssere - pubblicato il 07/06/19

L'insonnia altera in modo significativo il nostro benessere, prima di ricorrere a farmaci si possono prendere in considerazione dei rimedi naturali efficaci.

di Stefania La Badessa

Il sonno rappresenta una funzione essenziale per il benessere dell’organismo: dormendo infatti, abbiamo la  possibilità di riposare, ricaricando le energie fisiche e psichiche, messe a dura prova dalle attività quotidiane, ma riusciamo anche a rielaborare e acquisire gli stimoli e le informazioni apprese durante la veglia, fissandole nella memoria. In breve, grazie al sonno, il nostro cervello “lavora” su quanto accaduto durante il giorno, riorganizzando il tutto nei propri “archivi”, memorizzando bene alcuni dati ritenuti importanti e rimuovendo quelli superflui. Dopo un buon sonno è facile ritrovarsi al mattino con le idee più chiare, con nuovi progetti e propositi interessanti per la giornata. Spesso l’arrivo dei primi caldi può portare con se qualche difficoltà di addormentamento e l’incapacità di dormire ininterrottamente per le ore necessarie, ma i veri grandi “nemici” del sonno sono sicuramente l’ansia e lo stress: ci si può ritrovare alla sera, con la mente sovraccarica, incapaci di liberarsi dei pensieri e delle problematiche che ci hanno assillato durante la giornata.


SLEEPING WOMAN

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Non sempre l’insonnia necessita di un trattamento specifico, naturale o farmacologico, per trovare soluzione: molto spesso l’organismo riesce a ritrovare i suoi ritmi naturali di sonno e veglia in modo del tutto spontaneo e autonomo. Quando però la problematica persiste in modo costante e prolungato nel tempo è possibile, prima di ricorrere ai farmaci, prendere in considerazione i diversi rimedi naturali che possono fornire un valido supporto per contrastare l’insonnia, migliorando la qualità del sonno, come la valeriana, la passiflora o la lavanda.

Agire sull’ansia di giorno, per riposare meglio di notte

Nota sin dal Medioevo, la Valeriana (Valeriana officinalis) rappresenta sicuramente uno dei rimedi più tradizionali e conosciuti per favorire il relax fisico e mentale. Il suo nome botanico deriva dal termine latino “valere” ossia “avere valore o forza”, alludendo all’efficacia della pianta nel far godere di buona salute. Se ne utilizza – adeguatamente lavorata in estratti – la parte sotterranea (rizoma e radici), durante la giornata per favorire il relax, arrivando poi alla sera meglio predisposti a un sonno ristoratore. È il rimedio ideale per chi fa fatica ad addormentarsi, ma favorisce anche una buona qualità del sonno, senza dare alcun senso di stordimento al risveglio. Viene consigliata anche in presenza di sintomi ansiosi come la tachicardia (palpitazioni) oppure nel trattamento delle turbe della menopausa, periodo caratterizzato da disturbi del sonno legati ai sintomi vasomotori (vampate o caldane). Usiamola al meglio: difficilmente utilizzabile da sola – in infuso o tisana – a causa del suo odore non proprio gradevole, la valeriana può essere assunta anche in forma di gocce (estratto idroalcolico), in capsule e compresse, alla dose suggerita dall’azienda produttrice. La si può assumere anche per controllare l’ansia durante il giorno, lasciando alla somministrazione serale – subito prima di andare a letto – l’obiettivo di controllare il riposo notturno. Qualche cautela: si tratta di una pianta sicura, non caratterizzata da effetti collaterali o controindicazioni di particolare rilievo. Ad alte dosi o per uso prolungato possono causare irritazione gastrica, cefalea, offuscamento della vista, nausea e agitazione. Sconsigliata l’assunzione in gravidanza o allattamento.




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Il fiore della Passione per vivere meglio

I fiori singolari per forma e colori della passiflora (Passiflora incarnata), pianta rampicante perenne originaria delle Americhe, ne consentono una facile identificazione durante tutta la bella stagione. Scoperta nelle Ande peruviane all’inizio della seconda metà del Cinquecento dal dottor Nicholas Monardes, medico e botanico spagnolo, la passiflora venne proprio da lui denominata “Fiore della Passione” per la singolare forma del fiore che, agli occhi dello studioso, sembra voler richiamare, con le sue diverse parti, alcuni elementi della Passione di Cristo. Se ne utilizzano proprio le sommità fiorite e la parte aerea fogliuta, dotate di una leggera attività sedativa e ansiolitica che consentono alla pianta di favorire il relax, allontanando le tensioni e l’irritabilità, molto spesso legate allo stress quotidiano. Può essere utilizzata quindi durante il giorno, per la sua blanda azione tranquillante capace di ripristinare serenità e calma, ma soprattutto alla sera, per favorire un sonno fisiologico, limitando i risvegli notturni.

PASSIFLORA, PASSION, FRUIT
ribeiroantonio | Shutterstock

Grazie alla sua azione rilassante sull’apparato digerente e sulla muscolatura liscia dell’utero, può rappresentare il rimedio ideale per la donna che soffre di leggera insonnia in prossimità del ciclo mestruale. Come utilizzarla: la si utilizza, in infuso, alla dose di un cucchiaino da tè per una tazza (150-200 ml) di acqua bollente, lasciando in infusione 7-10 minuti prima di filtrare. Esistono in commercio anche estratti più pratici, già pronti per l’uso, in capsule e gocce (estratto idroalcolico), da utilizzare secondo necessità 1-3 volte al giorno, rispettando il dosaggio riportato sulla confezione dall’azienda produttrice. Qualche cautela: si tratta di una pianta sicura, priva – alle dosi indicate – di effetti collaterali degni di nota o di particolari precauzioni. È bene evitarne l’uso, per mancanza di dati, in gravidanza e allattamento. Potrebbe interferire con i farmaci ansiolitici e ipnoinducenti (barbiturici) accentuandone l’effetto sedativo e prolungando il tempo del sonno. È consigliabile quindi valutarne l’uso insieme al proprio medico, se si utilizzano farmaci ansiolitici.




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Il profumo del buon riposo

L’aromaterapia rappresenta uno dei metodi più indicati per ritrovare calma e tranquillità senza assumere alcun rimedio per via orale. Per la loro azione diretta sul cervello, al quale giungono attraverso la via privilegiata dell’olfatto, gli oli essenziali possono rappresentare una grande risorsa soprattutto quando devono intervenire sul sistema nervoso. Calmante naturale per eccellenza, la camomilla (Anthemis nobilis) è una delle essenze più indicate per allontanare irritazione e malumori, tensioni emotive e agitazione: la si può utilizzare nel diffusore per aromi – almeno mezzora prima di coricarsi – per favorire la distensione e il riposo durante la gravidanza. La dose indicata corrisponde a 6-8 gocce – da diluire in acqua – per stanze di medie dimensioni. Volendo potenziare l’efficacia della camomilla è possibile aggiungere anche 3-4 gocce di lavanda (Lavandula angustifolia, L. officinalis, L. hybrida) capace di indurre – a livello mentale – equilibrio, calma e chiarezza. È l’essenza indicata per chi non riesce a “staccare la spina”, ritrovandosi invischiato in fissazioni e pensieri ricorrenti, al punto da non riuscire a riposare tranquillamente. Qualche goccia di lavanda su un fazzoletto di cotone da portare sempre con sé oppure sparsa su un angolo del cuscino favorisce la calma interiore e il relax necessario per schiarire le idee e riuscire a dominare i pensieri.

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