Io non capisco perché mi è successa questa cosa, perché soffro, perché devo vivere questa situazione, ma il Signore mi ha detto che quello che mi sta capitando non sarà l’ultima parola sulla mia vita.In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». (Gv 16, 16-20)
“Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. I discorsi che Gesù fa agli sgoccioli della sua vita terrena, sono avvolti da uno strato di mistero che anche dopo duemila anni facciamo fatica a cogliere fino in fondo, pur sapendo come la storia sia realmente finita. Non c’è quindi da meravigliarsi della confusione dei discepoli che davanti alle parole di Gesù si sentono spaesati, confusi, sbaragliati. Ci si domanda allora perché Gesù dice cose che i discepoli non possono capire. E la risposta la si trova in una riflessione molto semplice: avere fede, non sempre ci aiuta a capire. Delle volte la fede ci dice semplicemente come dobbiamo affrontare quello che ci accade anche in assenza di un significato che ce ne spieghi fino in fondo le intenzioni. Gesù dice ai suoi discepoli che si sentiranno scaraventati nella tristezza. Loro non capiranno il perché di quella tristezza, e Gesù non gliene fornisce una spiegazione convincente, ma dice loro che quella tristezza si tramuterà in gioia. La fede delle volte ci dice semplicemente cosa di essenziale dobbiamo ricordarci anche nel momento in cui non stiamo capendo più nulla. Io non capisco perché mi è successo questo, del perché soffro, del perché devo vivere questa situazione, ma il Signore mi ha detto che quello che mi sta capitando non sarà l’ultima parola sulla mia vita. Avere fede significa vivere fidandosi di questo. Tutti vorremmo ricevere consolazione da spiegazioni convincenti, ma ci sono momenti della vita in cui l’unica cosa intelligente che possiamo fare è fidarci. In fondo Gesù non ci ha mai detto che ci sarebbe andato tutto bene, ma che andrà a finire bene. È la memoria di questa fine buona che ci fa accettare la prova e lo sgomento che ogni tanto incrociamo per strada.
(Gv 16, 16-20)
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