La Chiesa non esclude completamente questa causa demonologia delle sedute spiritiche, però avverte chiaramente che l’influsso diabolico diretto è estremamente raro
Che dire dello Spiritismo dal punto di vista cattolico? E’ opportuno distinguere due aspetti: i fatti dello Spiritismo con fenomeni ad esso collegati e la dottrina che vuole spiegarli.
La fede cattolica ci dice che la Rivelazione ha trovato in Cristo il suo compimento definitivo. Dopo Cristo non è più possibile una nuova rivelazione pubblica ed i contenuti di qualsiasi legittima rivelazione privata successiva, devono essere giudicati dalla rivelazione pubblica e non possono superare il suo ambito.
Nello Spiritismo, invece, le rivelazioni vengono considerate come una realtà qualitativamente omogenea con quella della rivelazione cristiana, se non addirittura superiore. Inoltre, la rivelazione cristiana è gratuita per sua natura, cioè essa sfugge a qualsiasi tecnica mediante la quale l’uomo si possa appropriare dei suoi contenuti una volta giunto a padroneggiare determinate leggi. Le manifestazioni spiritistiche rientrano nello scientificamente sperimentabile. La rivelazione cristiana è fondamentalmente legata ad un fatto sacramentale: la successione apostolica ed il magistero della Santa Chiesa, cioè ad una istituzione umano-divina, sottratte all’arbitrio dell’uomo. Al contrario, la dottrina spiritistica ha un carattere antiecclesiastico più o meno accentuato.
La Sacra Scrittura proibisce il tentativo di consultare i morti come un atto di infedeltà a Dio. Due brani del Levitino sono perentori: “Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini, non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro” (Lv 19, 31); “Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona e lo eliminerò dal suo popolo” (Lv 20, 6). Il Libro del Deuteronomio afferma: “Non si trovi in mezzo a te chi immoli, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio e la sua figlia, né chi eserciti la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né ti faccia incantesimi, né ti consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti perché chiunque fa queste cose è abominio al Signore” (Deut 18, 10-12).
Isaia contro coloro che consigliano di interrogare gli spiriti e gli indovini afferma: “Attenetevi alla rivelazione” (Is 8, 19). Il Libro delle Cronache ci dice che il re Saul morì a causa della sua infedeltà al Signore perché non si era fidato della Sua parola e perché aveva consultato ad Endor una negromante (I Cron 10,13-14).
Il magistero della Chiesa Cattolica proprio per essere fedele alla Parola di Dio ha sempre condannato tutti i tentativi di mettersi in comunicazione con le anime dell’aldilà che non siano quelli della preghiera. Riguardo allo Spiritismo, così si espresse il Santo Uffizio il 24 aprile 1917: “Si chiede: se sia lecito, con l’intervento di un cosiddetto medium, o senza alcun medium, servendosi o no dell’ipnotismo, assistere a qualsiasi comunicazione o manifestazione spiritistica, anche a quelle che presentano apparenze di onestà, di pietà, sia interrogando le anime o gli spiriti, sia ascoltando le risposte, sia semplicemente guardando magari con la riserva tacita o espressa di non aver nulla a che fare con gli spiriti maligni. La risposta è negativamente in ogni caso”.
Lo Spiritismo è condannato dalla Chiesa per l’atteggiamento contrario alla mentalità di fede in Dio, oltre che per il pericolo di interventi demoniaci.
Dei fatti dello Spiritismo vengono date tre diverse interpretazioni. La prima è quella della frode, che riduce tutto ad inganno ed a manipolazione. Vi è poi la teoria naturalistica, che interpreta i fenomeni come causati da forze naturali non ancora conosciute alla scienza.