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Papa Francesco esorta la Chiesa a non rimanere “statica”

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Vatican News - pubblicato il 26/05/19
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Guidata dallo Spirito Santo, non deve smettere di far comprendere in pienezza gli insegnamenti di Gesù. L’auspicio è che faccia risplendere il proprio volto “bello e luminoso” voluto da Cristodi Giada Aquilino – Città del Vaticano

Una Chiesa libera da “legami mondani”, non “statica”, nella quale ogni fedele si lasci “istruire e guidare” dallo Spirito Santo, testimoniando la Parola di Dio con la “vita”. Questa l’immagine proposta dal Papa al Regina Coeli nell’odierna VI domenica di Pasqua, in cui il Vangelo di Giovanni presenta un brano del discorso di Gesù agli Apostoli nell’Ultima Cena.

L’azione dello Spirito Santo

Cristo, ricorda Francesco, parla dell’opera dello Spirito Santo “che il Padre manderà” nel Suo nome, facendo “una promessa”.

Mentre si avvicina il momento della croce, Gesù rassicura gli Apostoli che non rimarranno soli: con loro ci sarà sempre lo Spirito Santo, il Paraclito, che li sosterrà nella missione di portare il Vangelo in tutto il mondo. Nella lingua originale greca, il termine “Paraclito” sta a significare colui che si pone accanto, per sostenere e consolare. 

La missione della Chiesa

Nel corso della sua vita terrena, spiega, Gesù ha “già” trasmesso tutto quanto voleva affidare agli Apostoli, portando a compimento “la Rivelazione divina”, cioè “tutto ciò che il Padre voleva dire all’umanità con l’incarnazione del Figlio”.

Il compito dello Spirito Santo è quello di far ricordare, cioè far comprendere in pienezza e indurre ad attuare concretamente gli insegnamenti di Gesù. E proprio questa è anche la missione della Chiesa, che la realizza attraverso un preciso stile di vita, caratterizzato da alcune esigenze: la fede nel Signore e l’osservanza della sua Parola; la docilità all’azione dello Spirito Santo, che rende continuamente vivo e presente il Signore Risorto; l’accoglienza della sua pace e la testimonianza resa ad essa con un atteggiamento di apertura e di incontro con l’altro.

L’aiuto di ciascun battezzato

Per realizzare tale “missione” la Chiesa, osserva il Papa, “non può rimanere statica”.

Si tratta di liberarsi dai legami mondani rappresentati dalle nostre vedute, dalle nostre strategie, dai nostri obiettivi, che spesso appesantiscono il cammino di fede, e porci in docile ascolto della Parola del Signore. Così è lo Spirito di Dio a guidarci e a guidare la Chiesa, affinché di essa risplenda l’autentico volto, bello e luminoso, voluto da Cristo.

L’amore accogliente

L’invito del Signore è dunque quello di “aprire il cuore al dono dello Spirito Santo, affinché ci guidi nei sentieri della storia”.

Egli, giorno per giorno, ci educa alla logica del Vangelo, la logica dell’amore accogliente, “insegnandoci ogni cosa” e “ricordandoci tutto ciò che il Signore ci ha detto”. Maria, che in questo mese di maggio veneriamo e preghiamo con devozione speciale come nostra madre celeste, protegga sempre la Chiesa e l’intera umanità.

I saluti finali

Subito dopo la preghiera mariana, Francesco saluta i romani e i pellegrini giunti in Piazza San Pietro, nonostante la giornata piovosa di maggio, e ricorda i “tanti” ragazzi della Cresima di Genova, con i quali si era intrattenuto ieri davanti a Casa Santa Marta. Quindi una benedizione per i pellegrini polacchi che partecipano al grande pellegrinaggio al Santuario mariano di Piekari Slaskie. E, in occasione della “Giornata del Sollievo”, rivolge un pensiero speciale a quanti sono radunati al Policlinico Gemelli per promuovere “iniziative di fraternità con gli ammalati”.

Qui l’articolo pubblicato su Vatican News