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Cosa ci insegna l’Ascensione sul nostro corpo?

ASCENSION OF JESUS

Rembrandt | Public Domain

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 30/05/19

La preghiera di Gesù per essere glorificato potrebbe essere tradotta meglio come “chiarito”...

Nessuno ha mai detto “Non è fantastico che non possiamo più vedere Gesù? È per questo che rendiamo l’Ascensione del Signore un giorno santo di precetto”.

Prima della sua Passione, Morte e Resurrezione, Gesù ha insegnato agli apostoli che sarebbe stato meglio che si allontanasse da loro e che venisse donato loro lo Spirito Santo per guidarli da questa vita alla prossima. Nella sua splendida preghiera sacerdotale di Giovanni 17, dice al nostro Padre Celeste: “Glorifica il Figlio tuo”.

Che vuol dire, e cosa ha a che fare con l’Ascensione? Nelle lingue moderne pensiamo alla gloria come a una sorta di fama grande e invidiabile, ma nel greco del Nuovo Testamento la gloria è la “doxa”, una sorta di splendore, una rivelazione che illumina. Leggendo il Vangelo di Giovanni nel latino di San Girolamo, il verbo “glorificare” è reso come “chiarire”. È un grande aiuto per comprendere la preghiera di Gesù in Giovanni 17 e per capire l’importanza dell’Ascensione.

La chiarezza è strettamente collegata all’umiltà, quando questa è intesa come dire la verità – la verità vergognosa su noi stessi e la splendida verità su Dio. Siamo davvero caduti, siamo peccatori; Dio è davvero santo, meravigliosamente vero; è misericordioso e desidera fortemente salvarci dal nostro peccato. Come possiamo “chiarire” queste verità di modo che possano splendere, illuminando la peccaminosità umana e la santità divina?


ASCENSION OF CHRIST

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Se volete sapere come siamo davvero noi umani, guardate Cristo crocifisso. Immaginateci mentre gettiamo quel corpo spezzato ai piedi di Dio gridando: “Ecco quello che pensiamo di tuo figlio! Ecco cosa pensiamo della natura, della grazia, dell’amore e della carne umana!” Poi immaginate il nostro Padre Celeste che eleva il Cristo Risorto dichiarando: “Ecco cosa penso di mio Figlio! Ecco cosa penso della carne umana! Ed ecco cosa penso della natura, della grazia e della mia alleanza con voi!” Se riuscissimo a vedere tutto questo, i pezzi del puzzle inizierebbero ad andare al posto giusto.

Dio ama a tal punto le sue creature umane da scegliere di salvarci dal peccato al terribile costo di se stesso, e di salvare l’intera persona umana, corpo e anima, attraverso la Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. È per questo che ha perfettamente senso per il Verbo fatto carne trascendere i limiti di questo mondo, perché l’umanità unita alla divinità possa essere eternamente presente davanti al trono di Dio.

Una volta che comprendiamo questo, possiamo vedere che parlare dell’Ascensione richiede di parlare allo stesso tempo dell’Assunzione di Maria. Maria è la creatura perfetta, creata a immagine e somiglianza di Dio, piena di grazia, che coopera pienamente con lo Spirito Santo. Maria assunta in Cielo è quello che sembra la persona umana quando coopera con l’opera salvifica del Verbo del Padre incarnato. Maria assunta in Cielo illustra come dovremmo essere noi creature umane nella vita che verrà se viviamo bene questa vita presente.

L’Ascensione di Gesù è un promemoria inconfutabile del fatto che questa vita terrena, questa “valle di lacrime”, non è la nostra vera dimora, non ha una rivendicazione finale su di noi e non può meritare la nostra obbedienza né la nostra lealtà. Siamo fatti per molto di più di quello che ci può offrire questo mondo! Purtroppo, però, sembra che crediamo ben poco nella gloria che Dio desidera condividere con noi. Lamenta C.S Lewis:

“Sembrerebbe che Nostro Signore trovi i nostri desideri non troppo forti, ma troppo deboli. Siamo creature apatiche, che si trastullano con alcool, sesso e ambizione quando ci viene invece offerta la gioia infinita, come un bambino ignorante che vuole continuare a fare torte di fango in una baraccopoli perché non riesce a immaginare cosa si intende per una vacanza al mare. Ci accontentiamo fin troppo facilmente”.

E allora cosa dobbiamo fare? Faremmo bene a ricordare le parole dell’Angelus: “Prega per noi, Santa Madre di Dio, perché siamo resi degni delle promesse di Cristo”.

Nostro Signore ha assicurato agli apostoli e a noi che ci avrebbe preceduto nella nostra vera dimora per prepararci un posto. Ci ha promesso che per noi sarebbe stato meglio che ci precedesse per un po’. Nel frattempo, però, non siamo orfani. Al contrario, siamo curati e preparati per la lotta e il trionfo mediante l’unzione dello Spirito Santo. Per amor di Dio, viviamo una vita degna della nostra chiamata!

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