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Quali sono i 4 nemici principali della gioia?

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Juan Barbudo Sepúlveda - pubblicato il 30/05/19

Come cristiani, siamo chiamati ad essere gioiosi

Come cristiani, siamo chiamati ad essere gioiosi. La nostra gioia nasce da una certezza: siamo figli amati di Dio, abbiamo Gesù con noi. La gioia nasce dall’amore, sono due concetti che camminano mano nella mano. Il volto dell’amore è la gioia.

Diceva Papa Francesco: “Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili”.

Stiamo compiendo un pellegrinaggio a Fatima con la famiglia di Schoenstatt, giunta da tutto il Paese. È speciale sentirci il popolo di Dio che cammina nell’alleanza. Il tema che ci accompagna è la gioia: “Tu sei la mia gioia”. È questo che siamo per Dio. Siamo la Sua gioia. Ciascuno di noi è un figlio amatissimo di Dio ed è la Sua gioia. E al contrario, Dio è la nostra.

“Non avvertite che i vostri cuori sono inquieti e in continua ricerca di un bene che possa saziare la loro sete d’infinito?” Questa frase di Papa Francesco ci sfida a renderci conto della nostra sete di infinito, ma soprattutto a placarla con l’unico bene capace di saziare: Dio. Quando siamo in grado di scoprire questo tesoro che abita in noi, che diventa una fonte inesauribile di amore in noi, allora il cuore trabocca di gioia. Oltre a Dio e alla sua presenza in noi, anche gli altri sono una gioia, e noi lo siamo per loro.

Se nella nostra vita c’è più tristezza che gioia, allora non siamo buoni cristiani nonostante tutte le devozioni, le pratiche di pietà e le buone azioni che possiamo compiere. È vero che la vita non è sempre felice, lo sappiamo per esperienza; purtroppo ci sono sempre cose che non vanno bene, piccole e grandi. Il Vangelo, però, è un invito alla gioia proprio quando le cose non stanno andando bene. Il motivo è semplice: il Signore è accanto a noi ed è la base più solida della gioia per chi crede in Lui. La gioia più grande e più profonda deriva dal fatto di conoscere e credere che Dio ci ama ed è al nostro fianco.


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E allora perché noi cristiani non siamo sempre felici, o perché non siamo capaci di vivere la nostra fede con gioia e di contagiare gli altri con l’allegria che proviamo? Forse non stiamo vivendo la fede nella persona di Gesù, ma una fede nel rispetto delle regole morali. Magari è una fede ancora molto formale, basata più sul rispettare che sull’amare ed essere amati. Crediamo alla resurrezione di Gesù, e questo ci dà gioia e pace. Se la fede in Gesù non ci rende più gioiosi, allora non è vera fede. E la verità è che ci sono molti cristiani che non vivono la loro fede con gioia, e diventano perfino persone amareggiate.

Stiamo celebrando questa Messa nel monastero di Batalha, che ci ricorda la vittoria sugli Spagnoli nel 1385 (a scuola non mi hanno mai parlato di questa battaglia, ed è un paradosso del destino che siano due sacerdoti spagnoli a celebrare!) La vittoria dei Portoghesi è avvenuta grazie a una strategia militare geniale, la tattica del quadrato, che ha finito per accerchiare gli spagnoli e sconfiggerli, anche se i soldati portoghesi erano molti meno di quelli spagnoli. Questa battaglia è stata poi guidata da un santo, San Nuno di Santa Maria, che spicca per il suo amore e il servizio ai suoi e perfino al nemico, che andava a visitare nei periodi di tregua.


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Oggi Spagnoli e Portoghesi sono amici, e per questo non ha senso guardare indietro e parlare di questa battaglia. Insieme dobbiamo affrontare una battaglia molto più importante e urgente nella società in cui viviamo. C’è una mancanza di amore e di gioia. Ci sono troppi cristiani tristi, che si sono lasciati ingannare da una fede seria e triste. È come se Dio non avesse un sorriso. Padre Josef Kentenich, fondatore di Schoesntatt, parlava della gioia come di un istinto primordiale, ovvero la gioia è una necessità fondamentale, come mangiare o dormire. Se non abbiamo la gioia, ci manca una cosa essenziale per la vita. L’assenza della gioia fa sì che dobbiamo cercarla in cose mondane e materiali che non soddisfano il nostro desiderio di felicità autentica.

Nel Vangelo di San Giovanni che abbiamo ascoltato, Gesù va incontro ai suoi discepoli che sono sulla barca sul mare di Galilea. Il mare inizia a incresparsi e loro sono pieni di paura, ma poi Gesù cammina sulle acque e va loro incontro. Nell’incontro con Gesù scompaiono le paure e viene la calma. Gesù sale sulla barca per restare con loro e li porta al sicuro. È quello che accade anche nella nostra vita. Nella misura in cui ci lasciamo accompagnare da Gesù e lo facciamo salire sulla barca della nostra vita, iniziano a sbocciare nell’anima la pace e la gioia.

Non permettiamo che nessuno ci privi della gioia. Non lasciamo che la tristezza invada i nostri cuori. In questo senso, siamo invitati a intraprendere la battaglia della gioia per vincere la tristezza e tutto ciò che rappresenta una minaccia alla gioia. In qualche modo possiamo impiegare la tattica del quadrato come strategia per convertire la tristezza e i nemici alla gioia.

Possiamo affermare che i nemici principali della gioia siano 4:

1. L’io

L’io occupa sempre troppo spazio: “Io so, io sono migliore degli altri, sono io a fare tutto, sono io ad aver vinto, io ho inventato…”. Il fatto di mettere al centro l’io ci rende persone egoiste ed egocentriche. Iniziamo a confidare solo nelle nostre forze, in quello che può raggiungere la nostra volontà. Lasciamo Dio fuori dai nostri progetti. Ci esauriamo. Perdiamo le forze, perdiamo gioia di vivere. Tutto costa, tutto diventa pesante.

2. Aspettative troppo elevate

Un altro pericolo per la gioia sono le elevate aspettative che riponiamo negli altri: “dovrebbero sapere, avrebbero dovuto fare questo o quello, perché non hanno fatto caso a questa cosa, perché non sono in grado di agire correttamente…” Siamo sempre in attesa che gli altri facciano le cose come pensiamo si debbano fare. Finiamo per costruirci un’idea errata di quello che sono gli altri, basata su quello che pensiamo dovrebbero essere, anziché lasciarci sorprendere da quello che sono in realtà e dalla loro originalità. Visto che alla fin fine gli altri non corrisponderanno mai alle nostre aspettative, rimaniamo delusi e frustrati. E questo ci priva della gioia.

3. Perfezionismo

Le cose devono andare bene! Quando non accade rimaniamo confusi, disorientati e arrabbiati con noi stessi. In noi c’è una pressione che ci spinge a fare tutto bene e a ottenere sempre buoni risultati. Siamo stati educati in una società del successo, ma a volte non siamo stati preparati all’insuccesso, al fallimento. Reagiamo male quando le cose non vanno come avevamo pensato. Il desiderio di fare tutto bene può essere sano, a patto che non dipenda dal risultato finale. Dietro il perfezionismo c’è una superbia che pretende di dominare e controllare tutto, ma questo è impossibile, perché la vita è imprevedibile. Anche il perfezionismo ci priva di molta gioia.

4. Pensieri negativi

A volte siamo pessimisti. Pensiamo sempre alle cose che vanno male e a quelle che non otteniamo. Prima che le cose accadano stiamo già pensando che andranno male. Siamo sempre scontenti di qualcosa. Va tutto male, il mondo va male. Avere pensieri pessimisti finisce per trasformare la nostra visione della realtà in una visione negativa. Denota mancanza di fiducia in Dio e ci priva della capacità di vedere le cose positive che ci accadono ogni giorno. I pensieri negativi sono come registrazioni vocali dentro di noi che ci scoraggiano sempre e ci fanno desistere dalle nostre convinzioni. Sono una minaccia costante alla nostra gioia. Non permettiamo che guadagnino spazio dentro di noi! Vanno piuttosto distrutti dalla nostra fede e dalla nostra speranza in Gesù. Come nella battaglia di Aljubarrota, nella nostra battaglia per lottare per la gioia dobbiamo applicare una strategia del quadrato per accerchiare e sconfiggere la tristezza e le sue minacce.

Quali sono le quattro basi di questa tattica?

1. Consapevolezza di essere amati

Il primo punto della tattica del quadrato è la realtà dell’amore incondizionato di Dio per ciascuno di noi, suoi figli. Dobbiamo essere convinti dell’amore di Dio per noi. Assumere la realtà per la quale siamo amati da Dio ci dà una gioia immensa e una vera pace. Sono amato da Dio qualunque cosa accada. Appartengo a Dio, e come Gesù sono un suo figlio molto amato. La conseguenza del fatto di sentirsi immensamente amati da Dio è una gioia enorme. La gioia è il volto dell’amore.

2. Gratitudine

Tutto è dono di Dio. La vita, il fatto di respirare, di avere un piatto di cibo tutti i giorni, aprire il rubinetto per prendere un bicchier d’acqua o fare il bagno, l’amore materno, la gioia condivisa con gli amici, la nostra fede in Dio. Nulla è ovvio, e non dobbiamo dare niente per scontato. È importante ringraziare e vivere grati. La vera gioia sboccia da un cuore grato.

3. Fiducia in Dio

Un altro punto della nostra tattica è la fiducia in Dio. Dobbiamo avere la consapevolezza della piccolezza e della dipendenza dalla Provvidenza di Dio. Egli è il nostro Padre Celeste, il nostro Creatore. Noi siamo Sue creature. Egli è Onnipotente. Siamo piccoli e fragili. A volte viviamo la vita come se fossimo dèi che dominano tutto o che pretendono di dominare tutto, perfino la durata della vita. A volte agiamo come se fossimo immortali. Siamo chiamati a confidare nell’amore di Dio, che vuole il meglio per ciascuno di noi. Dobbiamo lavorare e fare le cose come se tutto dipendesse da noi, ma pregare e confidare in Dio sapendo che tutto dipende da Lui. La fiducia in Dio ci dà pace e gioia.

4. Maria, Madre di Dio e Madre nostra

Abbiamo una Madre. Siamo figli amati dalla nostra Madre del Cielo. Ella ha occhi di Madre per ciascuno di noi. Il fatto di avere una Madre, di saperci amati e accettati come siamo da nostra Madre ci dà gioia. Apparteniamo a qualcuno. Non siamo abbandonati alla nostra sorte. Non siamo orfani. Non siamo soli. Abbiamo un posto nel cuore della Madonna. Ella si prende cura di noi come si prendeva cura di suo Figlio Gesù. Io sono una gioia per Maria. Ella è la causa della nostra gioia. È la scelta da Dio, la piena di grazia e beata, e ci riempie il cuore con la sua gioia.

Cari pellegrini, vi invito ad applicare questa tattica del quadrato della gioia per vincere la tristezza nella nostra vita ed essere cristiani allegri. Mano nella mano con Nostra Signora, Regina del Cielo e dei nostri cuori, vinceremo la battaglia della gioia.

Madre e Regina, Tu sei la nostra gioia!

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