Oggi il clima è completamento diverso per i cattolici che rappresentano il 7% della popolazione
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E’ iniziato ufficialmente oggi, 31 maggio, il viaggio di Papa Francesco in Romania. Che clima sta incrociando il Papa nel Paese dell’est Europa?
2000 preti e 2800 seminaristi
Francesco è arrivato in un paese dove i cattolici sono quasi 1 milione e mezzo su una popolazione di 19,6 milioni di abitanti, circa il 7%. Sono in crescita e molto attivi. Le parrocchie e i sacerdoti sono poco più di 2000, i vescovi 18. Lo stato di salute positivo della Chiea è attestato anche dai 2800 seminaristi, dai circa 10mila alunni che frequentano le scuole di proprietà ecclesiastica o religiosa. E poi sono ubicate sul territorio nazionale 150 strutture tra ospedali, ambulatori, case per anziani, orfanotrofi e asili.

La città dei martiri
I buoni numeri che sta toccando con mano grazie al calore ricevuto sin dall’approdo a Bucarest, fanno del viaggio apostolico in Romania una tappa importante per il dialogo ecumenico (con gli ortodossi, in modo particolare, 87% della popolazione), ma sopratutto per accendere i riflettori sulla “piccola Roma”, la città dei martiri: Blaj, dove il 2 giugno concluderà il viaggio apostolico.
Il giorno delle manette
In questa occasione il Papa beatificherà sette vescovi greco-cattolici martirizzati sotto il regime comunista. quasi tutti arrestati nello stesso giorno, il 25 ottobre 1948, morti nelle prigioni comuniste e sepolti in fosse comuni per impedirne la memoria.

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Le parole di Giovanni Paolo II
Furono una presenza costante anche nel viaggio a Bucarest di San Giovanni Paolo II, venti anni fa:
«Vengo ora – disse il Papa polacco nell’omelia dell’8 maggio 1999 nella cattedrale di San Giuseppe a Bucarest – dal cimitero cattolico di questa città: sulle tombe dei pochi martiri noti e dei molti, le cui spoglie mortali non hanno neppure l’onore di una cristiana sepoltura, ho pregato per tutti voi, ed ho invocato i vostri martiri e i confessori della fede, perché intercedano per voi presso il Padre che sta nei cieli. Ho invocato in particolare i Vescovi, perché continuino ad essere vostri Pastori dal cielo: Vasile Aftenie e Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Alexandru Rusu. Ho invocato anche il Cardinale Iuliu Hossu, che preferì restare con i suoi fino alla morte, rinunciando a trasferirsi a Roma per ricevere dal Papa la berretta cardinalizia, perché questo avrebbe significato lasciare la sua amata terra» (Aci Stampa, 30 maggio).
“Valori, la cui fonte è l’amore per il prossimo”
Un clima completamente diverso, quello che si respira oggi in Romania. Basti pensare alle parole del presidente rumeno Klaus Werner Iohannis, quando ha accolto Francesco: «Nelle chiese cattoliche di rito latino e orientale, nelle chiese ortodosse, in quelle di altri culti cristiani, così come nei luoghi di preghiera di altri culti riconosciuti dalla legge in Romania – ha detto – ci sono i valori la cui fonte è l’amore al prossimo, al quale Vostra Santità fa ogni volta appello».
«La condivisione di questo dono – ha sottolineato Iohannis – è il fondamento dei buoni rapporti tra i culti nel nostro Paese».

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